Riccardo Magi: “In Albania la Guantanamo italiana”

Riccardo Magi: “In Albania la Guantanamo italiana”

Sono le ore 22 e sto aspettando il mio volo di ritorno in Italia all’aeroporto di Tirana. Sono venuto a vedere come funziona, o meglio come non funziona, la prigione di Gjader dove vengono deportati i migranti salvati nelle acque del Mediterraneo.
È stata una giornata lunghissima, ma sulla stanchezza prevale la rabbia: non riesco a togliermi dalla mente le immagini di quelle gabbie, i recinti, le reti, i fili spinati, le sedie e i letti di ferro. Una prigione ideata e finanziata, messa in funzione per fare una cosa che la nostra Costituzione vieta espressamente: privare della libertà persone che non hanno commesso alcun reato. Un vero e proprio lager pagato con i soldi dei contribuenti italiani.

La Guantanamo italiana.
Dopo le immagini grottesche trasmesse dai TG nei giorni scorsi di una nave italiana che attraversa l’Adriatico scortata da motovedette per trasferire 16 persone, oggi da vicino ho potuto vedere l’orrore. Ho potuto sentire le storie di queste persone: storie di passaggi in Libia, di rapimenti, di torture, di schiavitù, violenze reiterate, tentativi di fuggire dalla guardia costiera libica. Storie che non sono state prese in considerazione nel valutare la vulnerabilità di queste persone.
Persone che sono state imprigionate qui, con screening sommari, fatti in alto mare, sulla base esclusiva di chi ha o non ha i documenti con sé al momento del salvataggio.

Su questo non abbiamo trovato nessuna chiarezza nelle risposte della viceprefetta o del personale della Questura. Né appare chiaro dove sia avvenuto il salvataggio, se in acque internazionali come prevede la legge, oppure vicino Lampedusa, come testimoniato da alcune di queste persone. Giorgia Meloni continua a sostenere con orgoglio di aver portato l’Europa in Albania, io penso solo che stia portando fuori dall’Europa e dalle regole della nostra costituzione l’Italia stessa.
Avrei voluto solo aprire quelle gabbie e ripristinare un po’ di legalità e umanità.
Torno a casa con un nodo in gola, ma con la convinzione che il nostro lavoro su questi temi sia ancora più importante. E giusto. Anche quando sembra che tutti intorno siano sordi.

Riccardo Magi
Segretario di +Europa

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