L’associazione Gente in Aspromonte organizza un’escursione alla Fortezza di Gioiosa Ionica ed al sentiero “La Via dei Mulini”
Cenni Storici
Gioiosa Jonica: Posta in posizione strategica al centro della Locride, la città, un tempo fortificata, fungeva da vedetta sulla vallata del Torbido a metà strada tra Reggio Calabria e Catanzaro. Storicamente legata alla vicina Marina di Gioiosa Ionica con la quale condivide le radici magnogreche, Gioiosa Ionica è una città che ci mostra infinite bellezze. Primo tra tutti è sicuramente il Castello dei Pellicano, che sorveglia la città dall’altura del promontorio roccioso a strapiombo sulla fiumara Gallizzi. A pianta trapezoidale con due torri, una a oriente e una a occidente e due grandi muraglie di difesa, il castello ha ingresso sul vecchio fossato, attraversabile grazie a un ponte in muratura. All’interno troviamo perlopiù i ruderi delle antiche stanze residenziali, bellissime scalinate e sotterranei non ancora esplorati. Datato XII secolo e a circa cinque chilometri dalla costa, il castello è stato dimora nobile delle famiglie Caracciolo e Carafa.
Descrizione del Sentiero
Un sentiero di rara bellezza naturalistica, lungo un itinerario che porta il visitatore a contatto con la natura incontaminata della vallata del fiume Gallizzi a partire dalla rupe di Gioiosa. Si possono qui visitare le opere incessanti dell’uomo per controllare le acque e sfruttarle, con la presenza di mulini ad acqua, acquedotti e fontane, case rurali, grandi muri di contenimento, il tutto in una grande varietà di verde spontaneo e di colture. Lungo le rive del fiume erano sistemate delle grosse pietre piatte sulle quali le donne, con i piedi immersi nell’acqua, sbattevano ripetutamente la biancheria da lavare, dopo averla strofinata con il sapone fatto in casa, per poi risciacquarla. La fiumara Gallizzi, affluente di sinistra del fiume Torbido, attraversa l’intero territorio di Gioiosa Ionica. Nei secoli scorsi, quando l’agricoltura costituiva ancora una delle poche risorse economiche per la popolazione del paese, le sue acque erano un elemento di enorme importanza da cui dipendevano sia l’abbondanza dei raccolti sia il tenore di vita delle famiglie. É stato accertato che lungo il percorso della fiumara esistevano ben 13 mulini ad acqua, molti dei quali oggi sono ridotti allo stato di rudere, essi si chiamavano:
01 – ‘U mulinu d’i Cruci (proprietà dei Pellicano); 02 – ‘U mulinu ammenzu (Pellicano); 03 – ‘U mulinu ‘i Carnì; 04 – ‘U mulinu novu (Pellicano); 05 – ‘U mulinu ‘i ddo’ Micheli; 06 – ‘U mulinu ‘i Linaris (Linares); 07 – ‘U mulinu ‘i survara (Sorbara); 08 – ‘U milinu d’u Battaràru (Mantegna) 09 – ‘U mulinu ‘i Franci ‘i Pizzata; 10 – ‘U mulinu ‘i Nicola ‘i Pizzata; 11 – ‘U mulinu ‘i donn’Antoni Pellicanu; 12 – ‘U mulinu ‘i Conzu d’u baruni Macrì; 13 – ‘U mulinu ‘i Petrulìu.
Per quanto riguarda il percorso, si parte dal piazzale della vecchia pretura, si prosegue in direzione del torrente Gallizzi e si percorre il letto del torrente fino alla località Fiumarina. Questo tratto permette di ammirare mulini ad acqua, frantoi, case coloniche e muri a secco per il contenimento del terreno, tutte opere puntualmente in rovina che lasciano immaginare la vita intensa di questi luoghi in tempi anche non troppo lontani. Poco oltre, in località Terra Rossa, si ritorna indietro percorrendo lo stesso percorso. Pomeriggio visita al Castello dei Pellicano.
Associazione Gente in Aspromonte