Alla scoperta della fortezza di San Giorgio Morgeto con l’associazione escursionistica “Gente in Aspromonte”
Cenni Storici: San Giorgio Morgeto è famosissimo per via delle sue strade strette. Tra queste ricordiamo il passetto del Re, un vicolo largo solo 40 cm che fungeva da via di fuga dal Castello per il Re Morgete in caso di attacco alla sua fortezza. La caratteristica principale del paese di San Giorgio Morgeto è quella di somigliare ad un presepe. L’importanza che il paese rivestì durante i secoli è documentabile dai numerosi palazzi signorili che ancora oggi suscitano una notevole curiosità. La storia di San Giorgio Morgeto è caratterizzata dalla convivenza di potenti signorie che controllavano dall’alto i propri possedimenti terrieri a valle e in montagna.
Descrizione Sentiero: Si parte dal castello con i suoi 550 metri si segue la pista a sinistra tra i pini che presto conduce alla stradella in cemento verso contrada Calcare, al primo bivio a sinistra si costeggia la sponda del fosso Muscarà e si sale lungo la sterrata tra piante di castagno e macchia mediterranea. Dopo circa 30 minuti si arriva alla famosa fontana di Canalaci che sgorga ai piedi di un’icona dedicata alla Madonna della Montagna, si prosegue in lieve salita, alla prima biforcazione a sinistra si prosegue verso l’acquedotto di Andragaju (cosi lo chiamano i locali), prendendo poco prima a destra l’ingresso, attraverso un cancello in ferro, di un fondo privato che costeggia la scalinata dell’antica strada dei Mammolesi che porta ai Piani della Limina, unica via nel passato tra i Borghi di San Giorgio Morgeto e Mammola. Alla fine della scalinata, a sinistra, un breve tratto asfaltato condurrà verso una pista, tra i faggi, che costeggia il fosso Andriga, dove c’è l’ultima falda di monte Cappellano con i suoi 910 metri e dove incontriamo una bella macchia di ontani, si risale a destra verso la pista che si congiunge con la pineta di monte Zappino. All’incrocio con la strada bitumata dirigersi a sinistra verso la fontana del Cucco (tra le tante interpretazioni del toponimo che si danno pare più appropriata e pertinente quella dal greco antico che considera, il Cucco, la grande pietra triangolare sopra questa importante sorgiva di montagna). Per il rientro si ripercorrerà, a ritroso, lo stesso sentiero che abbiamo fatto all’andata.
Salvatore Lacopo – Gente in Aspromonte