Chiusura della SS 682 Jonio-Tirreno per 2 anni. Criticità infrastrutturali e possibili soluzioni di breve e lungo periodo
Da Gennaio 2024 l’ANAS chiuderà l’arteria di grande comunicazione che collega la Locride con la Piana di Gioia Tauro per 2 anni, la SS 682 Jonio-Tirreno della Limina. Scarne sono le notizie circa le motivazioni; pare che l’intera galleria della Limina, lunga 3,2 km (una delle più lunghe d’Italia), sarà oggetto di importanti lavori per adeguarla a standard di maggiori qualità e sicurezza.
Alla notizia di stampa data dal Presidente della Regione lo scorso luglio, è seguita una sfilza di dichiarazioni preoccupate soprattutto da parte di rappresentanti delle istituzioni e rappresentanze sociali ed economiche del versante ionico. E’ intuitivo che il venir meno del collegamento si rifletterà negativamente sulla vita di un territorio che vive ancora una situazione di marginalizzazione rispetto ai territori della dorsale tirrenica e del Centro-Nord Italia.
Si configura a tutti gli effetti una condizione di grave emergenza e necessita dunque pensare a delle soluzioni abbordabili in tempi brevi, ma soprattutto efficaci. L’evento può essere inoltre occasione per una riconfigurazione dell’arteria in prospettiva futura, per migliorarne le prestazioni e assicurare maggiori livelli di sicurezza.
Si possono ipotizzare interventi dunque su due orizzonti temporali:
A. Orizzonte breve, 6 mesi (Ottobre 2023 – Marzo 2024). Obiettivo mitigare gli impatti negativi il più possibile;
B. Orizzonte lungo, 24 mesi (Ottobre 2023 – Settembre 2025). Obiettivo un nuovo assetto viario che impedisca in futuro l’isolamento della fascia ionica
In entrambi i casi occorrono risorse finanziarie; ed è gioco forza un impegno preventivo dei governi nazionale e regionale, a valere anche su fondi PNRR. Se il Ministro delle Infrastrutture ha avuto il coraggio di cancellare importanti finanziamenti previsti per la fascia ionica (elettrificazione della linea ferroviaria ionica e potenziamento della ferrovia trasversale Catanzaro Lido – Lamezia Terme) a vantaggio di interventi infrastrutturali nelle regioni padane, dovrà assumersi la responsabilità di attribuire le giuste risorse per affrontare l’emergenza in questione. In particolare con immediatezza i fondi per l’esecuzione degli interventi sull’orizzonte breve, onde evitare il fermo dei lavori ed il prolungarsi dei disagi.
Si suggeriscono qui alcuni possibili interventi da realizzare sui due orizzonti temporali:
A. Orizzonte breve
1. garantire una viabilità alternativa con opere immediate e durature nel tempo, che possa essere utilizzata anche in futuro; assicurando anche la transitabilità di camion ordinari (non TIR o autotreni) e di pullman di linea; si suggerisce in particolare di:
– adattare la SP5 da Mammola allo svincolo della Limina in modo da creare un bypass del tratto in galleria, con lavori di ampliamento della carreggiata e di correzione del profilo, limitando le acclività e le curve più accentuate;
– adattare la SP80 da Antonimina verso lo Zomaro, proseguire sulla SP 36 che attraversa Canolo Nuovo e proseguire sulla SP 35, raggiungendo i Piani della Limina e la SP5, con lavori di ampliamento della carreggiata e di correzione del profilo, limitando le acclività e le curve più accentuate;
– adattare la SP1 Locri-Canolo-Cittanova-Cinquefrondi;
– disporre adeguata segnaletica con indicazione dei percorsi stradali:
2. potenziare i servizi di trasporto pubblico ferroviari, con materiale rotabile adeguato, in modo da garantire collegamenti veloci e frequenti; treni regionali dalla Locride verso Reggio Calabria, treni bimodali da Reggio a Lamezia Terme (tipo Blues) via Catanzaro Lido;
3. potenziare i servizi di trasporto pubblico su gomma: corse di autobus fra Mammola e Marina di Gioiosa e fra Cinquefrondi e Rosarno, con interscambio in stazione in corrispondenza del transito dei treni, corse di pullman fra Marina di Gioiosa e Rosarno sui percorsi alternativi citati al punto A1;
B. Orizzonte lungo
1. trasformare la SS 682 da Marina di Gioiosa a Mammola e da Rosarno a Cinquefrondi in strada a scorrimento veloce con due carreggiate separate per senso di marcia, interponendo uno spartitraffico a New Jersey; ed eliminando punti critici pericolosi ormai noti (accessi mal disegnati, rotatorie, ecc.);
2. adottare lo spartitraffico tipo New Jersey per separare le carreggiate laddove sono presenti 3 corsie di circolazione; si eviteranno così situazioni pericolose e ormai fuori norma in molti Stati europei (le strade a 3 corsie sono ritenute tra le più insicure in assoluto); in Nord Europa questo tipo di soluzione è ormai ampiamente diffuso;
3. dotare l’intero percorso di un sistema di monitoraggio del traffico, dell’infrastruttura e dell’ambiente (condizioni meteo-climatiche) in modo da intervenire tempestivamente in caso di situazioni emergenziali;
4. illuminare tutte le sezioni stradali critiche (entrata/uscita gallerie, svincoli, cambio di sezione viaria, curve pericolose, ecc.);
5. adottare un sistema di informazione dinamica mediante Pannelli a Messaggio Variabile (PMV), con messaggi regolati in rapporto a fenomeni critici, offrendo in particolare suggerimenti finalizzati a prevenire disagi o rischi.
Va da sé che gli interventi previsti nel breve periodo si potranno migliorare su un periodo di tempo prolungato, ma devono essere assunti come strutturali.
Domenico Gattuso – Presidente Associazione INdiCA – Ingegneria di Calabria