Peppino Impastato, simbolo eterno di giustizia sociale. Il ricordo di Pasquale Aiello

Peppino Impastato, simbolo eterno di giustizia sociale. Il ricordo di Pasquale Aiello

di Pasquale Aiello

Il 5 Gennaio è una data, per molti,da ricordare. Nasce Peppino Impastato, a Cinisi in provincia di Palermo il 5 Gennaio del 1948 in una famiglia in cui il padre era un capoclan affiliato alla mafia siciliana. Oggi avrebbe compiuto 77 anni se per via di una innata ripugnanza alla mafia e per averla coraggiosamente e realmente combattuta cominciando da suo padre, fino all’ultimo giorno, la mafia stessa non avesse decretato la sua morte, avvenuta il 9 maggio 1978. Peppino è stato il modello del vero attivista antimafia,del giornalista amante della verità, del politico bramoso di giustizia sociale.

E’ stato un vero oppositore contro le attività di ‘cosa nostra’ in Sicilia. Aveva abbracciato, fin da giovane, gli ideali della sinistra rivoluzionaria, candidandosi anche in una lista di Democrazia Proletaria alle elezioni comunali di Cinisi del 1978. Insieme ai suoi compagni di lotta aveva fondato il giornale ‘l’idea socialista’ e una radio libera e autofinanziata perché credeva nella forza delle parole proprio per denunciare i traffici della mafia senza rinunciare a citare nomi e cognomi di mafiosi e politici favoreggiatori che avevano individuato nel commercio della droga il nuovo sistema di accumulo di denaro. Peppino ha sempre seguito la via della distinzione del bene e del male, e ha sempre avuto il coraggio, anche se il male faceva parte della sua famiglia, di ribellarsi coraggiosamente. Un militante antagonista a tutto tondo con la consapevolezza che la mafia fosse il vero freno e il cancro che comprometteva lo sviluppo dei territori. Diede vita a associazioni politiche e culturali e interruppe i rapporti col padre Luigi sbattendo sul muso dei mafiosi i loro sporchi affari pubblicamente e anche deridendoli affibbiando loro nomignoli e soprannomi prendendoli in giro sarcasticamente dai microfoni di ‘Radio Aut’.

Ha avuto però sempre dalla sua parte il fratello Giovanni e la sua Mamma Felicia che hanno sempre lottato per giungere alla verità sul suo omicidio, ma anche affinché la sua storia fatta di lotte e difesa per gli ultimi non cadesse nell’oblìo. A ‘casa memoria’, la casa dove Peppino abitava insieme al fratello e a sua mamma è stato realizzato un museo dove centinaia di visitatori si recano per respirare aria di buona storia fatta di coraggio e resistenza. Così come tantissime persone si radunano di continuo davanti a Radio Aut da dove Peppino insieme agli altri militanti mandava in onda i programmi di satira per mezzo dei quali smascherava, schernendola la prepotenza e la tirannìa mafiosa dei boss locali. Egli aveva capito l’importanza della bellezza delle cose e l’utilizzo della cultura come arma contro la paura e l’omertà. “Se si insegnasse la bellezza alla gente…”
Tante città hanno dedicato a Peppino strade e parchi. A Cinisi hanno istituito il Forum Sociale Antimafia che è diventato, ormai,uno degli incontri più importanti che a livello nazionale trattano i temi nell’ambito antimafia, mentre l’Università di Palermo, dopo la sua morte gli ha conferito una laurea honoris causa in Filosofia. Ancora oggi, Peppino è un esempio di vita ma soprattutto di lotta per tutti quelli che credono nella giustizia sociale.

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