Sila, la bambina portata via dal freddo nella notte di Natale
Sila non è nata a Betlemme, bensì nella striscia di Gaza oggi dilaniata dal conflitto.
La grotta di Sila era costituita da una tenda malconcia coperta da un telo di nylon, situata in un campo profughi.
Sila non ha conosciuto il chiarore delle stelle, ma solo il fragore delle bombe.
Sila aveva appena tre settimane quando, nella di Natale, si è arresa alle gelide temperature della notte.
Sila se n’è andata senza fare rumore, spegnendosi accanto ai genitori che, invano, tentavano di consolarne il pianto e di scaldarne il minuscolo corpo indifeso.
Sila è morta di freddo mentre milioni di persone si lasciavano pervadere dal calore delle proprie confortevoli case, sedendo intorno a tavole imbandite.
Sila è l’ingiustizia della guerra. Sila è l’indifferenza di chi si volta dall’altra parte. Sila è l’insieme delle contraddizioni insite nella società che abbiamo costruito.
Sila era semplicemente una bambina. Una bambina che ha avuto la sfortuna di nascere in un’area del mondo martoriata dalla violenza. Una bambina sottratta alla vita senza avere la possibilità di vivere veramente.