La recensione di Zagor “Verdetto Finale”: il narcisismo dell’altruismo
In edicola dal 2 di luglio il numero 708 di Zagor, dal titolo “Verdetto finale”, sceneggiatura di Moreno Burattini, disegni Marco Verni e Fabrizio De Fabritiis, copertina Alessandro Piccinelli. Burattini, nella sua ultima fatica in edicola, ha portato a termine un’impresa di tutto rispetto, vale a dire ultimare più di trentamila tavole per la Bonelli Editore e contemporaneamente realizzare la storia più lunga che riguardasse Zagor, circa 518 tavole, con notevole inventiva e creatività: veramente più di trent’anni al servizio della fantasia, dell’azione e dello svago intelligente. L’albo chiude un’avventura lunghissima, iniziata con il numero 703 del mese di febbraio; l’atteso ritorno di uno storico avversario, forse “nemico” è un termine troppo esasperato rispetto alla personalità seppur complessa di Supermike, che preferisce la competizione pura rispetto alla propagazione del Male sul pianeta, come altri villain decisamente più crudeli, aveva appassionato molti zagoriani storici e non. L’idea di rinnovare il fascino della gara tra il re di Darkwood e il suo atletico competitor divideva tra fautori e oppositori, nostalgici dei fasti bonelliani / ferriani. Senza sminuire una stagione storica straordinaria dell’era Zagor, l’operazione nostalgia ha avuto esiti tutt’altro che scontati e ha incuriosito sempre più i lettori, nell’arco dei mesi, interessati a vedere finalmente la conclusione, che non vi anticipiamo, di una narrazione piuttosto avvincente e ben congegnata. I disegni, probabilmente in ossequio all’episodio primigenio da cui hanno preso spunto, risultano molto rispettosi della grafica e del taglio anni Settanta; mentre i dialoghi, la trama, le didascalie e il lettering ci riportano alle atmosfere del passato senza incorrere nel manierismo fine a sé stesso.
Le prove in cui si misurano le energie psicofisiche dei due grandi rivali sono piuttosto originali e sicuramente non risultano meno interessanti rispetto a quelle escogitate circa cinquant’anni fa. Tanta tensione e comprimari di tutto rispetto durante lo svolgimento delle varie azioni; alla radura, teatro della sfida, si ritrovano tanti volti noti e amati dai seguaci dello Spirito con la scure. Molte gag colorano le varie fasi di un torneo da cui dipende addirittura la pace della foresta di Darkwood. La conclusione ribalta tutta una serie di preconcetti; vince chi si dimostra meno emotivo. Ma il vero vincitore è probabilmente chi riesce ad assimilare totalmente le virtù del suo avversario. L’ambiguità sottile della vicenda consiste nel lasciare un dubbio: l’eroismo è veramente un atto di altruismo o una forma di autocelebrazione?
Romano Pesavento