Aiello: “Uccisa brutalmente l’orsa Kj1 in Trentino, sono necessarie soluzioni alternative”

Aiello: “Uccisa brutalmente l’orsa Kj1 in Trentino, sono necessarie soluzioni alternative”

Riceviamo e pubblichiamo

di Pasquale Aiello

In Trentino, gli orsi erano diventati fenomeni da baraccone per turisti annoiati che di montagna non ne hanno mai voluto sapere e che nessuno li ha mai educati a muoversi nei boschi. Dopo M90, l’orsa abbattuta nel Febbraio scorso perché ritenuta pericolosa, oggi è toccato ‘salire sulla sedia elettrica’ all’amica Kj1 con metodo crudele e violento che sa solo di vendetta per avere l’unica colpa di essere una mamma orsa e aver procurato qualche graffio a un turista francese che correva nei boschi dove l’orsa si trovava con i suoi cuccioli.

Kj1 va ad allungare il vergognoso inventario di quelli già assassinati o spariti. Era un progetto del 1996 sovvenzionato dall’Unione europea che doveva servire, ufficialmente, a reintrodurre l’orso bruno in montagna, ma che si è rivelato in seguito tutt’altro con il solo scopo di attrarre soldi facili dai turisti e dagli enti pubblici. Ma ora i poveri orsi non servono più perché i soldi per mantenerli bisogna impiegarli in armi per sostenere le guerre della Nato in giro per il mondo, perché adesso è quello l’affare del secolo. La guerra. I soldi per gli amici orsi sono finiti, custodirli costa e allora si passa all’annientamento perché la legge dell’uomo ‘stronzo’ lo consente. Kj1, come tutti gli orsi, non sapeva ciò che faceva. Il suo ruolo nell’ambiente era fare l’orso. Ma non gli è stato concesso salvarsi. Nessuna opzione alternativa alla pena capitale. Non è stato imprigionato magari in attesa di trasferimento, ma brutalmente ammazzato dalle istituzioni che molte volte esibiscono il lato ‘cinico e cattivo’. Le leggi per la sorveglianza degli orsi ribelli prevedono anche l’uccisione, una normativa concepita dalla dittatura umana che nel regno animale non sussiste, perché è disciplinato, evidentemente dalla natura con le proprie regole che i bipedi umani, sempre più distanti da essa, non considerano, perché troppo immersi in un mondo fatto di malvagità e spietatezza. La montagna, spesso ci si dimentica che esiste in quanto habitat naturale, si pensa che sia solo un panorama da immortalare in uno scatto da incorniciare o territorio da utilizzare, magari abusivamente, per i propri ambigui e molto spesso sporchi affari, depauperandolo e violentandolo.


L’orso, tornando agli amici quadrupedi, non è perfido, la barbarie non appartiene loro. Probabilmente più all’uomo. L’orso asseconda il suo impulso, obbedisce al suo temperamento prudenziale. Non usa premeditazione e propositi, ma è dotato di una marcata percezione dell’autoconservazione e se capta una insidia attacca per proteggersi. Qualcuno, in alto, deve bloccare questo macello e trovare, perché ci sono, altre soluzioni come l’educazione e l’istruzione agli umani, la formazione alla coesistenza e il rispetto per gli animali e, quando è necessario, operare il trasferimento degli stessi in altri luoghi più consoni evitando di abbatterli. Anche l’orso ha una anima e, in quanto essere vivente, anche una dignità. Ma l’uomo molto spesso non lo capisce, lo ignora, perché preferisce il cagnetto da ‘comodino’. E’ molto più addomesticabile e ruffiano. Di bestie feroci ne esiste solo una…l’uomo.

Foto di Elizabeth Meyers su Unsplash

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