Sanità al collasso, nei paesi dello Stilaro si muore per mancanza di medici
di Maria Stella Chiera
La sanità nei paesi montani della Vallata dello Stilaro è al collasso. La mancanza cronica di medici di base, di guardie mediche e di ambulanze adeguatamente attrezzate ha trasformato il diritto alla salute in un privilegio per pochi. Negli ultimi mesi, la situazione è precipitata, con decessi evitabili che hanno scosso l’intera comunità. Nel giro di poche settimane, diverse vite sono state spezzate a causa dei ritardi nei soccorsi e della carenza di personale sanitario. Tra i casi più emblematici, quello di un anziano di Pazzano, colpito da un infarto mentre era solo in casa. Quando i familiari hanno chiamato il 118, l’ambulanza più vicina si trovava a oltre 40 minuti di distanza e senza medico a bordo. Il tempo di attesa si è rivelato fatale. Un’altra tragedia ha colpito un uomo di Stilo, vittima di un grave malore. La guardia medica più vicina era chiusa e il medico di base assente per ferie, senza alcun sostituto disponibile. Anche in questo caso, la corsa disperata verso l’ospedale di Locri non è bastata a salvargli la vita. Queste morti non sono fatalità, ma conseguenze dirette di un sistema sanitario carente che viola principi fondamentali sanciti dalla Costituzione Italiana e dalle normative europee. L’articolo 32 della Costituzione Italiana stabilisce che “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti”. Tuttavia, nelle aree montane e rurali della Calabria, questo diritto viene sistematicamente negato a causa della mancanza di strutture e personale sanitario.
A livello europeo, il Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (TFUE), all’articolo 168, prevede che “nella definizione e attuazione di tutte le politiche e attività dell’Unione sia garantito un livello elevato di protezione della salute umana”. Inoltre, la Carta dei Diritti Fondamentali dell’UE, all’articolo 35, stabilisce che “ogni persona ha diritto all’accesso alla prevenzione sanitaria e di ottenere cure mediche”. La carenza di assistenza medica nelle aree dello Stilaro configura quindi una grave violazione di queste disposizioni, lasciando i cittadini privi di un servizio essenziale garantito sia dalla normativa nazionale che da quella europea. Le comunità locali sono stanche di promesse non mantenute. “Non possiamo accettare che nel 2025 si muoia perché manca un medico o perché un’ambulanza arriva troppo tardi. Chiediamo un diritto fondamentale: essere curati”, denuncia un residente di Bivongi. Comitati cittadini e associazioni stanno organizzando manifestazioni e petizioni per chiedere interventi immediati. Tra le richieste: Il ripristino delle guardie mediche notturne. L’incremento del numero di medici di base. L’assegnazione di ambulanze medicalizzate per le emergenze. L’attivazione di un servizio di telemedicina per i piccoli centri. La crisi sanitaria non riguarda solo la Vallata dello Stilaro, ma si inserisce in un quadro più ampio di emergenza sanitaria calabrese. Da anni, la Regione soffre per una carenza cronica di personale sanitario e di risorse economiche, con ospedali sotto organico e un servizio di emergenza inefficace nelle aree interne. Nel Decreto Legislativo 502/1992, che disciplina il Servizio Sanitario Nazionale, è previsto che ogni cittadino abbia accesso a cure essenziali e tempestive. Tuttavia, il taglio dei presidi sanitari nei piccoli comuni ha aggravato la disparità tra aree urbane e aree montane, rendendo la sanità un servizio sempre più elitarie. Secondo esperti del settore, alcune misure potrebbero essere adottate subito: Incentivi economici per medici e infermieri che scelgono di operare nelle zone montane.
Aumento delle ambulanze medicalizzate, con personale specializzato a bordo. Rete di telemedicina per monitorare a distanza i pazienti più fragili. Assunzione straordinaria di personale sanitario nelle aree carenti. Riapertura delle guardie mediche notturne, essenziali per le urgenze nei piccoli centri La situazione nei paesi della Vallata dello Stilaro è insostenibile. Le morti recenti dimostrano che l’inerzia istituzionale può costare vite umane. Il diritto alla salute non può dipendere dal luogo in cui si vive. Le istituzioni devono rispondere all’emergenza con azioni concrete, altrimenti, il rischio è che il silenzio e l’abbandono diventino la norma, condannando le comunità dell’entroterra a una lenta agonia. La sanità non può essere un privilegio per chi vive vicino agli ospedali, ma un diritto garantito a tutti. Le istituzioni raccoglieranno questo appello o si dovrà aspettare un’altra tragedia per vedere un cambiamento?
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