L’Italia che vorremmo

L’Italia che vorremmo

Del Prof. Francesco Violi

Continua l’”orbanizzazione” della nazione da parte del governo in campo, fine a se stessa e al mantenimento dello status quo, o meglio della transizione verso il potere assoluto, verticistico, unipolare con forze di contorno al partito di governo guidate da vassalli, venduti e obbedienti e carenti di idee e ancor più di valori umani, democratici, costituzionali e europeistici. Tutto quello che viene fatto non è finalizzato al buon governo, come propagandato, ma in prospettiva della propria demagogia retrograda e nostalgica di un passato fascista che vede come fumo negli occhi chi la pensa diversamente e chi festeggia il 25 aprile. Ma andiamo per ordine, quanto si sta consumando in questo periodo ha radici lontane: le leggi antidemocratiche, inutili e dannose per l’economia e per le classi più deboli della popolazione cominciano con i governi Berlusconi ormai quasi un trentennio fa. Vedi la legge Bossi-Fini, la mancata applicazione dello Ius-soli, le leggi elettorali, legge sullo scioglimento dell’amministrazioni comunali, le leggi “ad personam”, la disattenzione per la sanità, la scuola, l’economia, l’industria  e il lavoro. Continuando possiamo mettere in conto la legge elettorale, attribuita erroneamente alla controparte politica, ma voluta fortemente dalla destra che sostanzialmente snatura il voto democratico in quanto, votando,  si sceglie il simbolo del partito, ma non i nomi degli eletti, nominati successivamente tra gli amici e i parenti del capopartito. Il risultato di ciò è la  disaffezione dell’elettorato per la cosa pubblica e un astensionismo diffuso.

Veniamo ai giorni nostri: dopo aver preso il potere, la coalizione di destra ha fatto  e continua  a fare quello che gli è più congeniale, inasprimento delle pene per i reati più banali, accorpamento delle testate giornalistiche, dominio totale del servizio televisivo pubblico e privato, flat-tax e riforma del fisco per favorire le categorie più ricche, riforma della giustizia per eliminare l’abuso di ufficio e limitare le intercettazioni telefoniche ai polititi (deputati e senatori per intenderci), Premierato e cambiamento della Costituzione, autonomia differenziata, cambiamento delle leggi sugli appalti, accorpamenti, accentramenti del potere per tutti gli enti e le società che hanno portafoglio e gestiscono risorse. Leggi che riguardano il sociale, che dovrebbero favorire le nascite di “Italiani” per contrastare la “sostituzione etnica” di Lollobrigida, invece di dare la cittadinanza ai nati in Italia, loro malgrado, da coppie straniere; battaglie feroci contro la “immigrazione clandestina” criminalizzando le vittime della tratta: centro di “deportazione” o CPR in Albania, che tra l’altro costerà un miliardo di euro all’anno, per fare campagna elettorale sfruttando la paura degli italiani per “l’invasione dei migranti” smentita  dalle statistiche che registrano una diminuzione delle presenze straniere negli ultimi anni. Se a  questi aggiungiamo gli italiani, giovani e istruiti a spese del (ex) bel paese, che vanno via, la forza lavoro diminuisce sempre più, come si evince dall’economia in declino. Forse avremmo bisogno di CDA (centri di accoglienza) dove istruire i profughi per avviarli al lavoro e salvare quel poco che è rimasto, altro che CPR! Guardate come cresce l’economia della Spagna, dove la classe dirigente è proiettata al futuro e al concreto. Qui abbiamo al governo i riciclati dai vecchi governi Berlusconi che hanno portato alla crisi economica del 2008 culminata poi nel 2011, che presto porteranno al disastro, restii come sono alle innovazioni, ai cambiamenti tecnologici, che rinunciano perfino di inseguire il cambiamento epocale che avviene attorno (vedi automotive), pensando di fare i nostri interessi.

Un esempio del disastro degli accorpamenti, lo abbiamo nostra regione: il nostro presidente Occhiuto, ha provveduto ad accorpare, tra gli altri, l’ente per la raccolta dei rifiuti e anche i Consorzi di Bonifica che adesso fanno parte di un unico consorzio con sede a Cosenza. (Per intenderci, il Consorzio di Bonifica è quell’ente che manda l’antipatica tassa annuale a chi ha almeno un metro quadrato di corte intorno alla propria abitazione, giustificandolo con ipotetiche opere di protezione ambientali). Per  la maggior parte dei cittadini è, e rimane, solo una tassa ma il consorzio si impegna  a fornire, con pagamento ulteriore  proporzionale al consumo, l’acqua irrigua per le coltivazioni. Ebbene quest’anno la costa ionica meridionale, quella dove sono presenti le maggiori  coltivazioni di bergamotto,  ha subito una delle peggiori siccità della storia, a differenza della costa tirrenica dove le piogge sono state persino eccessive. Il consorzio di bonifica unificato, naturalmente come ci si aspettava, non ha  mandato un tecnico per la gestione delle pompe di sollevamento dell’acqua con il risultato di coltivazioni a secco durante la fioritura, e ciò  compromette il raccolto e perfino la sopravvivenza delle piante. Di cosa avrebbe bisogno la Nazione? Basta guardarsi attorno: non esiste una politica sul lavoro, non esiste la possibilità di assumere un operaio, regolarmente, per brevi periodi; non esiste un salario minimo per cui  enti pubblici e privati, a volte, assumono personale sottopagato. Non esistono abbastanza controlli sugli appalti, sulla sicurezza sul lavoro, operai privi di esperienza lavorativa vengono mandati a svolgere mansioni di cui non hanno esperienza  con il rischio alto di incidenti gravi.

Il costo dell’energia è costante, troppo alto per le industrie ed incide sulla competitività per cui tutti gli industriali scelgono di delocalizzare altrove. E pensare che il costo dell’energia, con l’uso di fonti rinnovabili,  continua a scendere, ma i nostri governanti fanno finta di non accorgersene: non hanno costretto le “lobby dell’energia” ad abbassare  i prezzi né le hanno tassate. Servono politiche per incentivare la transizione energetica, bisogna liberarsi dalla dipendenza del petrolio e dal gas, non solo per salvare l’ambiente ormai agonizzante, ma per non dipendere da fornitori come Russia e Iran. Ma i nostri governanti fanno la corte ad Orban, filorusso, pur dichiarandosi “Atlantisti”, per rassicurare gli elettori, ma in realtà, presto e ben volentieri, cadranno nella sfera di influenza russa. In altri termini siamo destinati a cadere nelle mani dei sovietici che ci conquisteranno senza combattere, visto  come è stato preparato il terreno. All’opposizione e in particolare alla Schlein  darei un consiglio: di badare a cose concrete senza, ovviamente, trascurare il sociale, di lasciar perdere alleanze improbabili con traditori, anzi rinnegati, come quelli di Italia Viva e Azione, che hanno determinato la vittoria della destra alle elezioni in Basilicata, ma che a livello nazionale non potranno essere incisivi. Di cercare alleanze con la sinistra, quella coerente, che non cambia idea tre volte a settimana, e cercare di convincere gli elettori sulle cose da fare, le leggi da cambiare, i referendum, la controriforma progressista contro i retaggi di questa classe dirigente e di quelle che l’anno preceduta, e, per tutto quello che hanno combinato, di lavoro ce n’è tanto!  Di lasciar perdere la battaglia contro il ponte sullo Stretto, tanto, viste le capacità dei personaggi che sono scesi  in campo per costruirlo, risorse a parte, non andranno lontano.      

CATEGORIES
TAGS
Share This