Aiello: “In Italia si fa strada un fascismo senza camicia nera ma con vecchi connotati”
Questo giornale sostiene la Resistenza ucraina contro la criminale invasione della Russia, nella speranza che presto anche gli ucraini possano festeggiare il loro 25 aprile. L’opinione espressa nel seguente articolo in merito all’invasione russa non rappresenta la linea di Ciavula. Crediamo comunque corretto ospitare opinioni differenti dalla nostra e pur nella diversità di opinioni ringraziamo Pasquale Aiello per i suoi contributi e le sue riflessioni. NdR
di Pasquale Aiello
Probabilmente per non aver mai fatto i conti fino in fondo con il passato, forse per non averlo mai eradicato definitivamente e sicuramente anche per aver sottovalutato gli eventi degli ultimi anni, un fascismo nuovo, in Italia, magari senza fez e camicia nera, ma indubbiamente con vecchi connotati, si sta facendo strada. Altri fascismi, o quantomeno creature simili, sono passati in paese prima di questo e, purtroppo, sono stati tollerati perché vestiti con abiti diversi. “…il fascismo è un virus mutante”. Oggi, ahimè, i segnali arrivano dai provvedimenti di stampo reazionario e oscurantista che questo governo italiano ha messo in campo da quando è in carica dal 2022. Il cosiddetto “decreto anti-Rave”, escogitato per colpire, anche fisicamente con i manganelli, il diritto allo sciopero degli operai e le manifestazioni di protesta di giovani studenti che semplicemente esprimono nelle piazze il proprio pensiero e disapprovazione. L’occupazione di tutti i canali pubblici della comunicazione per tacitare le voci del dissenso. Le disposizioni contro i migranti, contenute nel “decreto Cutro” che puniscono le ONG che li soccorrono in mare, calpestano i diritti di ognuno durante la permanenza nei ‘lager’ e accompagnano la conseguente cacciata dal territorio nazionale. Punizioni sproporzionate con multe esagerate ai giovani che protestano contro il flagello climatico, tra occupazioni stradali o magari azioni ‘fantasmagoriche’, ma non irreversibili, su edifici e opere pubbliche. La proposta di premierato da scambiare con la parte leghista, in permuta con la malfamata secessione imbonita dai ciarlatani con la altrettanto famigerata autonomia differenziata. Nuove norme impositive e restrittive per contenere i ‘grandi eventi terroristici’ con repressioni, cariche e ‘legnate’. Viceversa, invece, si assiste alla assoluta impunità per gli agenti che ‘picchiano’ studenti inermi colpevoli di protestare pacificamente e per gli squadristi neofascisti capitolini nostalgici del ventennio e della “Repubblica di Salò” che commemorano il duce oppure i neonazisti del varesotto, che in tutta serenità, con la polizia che fa da spettatrice non pagante, possono organizzare senza rischio alcuno le loro scorribande e raduni, ostentando squallidi saluti romani e cantando miserevoli canzoni che inneggiano al fuhrer e negano l’olocausto. “…il grembo da cui nacque è ancora fecondo”.
La Costituzione antifascista italiana è aggredita quotidianamente dalla politica retrograda dell’attuale governo che calpesta e deprime i diritti in essa contenuti. In questo 25 Aprile del 2024 è importante evidenziare tutto ciò per suonare un campanello d’allarme. Tratti distintivi di un neofascismo che persegue ancora lo stesso obiettivo, fiaccare e svilire la concezione di giustizia e uguaglianza nonché il sistema democratico rappresentato dalla stessa Costituzione.
Questa giornata, che non è solo ricordo e memoria ma pure il presente, oggi purtroppo, tra riti e celebrazioni porta con sé anche una raccapricciante e sconvolgente spirale di guerre e distruzione in cui il paese è coinvolto e anche complice. Armi all’esercito nazista dell’Ucraina la quale per conto del padrone yankee e la promessa di entratura in NATO, ha messo a disposizione il suolo e la vita dei suoi cittadini per combattere contro l’impero di Russia. Sostegno al governo sionista di Israele che da decenni occupa, con l’esercito e per mezzo dei suoi ricchi coloni, le terre di Gaza e Cisgiordania e sta perpetrando un vero e proprio genocidio nei confronti dell’intera Palestina. Un connubio preoccupante dunque, da contrastare, fascismo e sionismo, due facce della stessa brutta medaglia. Un governo, quello italiano, infarcito di guerrafondai, che, seguendo i comandamenti di madre NATO, utilizza risorse pubbliche per gli armamenti a discapito dei salari, dello stato sociale, dell’istruzione e anche del diritto alla salute, smantella sempre più la sanità pubblica a favore del privato, sta portando l’Italia in guerra e mira a distruggere la storia della Resistenza che resta il pilastro della Costituzione di questo paese.
Raccogliere, allora, l’esempio dei partigiani in questo 25 Aprile, vuol dire opporsi all’invio di armi sui teatri di guerra, contrastare il coinvolgimento del nostro paese in guerre che non ci appartengono, vuol dire pretendere un immediato ‘cessate il fuoco’ e un tavolo di trattative in Europa per una pace stabile e duratura. Essere antifascisti oggi impone partecipare e prendere posizione, significa schierarsi contro il massacro dei popoli e stare al fianco dei nuovi movimenti di resistenza che si oppongono al colonialismo e all’imperialismo. Significa, soprattutto, stare a fianco dei fratelli Palestinesi. Significa vergognarsi e dire basta a tutto ciò che sta avvenendo. “…odio gli indifferenti”. L’antifascismo non è uno slogan, non basta dirsi antifascisti, se si è lo si è dentro e lo si vede con i comportamenti. E’ un modo di vivere, una scelta di vita fin nell’anima.
Oggi, essere partigiani e antifascisti significa lottare per la difesa della Democrazia, della Pace e l’autodeterminazione di tutti i popoli, significa contribuire alla formazione di uno schieramento democratico, solidale e internazionalista di lotta più esteso possibile, per abbattere il nuovo nazifascismo e il suo disegno di presidenzialismo e totalitarismo, da qualsiasi parte provenga e in qualsiasi parte del mondo.