Scoperto nel catanzarese un capannone utilizzato per la produzione illegale di marijuana
Nella giornata di ieri, personale della Polizia di Stato, nell’ambito dei servizi finalizzati al contrasto del traffico di sostanze stupefacenti e dei reati in genere, ha individuato e posto sotto sequestro un ulteriore capannone, il terzo dall’inizio del mese, utilizzato per la produzione indoor di marijuana, localizzato in Provincia di Catanzaro, in agro del Comune di Amato.
Nel corso di detti servizi, personale della Squadra Mobile di Cosenza, della Squadra Mobile di Catanzaro e del Commissariato di P.S. di Corigliano-Rossano, ha effettuato una perquisizione presso un immobile sito nel comune di Amato (CZ), rinvenendo all’interno del fabbricato un impianto illegale per la coltivazione e la produzione di marijuana nonché copiosa sostanza stupefacente parte della quale già confezionata e pronta per essere commercializzata. All’interno dell’immobile, fra l’altro, erano state realizzate delle serre sia per il primo impianto dei bulbi, che per la dimora delle piante di marijuana già attecchite. Nello specifico, gli operatori hanno proceduto al sequestro di decine di sacchi in plastica, contenenti sostanza stupefacente del tipo marijuana, per un peso complessivo di 128 Kg nonché 21 vasi contenenti altre piantine di canapa indiana. Oltre allo stupefacente è stato rinvenuto copioso materiale strumentale al ciclo di produzione, tra cui: alimentatori di corrente, riscaldatori, ventilatori, tritatori, lampade da serra, termostati, filtri di aspirazione, un articolato quadro elettrico composto da magneto termici, multiprese e temporizzatori, aspiratori, tubi di aerazione, tappetini per impianto di semi, oltre a centinaia di sacchi e vasi contenenti terriccio. La struttura era dotata di autoclave utilizzata per l’irrigazione della piantagione indoor e il suo interno era coperto da un sofisticato impianto di videosorveglianza. Nella circostanza, si è accertato anche il furto di energia elettrica da parte dei soggetti che hanno realizzato l’impianto, i quali, attraverso azioni fraudolente, sono riusciti a limitare nel tempo la registrazione dei reali consumi.
Sono in corso gli approfondimenti da parte degli investigatori per identificare ed attribuire le responsabilità penali ai soggetti che avevano avviato la fiorente attività di coltivazione e produzione di stupefacente all’interno dell’immobile sequestrato.
Ufficio Stampa Questura Cosenza