Tutte le criticità del progetto del Ponte sullo Stretto svelate dalla Commissione Scientifica
La commissione scientifica della Società Stretto di Messina, il 29 gennaio u.s., ha espresso il proprio parere sul progetto definitivo del 2011 aggiornato (?) per il collegamento stabile tra la Sicilia e la Calabria (Ponte sullo stretto di Messina).
Il parere è “positivo” fatte salve una serie di considerazioni, osservazioni e raccomandazioni riassunte in 68 punti del documento.
In altri termini si tratta di un parere subordinato che vincola il progettista a una serie di adempimenti per la stesura del progetto esecutivo.
Il progetto ha pertanto svelato definitivamente tutte le sue carenze strutturali, i dubbi sulla sua fattibilità, i rischi enormi che comporterebbe la costruzione del Ponte e che potrebbe trasformare tutta la procedura nel più grande e tragico fallimento ingegneristico della storia.
Nel documento si evidenzia l’inadeguatezza delle regole di progettazione adottate ed inoltre mancano, per l’impalcato e i piloni, le prove esaustive di resistenza ai terremoti e ai fenomeni atmosferici estremi in rapporto alle tecniche di assemblamento previsti. Particolarmente preoccupanti sono i rilievi sull’idoneità dei materiali che, invece, andrebbe aggiornata sulla base dell’evoluzione tecnologica e approfondita in rapporto alle sollecitazioni del duplice esercizio ferroviario e stradale.
Si sottolineano, poi, le carenze in tema di compatibilità e sostenibilità ambientali secondo i parametri assunti dall’Unione Europea.
Alla luce del parere prodotto appare evidente, dunque, che gli annunci fatti dall’attuale governo sull’imminente cantierizzazione dell’opera sono per lo meno affrettati e indicano mancanza di rispetto nei riguardi delle comunità coinvolte.
E’ arrivato il momento che le amministrazioni dei comuni interessati facciano sentire la propria voce per dire il proprio no al mito del Ponte chiedendo, piuttosto, un impegno concreto di risorse per la tutela e lo sviluppo del proprio territorio. Non ci possono essere più alibi! Le carte sono finalmente arrivate. “Password” o meno i giochetti sono finiti. Non ci si può più nascondere dietro un dito: è lo stesso Comitato Scientifico della Società Stretto di Messina – va ribadito – a certificarlo in un parere che, nello specifico, individua i limiti della “relazione di aggiornamento al progetto definitivo” prodotta da Eurolink.
Europa Verde e il Partito Democratico lo dicono da tempo ma adesso siamo arrivati alle “confessioni” pubbliche.
Entriamo allora ancora un po’ nello specifico:
1. il progetto “aggiornato” (?) manca di studi essenziali per la realizzazione dell’opera;
2. si auspica l’utilizzo di acciai differenti da quelli previsti;
3. si censura la carenza di garanzie circa componenti essenziali;
4. si chiarisce che non sono stati usati modelli affidabili per la gestione degli effetti delle turbolenze del vento;
5. non sono stati approfonditi con cura gli studi sismici;
6. non sono stati studiati opportunamente gli effetti potenziali di un maremoto (e se arrivasse nelle fasi di cantiere?).
E ci fermiamo qui ma potremmo andare avanti per per i 68 punti contenuti, come detto, nelle prescrizioni formulate dal comitato tecnico non delle Sinistre o dei Verdi ma, va sottolineato, della stessa Società che dovrebbe affidare all’appaltatore la realizzazione del Ponte.
Ciò che colpisce e che va stigmatizzato politicamente, inoltre, è la retorica utilizzata in questi documenti propedeutici, è il tentativo ormai scoperto, chiaro, non più “segreto”, di confondere le acque, di anestetizzare i territori, di tacitare ogni critica, utilizzando una “neo lingua” simulatoria.
Un esempio?
Questo parere espresso dal comitato scientifico è qualificato come “positivo”, fatte salve, però, “le
considerazioni, osservazioni e raccomandazioni” – e sono tante – previste nello stesso parere.
Cosa vuol dire?
Vuol dire che “scientificamente” il progetto “aggiornato” dalla Stretto di Messina avrebbe meritato una sonora bocciatura, che andrebbe rifatto totalmente prima di giungere al progetto esecutivo.
Si può giustificare questo enorme “autogol” – ecco perché i “manovratori” non hanno mai avuto voglia di pubblicare e diffondere questi documenti – accontentandosi della strana difesa secondo la quale gli studi per il Ponte sono ripresi da altri studi per opere simili?
Ma Salvini non ci ha abituato a considerare quest’opera Unica e Straordinaria?
La dimensione colossale del Ponte – e della devastazione territoriale che si porta dietro – non ne moltiplica la complessità in modo esponenziale?
Villa e Messina non meritano studi, valutazioni, interventi, analisi, attenzioni, precauzioni, specifiche e tarate specificamente sui nostri luoghi?
O un aggiornamento e progettino frettolosamente messo in piedi in Val Padana va bene lo stesso?
Siamo al ridicolo, il “re è nudo”, facciano pace con scienza e coscienza e riconoscano questo enorme errore!
Gerardo Pontecorvo
Segretario Federazione metropolitana RC di Europa Verde/Verdi
Antonio Morabito
Segretario Metropolitano Partito Democratico Reggio Calabria
Enzo Musolino
Segretario cittadino PD Villa SG