Le morti nel Mediterraneo, la rivincita di Lucano e l’astensionismo. L’analisi di Francesco Violi
L’alternativa esiste. Quando circa 20 anni fa diventava sindaco di Riace, Mimmo Lucano non immaginava di fare il percorso che ha fatto nel bene e nel male. Egli aveva “ ereditato” un paesino spopolato e con poche risorse: la gente era andata via in cerca di condizioni migliori per vivere chi al nord, chi all’estero, emigrati che ormai non tornano più nemmeno per le vacanze estive. Voleva fare qualcosa per invertire la tendenza o il paese si sarebbe spento presto con la diaspora dei suoi abitanti. Certo non poteva convincere i sui compaesani a tornare: ormai si erano rifatti una vita altrove, migliore, con meno fatica. Guardava il mare, in una calda giornata di estate, mentre era immerso nei suoi pensieri, e nel mare vide un puntino scuro che diventava sempre più grande. Quando la barca si accostò alla riva videro che era piena di gente stremata dalla fatica e dalla sete. Senza perdersi d’animo egli, con i suoi amici, prestò loro soccorso. Gli era sembrata una cosa naturale fare quello che ha fatto, come in seguito ospitare i migranti, un dovere ancestrale forse ereditato dall’origine greca dove l’ospitalità “xenia” era sacra. Aveva visto negli occhi di quei poveracci gli occhi dei suoi compaesani andati via, non poteva ignorarli, doveva accoglierli anche meglio di come, altri, avevano accolto i paesani e lui stesso, quando erano andati a lavorare al nord. Si è prodigato per ospitarli nel suo paese, occupando le case di quelli che erano andati via per sempre, poi per ottenere i permessi di soggiorno o le richieste di “rifugiati politici” . Ha rianimato, non senza difficoltà un paese. Doveva poi lavorare per integrarli: insegnare loro a parlare qualche parola, i nostri usi e costumi, mandare a scuola i minori, insegnare un mestiere. È stato quasi un azzardo, ma con la volontà e gli sforzi degli amici delle associazioni, l’esperimento era riuscito con il beneplacito di molti e l’avversione di pochi, oppositori feroci perché il suo esempio era la negazione di quello che loro, venditori di odio, dicevano in giro. Parole come “invasione”,” sostituzione etnica”, “occupazione dei posti di lavoro degli italiani”, “professione di fede musulmana”, “aumento della criminalità” non appartengono a Lucano o almeno non lo hanno mai preoccupato.
Aveva risolto due problemi con la sua azione umanitaria: si ritrovava il paese pieno di gente e aveva fornito aiuto a persone che avevano bisogno, che scappavano, disperati, da guerre, da carestie, siccità causate dai cambiamenti climatici in atto che i “potenti” hanno deciso di ignorare. Egli non ha mai cercato l’evidenza, la fama né la scalata politica al di fuori del suo comune, voleva solo fare il bene del suo paese ad ogni costo. Ma era un simbolo, non voluto, ma un esempio che dimostrava esattamente l’opposto di quello che alcuni leader di forze politiche populiste andavano raccontando nei comizi. Era da eliminare da distruggere politicamente, era nulla e doveva tornare nulla per non lasciare traccia! I suoi nemici sono passati al contrattacco. Trovato un magistrato compiacente e testimoni è cominciato (nel 2018) un incubo per Mimmo, un iter giudiziario durato parecchi anni fino al, quasi completo, proscioglimento delle accuse. Egli non ha mai inveito contro i giudici, ha sempre avuto fiducia nella giustizia. Non ha mai mostrato risentimento verso i suoi nemici, certo di avere ragione. Ora rieletto Sindaco e contemporaneamente Parlamentare Europeo, potrà ricominciare il suo sogno, poi porterà la sua esperienza concreta in Europa, non un modello da seguire per “cambiare” l’Europa ma un esempio, una possibilità di imboccare una strada differente da quella confusa e contraddittoria seguita dai vari Stati fino ad adesso su temi come l’immigrazione. È’ consapevole che il problema è globale, non può essere affrontato da un singolo Stato in modo indipendente. La crescita di una nazione o di una federazione di nazioni inizia dalle categorie più umili: tutti devono avere la possibilità di vivere con dignità, di non essere discriminati perché stranieri o perché poveri. Inoltre, gli stranieri spesso maschi adulti, dopo un breve periodo transitorio per imparare la lingua e un mestiere, potranno lavorare e offrire più valore aggiunto al paese che li ospita.
Ma siamo consapevoli che il compito è arduo, quasi impossibile, oggi, i governanti, mettono sullo stesso piano i trafficanti di uomini e le vittime dei trafficanti, si tenta di perseguire i criminali, ma si vogliono scacciare gli stranieri che sono già sul suolo europeo anche quando hanno già un contratto di lavoro, per una sorta di protezionismo, per la preservazione della “razza” e altre follie di questo tipo . Idee molto pericolose che prendono sempre più piede, contro le quali non abbiamo difese. Stanno già studiando le mosse, i nemici ( politici, giornalisti venduti al potere ecc.) di Lucano, affilano le armi pronti per sferrare un nuovo attacco: non è un uomo pericoloso, Lucano, per la maggior parte degli uomini di questo mondo, è un uomo mite, non farebbe male ad una mosca, ma è l’incubo dei sovranisti.
Mentre i naufragi nel mediterraneo si verificano con cadenza giornaliera allungando la lista dei morti e dispersi, i nostri governanti continuano a lanciare proclami razzisti, ma quello che più grave sono le decisioni che prendono: vogliono costruire un CPR in ogni regione dove internare fino a 18 mesi gli stranieri ( che non hanno commesso reati) in attesa di rimpatrio. Quando ci si chiede se siamo ormai in una dittatura che ormai non si nasconde più. La risposta à affermativa, non ci sono più dubbi! Ma di chi è la colpa? Certamente del 25% di elettori che danno il consenso ai despoti ma anche del 50% di elettori che, fregandosene, non vanno a votare.
Prof. Francesco Violi