Testimonianza di una sanità malata
È normale che un paziente sia costretto, dopo aver effettuato una lunga fila in ospedale, ad attendere altre ore per avere una prescrizione dal medico di famiglia? Certamente no. Ma oltre a non essere normale, è anche un reato. Quante volte ci siamo sentiti dire “Le analisi le segna il medico di famiglia” o “Poi le medicine ve le prescrive il medico di base”. Ebbene, questo comportamento costituisce un danno per il paziente ed è del tutto illegittimo. Fin dal 2005, infatti, esiste l’obbligo per il medico specialista che ritenga opportuno richiedere ulteriori consulenze specialistiche o ulteriori indagini formulare direttamente le relative richieste sul ricettario regionale. Lo stesso vale per i farmaci. Lo specialista dunque che non rilascia la ricetta determina un danno al paziente, costretto a un gravoso andirivieni dagli ospedali agli studi dei medici di medicina generale per inutili trascrizioni, ma anche al medico di famiglia, che sempre più spesso si vede contestare dall’ASP queste prescrizioni, e alla stessa amministrazione pubblica, che non può così identificare i diretti ordinatori di spesa per le prestazioni sanitarie ai fini della programmazione per ottimizzare l’uso delle risorse disponibili, verificare l’appropriatezza degli interventi e stabilire se e dove sono necessari opportuni correttivi. Tutto questo per non sprecare “il tempo“ di una ricetta. A voi sembra giusto?
Michele Protesta