Roccella Bene Comune: “Porto allo sfascio, l’amministrazione ignora le proteste dei cittadini”
Ci siamo chiesti tutti perché i governanti comunali uscenti (o meglio i due che da soli hanno fin qui amministrato la città) avessero pescato in Sardegna una anonima figura, sconosciuto a tutti, per ricoprire il ruolo di amministratore unico del porto. Oggi, dopo pochi mesi e i tanti danni già fatti (compreso il ristorante chiuso per la prima volta nella storia per poi fare un finto bando), tutto è più chiaro.
Per primi se ne sono accorti i tanti appassionati diportisti che animano i pontili con le loro imbarcazioni. Con l’insediamento del signor De Cet, hanno visto banchine inutilizzabili per mesi, nuovi divieti e contratti a tariffe maggiorate (e di molto) con nuove condizioni capestro. Dei clienti storici, che da anni finanziano le attività, sembra non importare nulla. Il nuovo amministratore, dopo averli intrattenuti a lungo con una “presunta lezione di diritto” su contratto e rapporto con il comune di Roccella (“mancanza di controllo analogo e quant’altro”), glielo ha detto chiaro e tondo: “potete tutti tranquillamente andarvene!” Questo è il succo e la risposta che il signor De Cet ha dato ai rappresentanti di un comitato spontaneo che si è formato in queste settimane, composto di quasi duecento diportisti, cioè praticamente tutti i clienti stanziali del porto. Altrove il cliente ha sempre ragione, qua invece l’attuale sindaco e “l’amministratore” da lui nominato, le ragioni nemmeno le vogliono ascoltare.
A metà marzo il sindaco ha ricevuto una lettera dai duecento diportisti, tutti onesti pagatori con il porto nel cuore, che hanno riferito dei problemi, chiesto di interessarsi e di avere urgente riscontro. Ebbene, ad oggi nessuna risposta neanche tramite gli uffici del porto. Barca o no, questi signori sono sordi alle tante motivate proteste dei cittadini. Al solito poi, il sindaco si è girato dall’altra parte e ha messo la testa sotto la sabbia, come fanno gli struzzi.
Andiamo nel dettaglio della lunga e indignata lettera dei diportisti, indispettiti anche dal fatto che dal porto, con slogan alla Vanna Marchi, comunicano nelle mail “…che i diportisti possono rinnovare pagando entro trenta giorni (anche se il contratto scadrà molto più tardi) lo stesso prezzo dell’anno scorso, dimenticando, forse ma ne dubitiamo fortemente, che chi l’anno scorso ha pagato 1.900 euro ora dovrà pagarne 2.100, chi ha pagato 1.370 pagherà 1.515 ecc.” Per prenderli in giro gli hanno detto che era l’adeguamento ISTAT ma è un aumento bello e buono del canone di oltre il 10% in media sulla tariffa di prima a cui va aggiunto il fatto che il contratto di prima prevedeva che i clienti avessero anche un buono omaggio per l’alaggio e varo della loro imbarcazione che ora gli è stato levato. Dicono ancora che, giusto in vista dei lavori e per i nuovi contratti che vanno a sostituire quelli di prima, “l’amministratore” ha fissato nuove condizioni di contratto in base alle quali chi soffre disagi per lavori o per altro non può lamentarsi o chiedere rimborsi.
Con la ripavimentazione del porto infatti (ma davvero era questa la necessità della struttura??), i diportisti non possono più accedere ai moli con le auto, per portare in banchina soggetti fragili e pesanti attrezzature, e parcheggiare poi nel retro porto. Gli è stato detto che il nuovo pavimento si sporca e che le auto, anche solo di passaggio, sono antiestetiche (affermazione del De Cet). Di cose antiestetiche al porto ce ne sono e alcune si sono aggiunte col suo insediamento: crateri all’ingresso, rottami, sporcizia, barche abbandonate che prendono fuoco mettendo a rischio le altre, altri moduli per i migranti, e, fa un po’ ridere, anche il nuovo arredo del porto. Brutte panchine e altri ingombri che certamente ostacolano il passaggio dei mezzi (anche quelli di soccorso) e che forse non sono stati messi a caso. Da quanto ci dicono i diportisti, infatti, la nuova pavimentazione del porto non solo non è robusta come quella di prima, ma apparirebbe malmessa e con strane pendenze, come si è visto nei giorni di pioggia. Si fanno cose del tutto inutili, a spese dei cittadini e senza nessuna funzionalità, anzi creando soltanto disagi.
Anche qui le giustificazioni del De Cet sono davvero “la qualunque”. Ai diportisti dice che i disabili saranno accompagnati con una golf car (agli anziani invece fa bene andare a passeggio). Ma davvero ce lo vedete un autista del porto a disposizione tutti i giorni, a ogni ora, dall’alba al tramonto? Ancor peggio per le attrezzature, dice il De Cet che saranno messi a disposizione dei carrelli per il trasporto a piedi. Anche qui, a parte che il carrello non risolve il disagio, ma se del disservizio lo sapevate da mesi, cioè il periodo della durata dei lavori, perché non vi siete muniti per tempo? . Gli utenti del porto hanno ragione a dire che le risposte date sono state “saccenti e provocatorie”. Giustamente reclamano di doversi caricare anche il carburante. Al porto insomma sembra di rivivere a specchio ciò che accade in città: sempre meno servizi e sempre tasse più alte. Il tutto condito con lo stesso modo arrogante e prepotente di fare.
Ciò dimostra, per l’ennesima volta, che i “governanti” in carica prediligono l’autoreferenzialità alla condivisione delle scelte con gli utenti del settore e i cittadini. Roccella ha bisogno di amministratori che operano scelte nell’interesse della nostra comunità. E’ necessario imprimere una svolta al paese verso un progetto che metta al primo posto gli interessi delle persone. Cari concittadini possiamo fare tanto per cambiare le cose. Basta poco per fare tanto, un voto.
Movimento politico culturale – Roccella Bene Comune