Violenza sulle donne, per il 30% dei giovani la gelosia è una “forma d’amore”
Notizia tratta da Ansa.it
Gelosia e controllo da molti giovani sono interpretati come manifestazioni d’amore: lo crede il 30%, ma il dato sale al 45% se a rispondere sono adolescenti tra i 14 e 15 anni. Il controllo su abbigliamento, uscite, l’accesso ai messaggi è diffuso, ad esempio la geolocalizzazione viene considerata accettabile dal 19%. Emerge dalla ricerca “Giovani Voci per Relazioni Libere” tra ragazzi e ragazze tra i 14 ed 21 anni, condotta da Differenza Donna, l’associazione che gestisce il numero antiviolenza 1522. “Questi dati – ha spiegato la presidente Elisa Ercoli – rappresentano la romanticizzazione della violenza: i ragazzi pensano che sia romantica una passione che porti anche ad una sofferenza. Vuol dire abituarsi a confondere il possesso e la limitazione della libertà con l’amore”. P
iù o meno in linea con i dati Istat, il 39% del campione dice di aver subito violenza, ma la percentuale si alza al 43% tra le ragazze e al 55% tra le persone non binarie. In tanti, il 18%, affermano di aver avuto rapporti sessuali anche quando non lo volevano, il 39% per la difficoltà a dire no, il 14% per il “mancato rispetto del consenso” e il 6% dichiara di essere stato costretto con la forza. Ma il dato aumenta quando si parla di ragazze, ben il 69%, e per le persone non binarie al 70%.
“Subiscono una violazione cosi’ grave come lo stupro senza avere la solidità di capire – osserva Ercoli – qual è il limite che gli altri devono avere rispetto a te ed quale limite devi dare rispetto agli altri”. Le risultante del sondaggio per Differenza Donna significano che l’educazione che gli adulti passano ai propri ragazzi è “piena di stereopi e giudizi patriarcali e questo non avviene in famiglie di basso livello sociale ed economico ma in maniera trasversale’. Dati che per Differenza donna dimostrano anche che in Italia contro la violenza alle donne “manca l’asse della prevenzione”, che l’associazione chiede di attuare con campagne informative, corsi nelle scuole per educare a sane relazioni sentimentali e soprattutto formazione che “non può essere fatta soltanto dagli esperti accademici ma con il necessario sapere di chi lavora da anni nei centriantiviolenza”.
E quasi in contemponea la ministra Famiglia e alle Pari opportunità, Eugenia Roccella ha presentato il Libro Bianco elaborato dal Comitato tecnico scientifico dell’Osservatorio sulla violenza contro le donne. ” Un libro bianco – ha spiegato la ministra – con la descrizione delle diverse forme di violenza e degli strumenti che si possono mettere in atto, dei comportamenti che bisogna mettere in atto per arginare il fenomeno, per contrastarlo” annunciando che dal volume si partirà per elaborare le nuove linee per la formazione che dovrebbero comprendere tutti gli operatori del settore di giustizia, sanitari e forze dell’ordine.”
La ministra ha puntualizzato che seppure il lavoro sia stato fatto dal comitato tecnico scientifico che ha un ruolo “istituzionale”, è stato elaborato “con uno spirito militante”. Dalla ricerca di Inc Non Profit Lab “Prima che sia troppo tardi. Educare i giovani all’affettività per contrastare la violenza di genere” risulta che il problema della violenza di genere preoccupa 8 italiani su 10, che lo ritengono grave e urgente da affrontare. E sempre per 8 italiani su 10 è opportuno far diventare l’educazione affettiva materia di studio nel corso scolastico di bambini e adolescenti (79,7%). Perchè dopo la legge sulla violenza, il passo da compiere – e tutti gli attori sono d’accordo – è quello culturale. Ma nel frattempo la cronaca continua a mietere vittime: a Reggio Calabria una ragazza di 16 anni mentre stava andato a piedi a scuola è stata fermata e trattenuta contro la sua volontà da un uomo che ne ha abusato. E’ riuscita alla fine a scappare e il suo aggressore, un 49enne, è stato arrestato.
(ANSA)