“Il violinista” di Ilario Ammendolia rivive nella musica di Mimmo Cavallaro al Kaulonia Tarantella Festival

“Il violinista” di Ilario Ammendolia rivive nella musica di Mimmo Cavallaro al Kaulonia Tarantella Festival

Ho piacere che Mimmo Cavallaro abbia musicato e cantato, durante il festival della Tarantella di Caulonia, “il violinista”. La sua piccola – grande “storia”, liberamente interpretata, l’ho scritta circa trenta anni fa e pubblicata qualche anno dopo.

Giovambattista era morto da tempo.
Ricordavo i suoi occhi mobili sprofondati nelle orbite, i suoi capelli lunghi , i suoi silenzi, il suo librarsi in alto mentre suonava il violino.
Il suo funerale silenzioso ,triste e solitario.
Non mi sembrava giusto che la storia di quest’ uomo vissuto sempre ai margini, sprofondasse nell’oblio eterno e così ho tentato, per come ho saputo, di dargli un supplemento di vita anche perché
quella di Giovambattista “il violinista”, non era stata affatto bella.
È stata piuttosto una storia di una grande incomprensione tra “coloro che sanno vivere” e la “genialità dell’arte” scambiata per “follia”.
Giovambattista ha amato ed è vissuto per la musica. Il violino è stato la sua passione, il suo impegno, la sua stessa vita.
Fu un incompreso, un uomo terribilmente solo, un delicato artista “esiliato” nel suo stesso paese.
È così in una notte di primavera guardò il Cielo pieno di stelle, mirò la luna piena. Ascoltò il vento, l’acqua del vicino torrente, il canto della civetta uniti in un unico concerto che suonava soltanto per lui.
Poi guardò i tetti neri delle case che impedivano a tanta gente di guardare in alto.
Decise così che era giunto il momento di dare l’addio ad un mondo senza musica e senza stelle.
L’indomani tutte le campane del paese piansero la sua morte e al passaggio di quella bara solitaria gli uccelli dai tetti trasformarono il loro canto in un lamento.

PS. Il racconto è stato pubblicato nel libro “Il popolo delle cantine”.

Ilario Ammendolia

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