Aiello: “Il governo Meloni tratteggia un disegno che ricorda tempi infausti”
L’attuale governo Meloni, in carica da Settembre 2022, sta tratteggiando, col proprio programma, un disegno reazionario che ricorda tempi infausti in Italia. Comincia, appena eletto, dall’occupazione di tutti i bunker del potere borghese, le cosiddette ‘casematte’ della società civile tra le quali la scuola, i media, e le organizzazioni culturali in genere, procede con le politiche dell’accoglienza che chiamarle disumane è un eufemismo, propone l’elezione diretta del presidente del consiglio, da scambiare con l’autonomia differenziata della lega, si esibisce in una ostentazione di politiche guerrafondaie e tira fuori gli artigli per avvilire e scoraggiare il diritto di sciopero e quello di manifestare liberamente le proprie idee. Nell’anno da poco trascorso, tanto per dare un assaggio, questo governo si è lanciato in un attacco al mondo operaio arrivando perfino, in occasione dello sciopero generale dei trasporti, a firmare la precettazione per obbligare i lavoratori a non assentarsi dal lavoro.
Di sicuro il mondo sindacale non ha apprezzato, anche se, a onor del vero, non ha mostrato la dovuta fermezza, nell’esercizio della tutela dei diritti dei lavoratori. Si prosegue con una forte repressione, tramite i soliti celerini della polizia, armati dei consueti manganelli, nei confronti degli studenti che manifestano in sostegno del popolo palestinese vittima di genocidio da parte dello ‘stato’ israeliano, barbaro e sionista, che il governo italiano stesso sostiene. Tutto ciò per avvertire che in Italia è vietato scioperare e parlare di Pace e non sarà tollerato alcun segno di disubbidienza o ribellione. Ma l’esordio, macchiato con morti, del governo in carica, che nessuno potrà mai dimenticare, è avvenuto poco più di un anno fa, allorquando un barcone della disperazione con circa 180 migranti, molti dei quali bambini, è stato lasciato affondare nello specchio d’acqua davanti a Cutro in Calabria, nonostante le segnalazioni, senza che ci fosse il minimo soccorso, tranne i tentativi disperati di aiuto di gente del luogo.
Così, tanto per far capire come si ha intenzione di gestire l’accoglienza di tutta quella gente che scappa da guerra e fame. Tutte le circostanze e i dettagli della vicenda rivelano comportamenti politici e istituzionali con un profilo feroce. Una tematica, per il governo attuale, quantomeno fastidiosa, che considera le persone deboli e indifese solo un ‘carico residuale’, da collocare in ‘zone di stoccaggio’ magari in attesa di offrirlo eventualmente ai padroni dello sfruttamento nell’edilizia dove poi muoiono per mancanza di misure di sicurezza o nei campi a schiattare sotto il sole rovente dell’estate. Avvertimento ai migranti dunque: ‘non mettetevi in acqua per venire da noi perché non avrete alcun aiuto’. Un altra dimostrazione di come questo governo stia procedendo alla conquista autoritaria dello stato, è la collocazione delle sue pedine più disciplinate e sottomesse, all’apice dei punti nevralgici del potere nella società civile. A scuola diktat di stampo conservatore e oscurantista, mentre nel mondo della comunicazione purghe e turn-over, eseguiti soprattutto nella Rai, sono l’esempio più lampante. Direttori e giornalisti fedelissimi, ‘blocco unico’, per occultare ogni cosa e soffocare ogni voce che dissente dal pensiero unico, perfino l’arte che in alcuni casi si permette il lusso di gridare ‘cessate il fuoco’.
Un tempo se non altro esisteva la ‘spartizione’. In politica economica l’Italia è pedina di comodità dell’Europa, in politica estera invece, intanto che si gioca a dirigere l’assemblea del G7, si è sempre e comunque stretti dall’abbraccio letale dell’atlantismo, mostrandosi continuamente succubi dei grandi signori della guerra, gli USA, che con logica tipicamente imperialista scatenano guerre e sostengono conflitti in giro per il mondo, per poi sedersi tutti insieme, Italia compresa, al tavolo della ricostruzione e dell’assistenza ognuno con le proprie multinazionali di riferimento, immettendo ‘pecunia’ nelle casse di un capitalismo spietato e cruento. Infine, la riforma delle autonomie regionali, vero schiaffo alla solidarietà tra popoli, nuovo colpo fatale alla questione meridionale, nonché probabile ulteriore causa di morte per tanti cittadini impossibilitati a curarsi. Una secessione camuffata, da barattare con la proposta del ‘premierato’ ovvero eleggere il presidente del consiglio direttamente dal popolo così che possa avere pieni poteri delegittimando parlamento e presidente della repubblica, con l’obiettivo di stravolgere l’impianto democratico della Costituzione per superare, con l’autoritarismo, in modo stabile e permanente le disposizioni pluraliste racchiuse in essa e far cadere nell’oblio la memoria della Resistenza da cui la stessa ‘Carta’ nasce. Da più parti, dal basso, si comincia a pensare che davvero è il momento che tutti i sinceri democratici e antifascisti, sparsi ovunque, nella società civile, si uniscano e si ricompattino, come probabilmente, guardando a tutte le manifestazioni di protesta, sta avvenendo, per erigere un solido argine a ciò che potrebbe nuovamente essere, se il popolo tergiversa. L’auspicio è che il nuovo conflitto sociale che sta deflagrando a tutela della Libertà e della Democrazia, divarichi sempre più le lotte intestine per la supremazia nell’esecutivo e metta in risalto i contorni nostalgici che questo governo giorno dopo giorno sta scoprendo.
Pasquale Aiello