Lungomare Caulonia: l’intervento integrale di Bruno Grenci al Consiglio Comunale di ieri

Lungomare Caulonia: l’intervento integrale di Bruno Grenci al Consiglio Comunale di ieri

Di Bruno Grenci

Per me, personalmente, devo ammetterlo questo è un po’ il canto del cigno,
Se siamo qui è perché noi abbiamo chiesto un consiglio comunale, e perché è da ormai un anno che facciamo pressione sul tema del progetto del lungomare.
Vi lascio per un momento immaginare come sarebbero andate le cose se noi non avessimo sollevato questo gran casino. Sarebbe tutto filato in silenzio e si sarebbe fatto un lavoro così importante all’oscuro del paese e dei cittadini.
Tanto… dice la gente … fanno quello che vogliono. La rassegnazione regna indisturbata. E, come in un circolo vizioso, la rassegnazione genera il sonno della ragione, e , a sua volta il sonno della ragione genera la rassegnazione. E poi dell’astensionismo. E Poi si piangono lacrime di coccodrillo perchè le persone non vanno più a votare. Ma voglio partire un poco da lontano e fare un riassunto di come è partito questo progetto.
A settembre del 2020, una mia amica mi chiamò se volevo partecipare a roccella jonica a una specie di seminario sui temi dello sviluppo, e ci andai, c’era Alessandro Bianchi, ex rettore dell’università di Reggio, ed ex ministro, e altri docenti.

Dato che si era già annusata l’aria dei finanziamenti che arrivavano dall’europa per riparare ai danni del COVID 19, bisognava prepararsi. E Lì ho sentito per la prima volta la parola waterfront. È partito tutto da lì. Dopo un po di tempo Roccella si prodigò a preparare un progetto, e dato che l’associazione di più comuni avrebbe dato più chance di ottenere il finanziamento, si fece questa associazione di comuni, roccella jonica, caulonia e marina di gioiosa ionica.
Il resto, dopo il settembre 2020, è un tonfo direttamente all’ottobre 2023. esattamente un anno fa, quando avete convocato un’assemblea pubblica per presentare il progetto già confezionato, premasticato e predigerito. tra il 2020 e il 2023 nulla. Allora chiedo. È stato democratico Tenere all’oscuro il paese, il consiglio comunale, gli operatori turistici di quanto si stava per fare?.
È mai possibile che si siano cambiati i connotati del lungomare, di uno dei biglietti da visita più importanti del paese, di un’opera così importante senza condividerla con la città ?

Voi dite che alcune responsabilità sono dell’amministrazione precedente, perché il progetto era già partito quando c’erano loro. E che i tecnici sono stati individuati da quella amministrazione. Non è che ci date una bella notizia. Ci confermate che il paese è stato male amministrato.
Ma, torniamo a voi. È normale che vi siate presentati al paese per informare di questo progetto a ottobre 2023, un anno fa, quando era stato già tutto stabilito e a una settimana prima che aprissero il cantiere?Voglio ricordare a tutti, e a me stesso, che quella sera di quella presentazione, di fronte alla nostra indignazione, voi, in particolare l’assessora Caraffa, avete assunto l’impegno che una o più varianti si sarebbero potute fare in corso d’opera. E dato che pacta sunt servanda, …….. pacta sunt servanda…. e dato che noi ai patti ci teniamo, quando a un certo punto vedevamo che quel patto non veniva rispettato, ci siamo rimasti male.
Questo consiglio che stiamo tenendo questa sera andava fatto un anno fa, e noi lo avevamo chiesto, ed era stato fissato per i primi di novembre dello scorso anno, su nostra insistenza e dopo che avevamo fatto affiggere il nostro primo manifesto sui muri del paese.
In quell’occasione, è tutto agli atti ufficiali del consiglio comunale, all’ordine del giorno c’era proprio il progetto del lungomare. Ma guarda caso quella sera l’assessore ai lavori pubblici Commisso era assente. Ma come, se ne era sempre interessata, e lo ha fatto successivamente, l’assessora Caraffa, e solo quella sera il competente assessore avrebbe dovuto essere Commisso? Ma Commisso si è assentato o lo si è fatto assentare? Noi non capivamo. E però, con il senno di poi, ricordo gli sguardi e gli occhietti maliziosi e i sorrisetti ammiccanti che circolavano tra di voi. Poi ho capito, quella volta vi siete fatti gioco di noi e del senso democratico. E, mi dispiace dirlo, non è finita lì.

Anche la continua dichiarazione del sindaco a essere disponibile e  aperto mi suscita delusione e frustrazione. Mi duole dirlo, glielo dico  affettuosamente, perché a differenza di altri., o di altre,… o di altre, che c’erano prima, lui riesce comunque sempre a captare e a trasmettere l’affetto.
Ma noi avevamo chiesto azione, non essere a  disposizione, ma così non è stato. Ci siamo fermati alla disposizione.
Spero che questa sia la volta buona per strappare qualche variante come  noi chiediamo.
Io il sindaco lo apprezzo quando cita Sandro Pertini e canta bella ciao  a piazza seggio, lì c’è un richiamo a una cosa che si chiama socialismo,  che vuol dire socializzare e condividere le decisioni, fare partecipe il popolo, la gente.
Nella gestione di questa vicenda, invece, mi dispiace  dirlo, è prevalsa un’altra visione della politica, e della cosa  pubblica, c’è stata una gestione individuale e riservata, c’è un  richiamo a un altro ideale ed è quello dell’individualismo,  dell’autocrazia.
Come vedete sarebbe ipocrita se noi non ammettessimo che qualche ferita  e lacerazione si siano aperte. Ma le ferite si possono rimarginare e  dopo i traumi vi può essere la catarsi.
Quindi dico che Qui stasera è forse l’ultima buona occasione che abbiamo  per salvare un poco il salvabile e passare all’azione.
Noi del comitato Non saremmo onesti intellettualmente e Saremmo ipocriti  se non ammettessimo che abbiamo avanzato proposte che non sono state accettate. E per noi dobbiamo ammettere è stata una sconfitta.

Ma Non va dimenticato che 503 persone hanno firmato e condiviso le nostre preoccupazioni, quindi la sconfitta e la frustrazione è anche di quelle 503 persone. …… Che un giorno voteranno.!!!!!
Mi vedono le persone che hanno firmato e mi chiedono cosa abbiamo  ottenuto. Nulla di nulla, finora. Da stasera vediamo cosa riusciremo a ottenere.
Agli amici di dipende da noi dico che finora non è dipeso da loro;  figuriamoci se poteva dipendere da noi del marenostrum. Il dramma, e la  beffa, è che non si è nemmeno capito da chi è dipeso e da chi continua a  dipendere tutto l’ambaradan.
Ho visto nelle fasce e ai primi vagiti il vostro gruppo dipende-da-noi.  E vi ho seguito per un bel poco di tempo. Ho impiegato tempo ed energie e qualche spicciolo. Ricordo la presenza assidua, garbata e appassionata di Maria Campisi a cui esprimo riconoscenza e stima. Ricordo una delle prime riunioni in zona canne e io parlai del pnrr, era l’estate del 2021. Voi mi guardaste stupiti e non tutti sapevate di cosa io parlassi.
Pensavate che io volessi fare sparate grosse. Qualcuno Non conosceva nemmeno il significato dell’acronimo pnrr. L’ironia della sorte vuole che questo pnrr ci è passato sopra le nostre teste e sulla nostra dignità di popolo e di paese. Non dico noi, ma, cari amici del dipende, neppure voi avete toccato palla, e voglio sperare che la toccherete. E sono quasi due milioni di euro. In caso contrario, forse dovrete trarne  le conseguenze. Anche perché avete firmato la petizione, e avete contribuito ad essa.

Ci sono i momenti in cui un amministratore, un rappresentante della  gente, deve saper battere un pugno su un tavolo, deve saper affermare la dignità sua e del popolo che rappresenta.
I tutti questi mesi, è passato un anno, noi del marenostrum, e Barbara  del comitato pro spiaggia, ci siamo mossi in punta di piedi e con la  massima moderazione. Avvisando il sindaco di ogni passaggio e con il  massimo senso di responsabilità e accortezza. Di questo il sindaco penso  mi darà atto. Altro che avventatezza o estremismo. Anzi. Correttezza e lealtà, ma evidentemente non sono questi i metodi che ripagano. Forse avremmo dovuto adottare metodi sessantottini. Probabilmente ci avreste  ascoltato.
Ricordo che a dicembre 2023, dopo che con fatica ho provato a cucire una  tela di relazioni, abbiamo per ben tre volte spostato, per indisposizione una volta di uno una volta dell’altro, una riunione sul tema.
Vi volevamo pregare, con pazienza e con calma, di preparare la variante  che ci avevate promesso. CHE CI AVEVATE PROMESSO. CHE – CI – AVEVATE –  PRO-ME-SSO.
Infine quella riunione l’abbiamo fatta ai primi di gennaio 2024. Voglio  ricordare uno ad uno i presenti a quell’incontro. In ordine alfabetico. Ammendolia Enzo, Cagliuso sindaco, Cameriere Ilario, Campisi Domenico, Campisi Pierfrancesco, Caraffa assessora, Cirillo Barbara, Fuda Luigi, il sottoscritto, Lucano Ilario, Sansalone Arturo, Sorgiovanni Anselmo.  In questo incontro io parlavo dell’impianto fotovoltaico, degli alberi, delle ondine, di cose concrete. Ma nella testa di qualcuno le decisioni  erano già prese o comunque non si prendevano lì. Infatti non ne uscì nulla.

Nei mesi successivi, fino alla bellissima serata del 12 agosto scorso, con Arturo e Lucia che hanno fatto un encomiabile lavoro, , è stato un continuo stillicidio di manifesti, di richieste di incontri di tentativi di avviare un tavolo tecnico che mai è partito e mai partirà. Io Penso che servano tavoli politici non tavoli tecnici.
Ora non entrerò nel merito del progetto. Lo faranno gli altri. Avevamo chiesto di non proseguire con lo scavo e il telo bianco oltre l’anfiteatro, oltre il blu tango. E non siamo stati ascoltati.
Su quel telo bianco che è stato posto dietro il muro per circa 450 metri la dirò con le parole di Fantozzi nel film, per me la corazzata potiemkin è una cagata pazzesca. Per me quel telo bianco è stata  come la corazzata potiemkin. Una cagata pazzesca. Avevamo chiesto di abbassare di 80 centimetri quell’obbrobrio di muro (che avete ereditato) che ostruisce la vista a piazza bronzi. Ora invece  con questa soluzione, veniamo dal viale mare jonio e vediamo la porta sul mare con le ante. Un’anta aperta, VISTA MARE, e un’anta chiusa. mezza vista mare e mezza vista di una scaletta abborracciata.
C’è un’altra cosa che mi sta a cuore e su cui voglio entrare. Se ci guardiamo attorno nei paesaggi mediterranei da Tunisi ad Atene, da Lisbona alle coste spagnole alla Turchia troviamo cupole e muri curvi in muratura bianca. Non vediamo ferro zincato e ringhiere. La ringhiera che metterete costerà alla fine oltre duecentomila euro e somiglierà a quelle imitazioni di scarpe di sotto marca che vendono nei negozi dei cinesi. Detta alla romana, fatemelo dire quella ringhiera sarà una “sola”. Una fregatura. Avere demolito le ondine …. È come avere buttato via una vecchia jaguar,  o una vecchia mercedes, in buone condizioni, da sistemare, ma sempre di  jaguar o di mercedes, si trattava, per acquistare una di queste macchine moderne ed economiche, tipo una dacia, o la fiat duna, ve la ricordate? QUINDI UNA COSA scadente, banale e delle più comuni.

E quindi Quella demolizione del muretto a onde sarà la testimonianza di  come non si è capito di cosa si intende per genius loci. Citerò un architetto norvegese, critico e teorico dell’architettura che ha scritto  un libro, tradotto in molte lingue, da titolo proprio genius loci. Questo autore ha studiato tra le altre cose le implicazioni psichiche dell’architettura. “Abitare, dice, è lo scopo ultimo dell’architettura e l’uomo abita quando riesce ad orientarsi ed identificarsi in un ambiente; allora gli spazi in cui la vita si svolge devono essere /luoghi /nel vero senso della parola. , Spazi dotati di caratteri distintivi.” (e qui non può non venire in mente Vito Teti, il senso dei luoghi)
Ora riprendo la citazione di Schulz: “Il genius loci è lo spirito del luogo e il compito dell’architetto è quello di creare luoghi significativi. il genius loci allora conferisce un carattere indelebile ai paesaggi.”
Chissà se questo studioso ha scritto anche pensando alla bambina che in questi giorni a sua madre ha chiesto:, … mamma ma perché buttano giù le ondine con i colori dell’arcobaleno che a me piacevano tanto?
In parole povere, da vent’anni noi ci eravamo identificati con quel luogo, per noi era diventato significativo, ora a me sembra che senza un motivo valido di coinvolgimento emotivo generale, importante e TOTALIZZANTE, non serviva demolire quel muretto. Lo si poteva mettere in sicurezza con una ringhierina leggera sopra. Ma Non si doveva demolire per una semplice e approssimativa valutazione del fatto che fosse crepato, o per una altrettanto semplice, approssimativa, valutazione soggettiva del fatto che piaceva o meno a qualcuno.

Per quanto riguarda le crepe che c’erano su quei muretti, sapete benissimo che oggigiorno Vi sono tecniche costruttive avanzate che consentono di incapsulare e ristrutturare, in modo sicuro e resistente, anche la sabbia o l’aria. E anche se veniva ristrutturato non perfettamente al millimetro questo gli avrebbe conferito una maggiore specificità e originalità. Ora dovremo impiegare ulteriori vent’anni per abituarci nuovamente a un altro paesaggio e ad un altro spirito di abitare il luogo. Dovremo abituarci a una fredda ringhiera di ferro zincato.
Ma queste cose, questi romanticismi e letterature, cosa vuoi che interessino ai freddi e insensibili uomini, – e donne- del calcolo, della razionalità e dell’usa e getta?
Noi, sindaco, abbiamo l’affresco bizantino, abbiamo la chiesa del rosario, dell’immacolata, ancora non so per quanto, abbiamo le colonne del buvere, abbiamo il colonnato a piazza mese che si affaccia come una balconata sulla piazza, e poi … avremo una ringhiera del lungomare fredda, muta e anonima come un corpo estraneo. Quella ringhiera sarà uno stendìno lungo 450 metri. Immagino che 450 metri siano sufficienti per mettere ad asciugare i nostri panni sporchi; dopo averli lavati, naturalmente, rigorosamente in famiglia.
Domattina presenterò una richiesta al sindaco in cui chiederò di ottenere, anche a pagamento, e anche se dovrò adoperarmi con mezzi da me pagati per il carico, 10 ondine che si trovano smontate e ammucchiate tra i rottami del cantiere. Suggerisco e propongo che altri cittadini facciano lo stesso. Propongo un ordine del giorno, che venga sottoposto a votazione in consiglio comunale, in cui venga deliberato che una decina, o anche di più, anche se un poco danneggiate non fa niente, delle ondine smontate vengano collocate sulle aiuole del lungomare, in qualche villa comunale, in altri posti che reputerete opportuno.

Il 28 settembre scorso ho apposto uno striscione che recitava vergogna. Vergogna! Qui muore la dignità del paese. era così bello e condiviso che a nessun è venuto in mente di toglierlo. Nemmeno a quelli della ditta, è piaciuto pure a loro. È rimasto lì per quasi un mese e solo il vento e la pioggia dello scirocco lo hanno portato via. Devo dire che lo avete condiviso tutti. Perché tra le tante, c’è un’accezione di vergogna in senso impersonale e oggettivo; che non è contro le persone. Come dice de gregori, nessuno si senta offeso. Nessuno si senta offeso, . Ho tratto da un dizionario: un significato di vergogna che si presta alla nostra vicenda. Recita questa interpretazione della vergogna: “ Sentimento di colpa o di umiliante mortificazione che si prova per un atto o un comportamento, propri o altrui, sentiti come inopportuni, sconvenienti, indecenti, umilianti.” … Ecco il sentimento della vergogna generalizzato e impersonale che questa vicenda ha suscitato in tutti. E, ne sono convinto, pure in voi.

Mi è stato detto da qualcuno che dovevamo muoverci a monte, io vi ho dimostrato come ci siamo mossi a monte, in collina e a valle, ma le intenzioni di insensibilità e superficialità sono prevalse. Ne prendiamo atto. Con la beffa di essere stati trattati da scolaretti di serie b da roccellesi che invece dovrebbero essere fratelli. Non so se la sfera politica roccellese ne è stata informata, presumo di si, e che ruolo abbia avuto. Dato che ne ha parlato la stampa, e noi abbiamo trasmesso pure copia dell’istanza della petizione, sicuramente ne è venuta a conoscenza e se ne è tenuta alla larga. Probabilmente la vicenda è stata gestita dai tecnici. Ma sono certo che Sisinio Zito si rivolta nella tomba, perché lui si che era un signore di elevata statura morale e politica, e sono sicuro che questo non lo avrebbe approvato.
Fatemi dire una parolaccia volgare, i roccellesi, in questa vicenda ci hanno trattati da cannateda di pisciare. Provo a ipotizzare, a parti invertite, dei tecnici cauloniesi che si presentassero a roccella per impartire lezioni di architettura e a dire di demolire un simbolo o una costruzione che facciano parte della loro identità, o a imporre scelte che la comunità non approva. Lascio immaginare a voi la reazione.

Come pure penso che un amministratore o un sindaco di Roccella non avrebbe mai scritto quello che qualcuno, in modo del tutto sprovveduto, ha scritto, a nome dell’amministrazione comunale di caulonia… cito testualmente: ”l’amministrazione di caulonia ribadisce che il progetto e ogni atto deliberativo consequenziale non era e non è di competenza comunale” firmato amministrazione comunale , 2 ottobre 2024. lascio a voi l’amara conclusione.
Concludo con undici domande a cui non risponderete mai
1. perché prima del 12 ottobre 2023 quando ormai era tutto deciso e i lavori già consegnati alla ditta, del progetto del lungomare non se ne è parlato in adunanze pubbliche ed è stato tenuto tutto all’oscuro?
2. perché nonostante l’impegno ad apportare varianti concordate con i cittadini il 12 ottobre 2023 all’auditorium e poi in seguito con il comitato, questo non lo si è fatto? Eppure la vostra variante a vostro piacimento l’avete fatta, si o no?!
3. perché in un consiglio comunale di novembre 2023 in cui si doveva parlare del tema si è evitato di farlo adducendo che l’assessore Commisso era assente, mentre ad interessarsene è sempre stata l’assessora Caraffa?
4. perchè non si è fatto un conto economico serio di quanto sarebbe costato ristrutturare il muretto a onde?
5. perché non si è evitato di scavare oltre l’anfiteatro per apporre il telo bianco dove da quindici anni la mareggiata non tocca la base del muro?
6. perché non si è voluto tenere in conto che la base del muro era stata realizzata in modo tale da non essere colpita dalle mareggiate? Siete coscienti del fatto che così avete messo sotto accusa chi ha progettato e eseguito il muro 12 anni fa?
7. perché su di un progetto di un milione e settecento mila euro si sono previsti solo cinque mila euro per alberelli da ornamento? Cosa studiate? Dove vivete? Avete sentito parlare dell’importanza degli alberi e di quanto sono utili?
8. perché ad oggi non ci è stato detto se il parcheggio sterrato tra il ristorante la perla e il bar circosta verrà sistemato?
9. perché non stabiliamo che sarà ripristinato l’asfalto di tutto il lungomare?
10. perché non si è tenuto conto che a breve verranno investiti milioni di euro per la difesa della costa e che a quel punto la mareggiata non colpirà più la base del muro del lungomare?
11. perché nel team dei tecnici che hanno preparato il progetto non era presente un tecnico di caulonia?

Ho accennato all’inizio al canto del cigno. Come sapete, nella leggenda il cigno canta quando si sente di morire. La nostra battaglia ha avuto esito infausto. Ma per un cigno che muore, un’aquila o un gabbiano o un airone o una pantera possono nascere.
E, come diceva eraclito, un filosofo greco del 400 avanti cristo. Il fulmine governa ogni cosa. Il fulmine governa ogni cosa.


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