Il commento di Werner Wies sul convegno “Progetto paese per Caulonia”: “Andrea Lancia sopresa dell’evento”

Il commento di Werner Wies sul convegno “Progetto paese per Caulonia”: “Andrea Lancia sopresa dell’evento”

A distanza di qualche settimana, io che dall’estero sto osservando con grande interesse la dinamica del cosiddetto “Progetto Paese”, vorrei dare anche da lontano un mio contributo, commentando in ordine gli interventi dei relatori.


Già nel suo discorso introduttivo, Giovanni Maiolo (che ringrazio di cuore per la trasmissione video in diretta e che merita il massimo rispetto per quello che, insieme a Sankara Ciavula, sta facendo per il paese) ha sottolineato che probabilmente ognuno ha la sua visione del futuro del paese, che però spesso non è visibile nei programmi elettorali delle liste. In troppi casi non viene messo in lista il più capace, ma “chi ha più parenti” perchè porta più voti, con il risultato che le liste si formano sotto l’aspetto populista di prendere voti e non di creare un programma per il bene del paese. In conseguenza, nel passato troppi programmi sembravano copiati, con sempre le stesse frasi vane, uno stato non accettabile.

Ilario Ammendolia, che come sindaco di Caulonia (2007-2012) ha creato il termine “Progetto Paese”, oggi chiede più che mai solidarietà, un paese dove tutti i cittadini vengono trattati uguali e dove ognuno prende in mano la sua responsabilità. Conta su una classe dirigente coraggiosa, pronta a superare i tantissimi ostacoli per programmare un piano per Caulonia, che però ha senso soltanto se fondato su una programmazione per tutta la zona (paesi Stilaro), con al centro l’ambiente, fermare la cementificazione (per esempio, utilizzare e proteggere le case storiche/esistenti invece di “creare con il cemento”), la sanità, il lavoro e la formazione, una programmazione nata da un progetto del popolo. In questo contesto, lui ricorda che il cambio normale dell’amministrazione non deve mai interrompere lo sviluppo di un paese. Fa parte della rettitudine di un Ilario Ammendolia che ammette a se stesso: “Non sono riuscito a fare del progetto Caulonia un progetto del popolo di Caulonia”. Sottolinea il ruolo dei giovani e il dovere di riconoscere e ascoltare le tantissime intelligenze giovani a Caulonia. Vedendo il calo demografico, lui è meno interessato alla statistica “morti e nati” e più a quella che esprime quante intelligenze lasciano il paese e quante rimangono a Caulonia.

Francesco Cagliuso ha dato un riassunto della sua attuale politica, senza però dare nuovi e necessari impulsi, soprattutto alla realizzazione della partecipazione politica, che lui durante la campagna elettorale ha tanto propagandato, ma che rimane uno strumento democratico ancora troppo orfano a Caulonia. Con il suo commento “Ditemi… la strada che comunque vogliamo continuare a percorrere…”, ha terminato il suo intervento esangue, lasciando agli altri il compito di pensare ai cambiamenti necessari. A questo punto mi veniva in mente che forse sarebbe meglio limitare il tempo degli interventi per raccogliere più contributi che riguardano l’essenziale. Ho notato positivamente le sue scuse verso Caterina Belcastro, dopo che ha toccato la spalla della sua avversaria politica. Forse sta imparando dalla critica ricevuta qualche mese fa per lo stesso gesto verso Luana Franco, un gesto che io ho qualificato come invadenza e mancanza di rispetto. Una personalità pubblica deve essere sempre consapevole dell’effetto pubblico di un tale gesto.

Caterina Belcastro ha criticato il locale, definendolo troppo piccolo. Secondo me ha ragione. Penso che l’interesse pubblico e, con questo, il numero dei partecipanti sia in continua crescita. Buono così. A Caulonia non sono disponibili locali sufficientemente spaziosi? Con altre condizioni tecniche avete fatto un passo avanti, ma secondo le mie esperienze non sono ancora all’altezza professionale che un tale evento richiede: durante la trasmissione video in diretta, per dare un’immagine più completa dell’atmosfera in aula, la camera non deve focalizzarsi soltanto sul podio, ma anche girare tra il pubblico. Meglio che il microfono rimanga nella mano del moderatore e che lui vada con il microfono (braccio estraibile) verso chi ha intenzione di intervenire, per garantire a) il massimo volume, b) che tutti vengano sentiti, anche quelli che non riescono a venire avanti, e c) che nessuno superi un certo tempo di parola. È utile posizionare le sedie (anche quelle del podio) a semicerchio, con abbastanza spazio tra le file per far girare il microfono. In questo modo ognuno può meglio vedere l’altro, e questo aumenta l’attenzione. Non sottovalutare l’importanza di una tecnica adeguata. Caterina Belcastro, per tornare al suo intervento, ha comunicato che creare un “Progetto Paese” significa avere visioni, proiettare il paese nel futuro, fornire dei servizi, garantire diritti, equità sociale e giustizia e rimanere un paese di accoglienza, perché questo fa parte dell’identità caulonese. Oltre a ciò, lei è interessata a come i giovani vedono il paese tra dieci anni.

Andrea Lancia, secondo me, è stata la sorpresa dell’evento. Ha avvisato della falsa democrazia, quella che si dichiara democratica ma non pratica gli strumenti della democrazia e che alla fine provoca l’indifferenza assoluta, un’indifferenza che lui definisce “il peso morto della storia”. Ha spiegato in modo sorprendentemente critico e aperto che spesso parla con i compagni della giunta e soprattutto con il “nostro diamante Salvatore Cirillo” di questo suo punto di vista. Secondo lui, il cittadino deve stare al centro del progetto e i diritti dei cittadini devono essere tutelati. Ricorda che il benessere non arriva dai soldi e dal prendere un bando dopo l’altro, ma dalla “massimizzazione dell’uguaglianza dei cittadini”… un forte appello a prendersi cura della tutela della democrazia e dei diritti dei cittadini. A lui auguro che riuscirà a realizzare almeno una parte di quanto ha detto nella restante legislatura e a trovare compagni politici pronti a realizzarlo. Secondo me, si può iniziare subito, coinvolgendo rappresentanti della Consulta Giovanile con funzione consultiva nelle riunioni del Consiglio Comunale o in simili incontri politici. Devono avere un ruolo particolare nella partecipazione politica, con la possibilità di intervenire con proprie proposte e di essere ascoltati su tutti i punti d’ordine.

Luana Franco, secondo me, ha dato la prospettiva più ampia di un futuro “Progetto Paese”. Per lei al momento è soltanto uno slogan che deve essere arricchito. Si chiede anche se “Progetto Paese” sia la definizione giusta. Mi chiedo anch’io, perché un progetto è un lavoro a tempo determinato. Secondo me, il compito è descrivere un percorso continuo del nostro paese verso il futuro, un percorso che non finisce mai. Per questo ho in mente un nome come “Percorso Futuro Caulonia”. Lei si chiede se ci debbano essere diversi progetti/percorsi o uno solo e comune. Penso che un unico piano base debba essere il motore della macchina “Percorso Futuro Caulonia” e dopo vediamo chi, in quale modo, spinge il motore (senza rovinarlo) per portare la macchina al traguardo. Inoltre, Luana Franco propone “la condivisione della stessa etica” tramite un codice etico (bravissima!) per garantire il fair play tra tutti i politici/partecipanti e la sostenibilità del percorso verso il futuro, oltre a cercare protagonisti che portano avanti il progetto/ percorso. A questo punto mi chiedo: chi alla fine veglia su questo progetto/percorso continuo? Forse una commissione paritaria composta da cittadini e professionisti di tutti i settori della vita caulonese. Una commissione che 1-2 volte l’anno si incontri con politici e amministratori del paese. Luana

Franco chiede urgentemente il dibattito sui problemi del paese, con all’inizio una risposta sulle domande essenziali: “Come impegniamo a far interagire la comunità sulle questioni di interesse comune?” e “Quali sono gli strumenti per interrompere l’indifferenza di troppi cittadini verso grossi problemi pubblici?”. Ha invitato i cittadini a non mostrare soltanto disinteresse davanti agli interessi comuni, come per esempio la situazione disastrosa dell’acqua non potabile, ma ad “avere il coraggio di esprimere la propria opinione anche se non trova l’accordo di tutti”, perché nella vita democratica “il confronto fa solo bene”.

Salvatore Cirillo vorrebbe fare “un passo indietro” per capire “dove abbiamo sbagliato”. Lui nota che “non ci sono più giovani interessati alla politica” (aggiungo: ci sono, ma non vengono ascoltati). Lui sente una mancanza di formazione politica e propone di creare istituti adeguati per far nascere una nuova classe dirigente. Vorrei sottolineare la necessità di una formazione politica. Ma secondo me non c’è bisogno di nuovi istituti, ma di utilizzare quelli esistenti. Brevemente: se sarà possibile riattivare i cittadini, nella famiglia, “l’istituto” più piccolo e importante per la formazione politica, si tornerà a parlare di politica sempre di più in modo sano. Anche la scuola ha un ruolo importante per la formazione politica. Invece sento spesso che anche in Italia non vengono insegnati abbastanza contenuti pratici per la vita. Dove si parla di politica e di valori democratici crescono giovani che poi si uniscono nelle “istituzioni”, come la Consulta Giovanile, per portare avanti il bene comune. E se vengono trattati giustamente, allora, come pilastri della nostra società e non come un carico che deve essere sistemato, loro, durante le loro attività nel Consiglio Comunale (vedi la mia proposta sopra indicata), possono imparare e praticare una politica sana, portata dal codice etico che propone Luana Franco. Così, l’appello è: non reinventare tutto, ma utilizzare ciò che già esiste… a proposito, subito e senza costi da realizzare.
Salvatore Cirillo ha constatato l’importanza di “programmare e raccogliere soldi sulla base dei benefici che hanno creato tutti i sindaci di Caulonia”. Inoltre, ha parlato del ruolo importante delle associazioni. Secondo me, per valorizzare l’impegno delle associazioni per il bene del paese e per unire le forze a Caulonia, la politica deve riflettere insieme a loro su come coinvolgerle in modo adeguato e leale nella programmazione dei progetti pubblici. Secondo me, Caulonia, con le sue tantissime associazioni, sta vivendo una frammentazione non favorevole alle sfide della vita pubblica. Potrebbe essere utile un organo come, per esempio, una “Assemblea delle Associazioni”, con rappresentanti eletti da loro, che vanno in trattative con la politica/l’amministrazione.

Dalla parte del pubblico ricordo la critica verso certi politici cauloniesi che probabilmente curano di più i familiari fuori Caulonia che il loro paese; che a Caulonia c’è più rassegnazione che indifferenza; che Caulonia ha bisogno di una inclusione diversa (assolutamente da precisare!); che si deve capire dove sono i limiti dell’accoglienza (assolutamente da precisare!) per tutelare i gruppi vulnerabili (assolutamente da precisare!); la grande preoccupazione per la “fuga dei cervelli”; l’appello che un cambiamento necessario non solo venga dal basso, ma che qualcosa deve cambiare immediatamente nell’atteggiamento della classe dirigente attuale, che deve lavorare per il bene comune senza chiedere nulla per sé stesso.
La mia nota “assolutamente da precisare!” esprime l’importanza assoluta – soprattutto in questi tempi turbolenti dove la frustrazione e un deperimento sociale fuori controllo di interi popoli stanno rigenerando leader sempre più crudeli e assetati di potere – di dare tempo al pubblico e di discutere con loro, per rientrare nell’anima delle persone e ritrovare insieme con loro ragioni di vita che rendano felici tanti, e non pochi. Discutere con i cittadini, una necessità che, dopo la fase esplorativa, deve stare al primo posto.
Per finire, vorrei comunicare che non ho verificato se le mie proposte di partecipazione politica da parte della Consulta Giovanile e delle associazioni siano anche giuridicamente realizzabili. Per me è importante sottolineare la necessità assoluta di un cambiamento socio-politico da realizzare con tutti i mezzi leali.
Adesso sto aspettando il convegno dei giovani (e mentalmente rimasti giovani) per sentire ben altro che rassegnazione, indifferenza e il grido per un sovrano assoluto, tipo Trump. Per me esiste un solo sovrano e uno solo che servo: il popolo!
Spero in un percorso sempre più vivace e concreto per il bene di Caulonia, storia e patrimonio nostro tra passato e futuro… chi siamo, da dove veniamo, quali sono le nostre debolezze, quali sono le nostre forze e dove vogliamo arrivare?

Auguro a tutti un buon percorso comune.
Sempre con voi,
Werner Wies

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