“Preso di mira per la sua vicinanza a Mimmo Lucano”: solidarietà della CGIL Cosenza a Emilio Sirianni
Il potere in Calabria torna a mostrare con protervia il suo vero volto rimuovendo dall’incarico, con un voto a maggioranza del Consiglio Superiore della Magistratura, il presidente della sezione lavoro della Corte d’Appello di Catanzaro.
Il giudice, preso di mira per la sua dichiarata vicinanza a Mimmo Lucano, era stato indagato per favoreggiamento ed era stato prosciolto dalla procura di Locri; allo stesso modo il CSM aveva già archiviato un fascicolo in cui si valutava l’ipotesi della incompatibilità ambientale.
Così, mentre il ministro della Giustizia immagina di “rimodulare” e cancellare il reato di concorso esterno in associazione mafiosa e progetta di limitare drasticamente la pubblicazione del contenuto delle intercettazioni, l’organo di autogoverno della magistratura utilizza l’intercettazione di una conversazione privata – ampiamente pubblicata dagli house organs della destra – in cui il magistrato esprime delle opinioni e, cosa ancor più grave, lo fa mentre parla al telefono con l’ex sindaco di Riace e ne approfitta per rimuovere dall’incarico l’autorevole esponente di Magistratura Democratica.
Evidentemente si è voluto mandare ancora un segnale ai calabresi perché abbiano ben chiaro chi comanda da queste parti.
Non importa se per farlo si colpisce un magistrato che in questi anni abbiamo apprezzato per la serietà e il rigore professionale.
Nel tempo in cui sono stati fatti a pezzi le principali tutele e i diritti di chi lavora, il suo solido ancoraggio ai principi della Costituzione ha rappresentato per noi e per l’intero mondo del lavoro una garanzia ed un punto di riferimento e non potevamo certo tacere di fronte ad una punizione ingiusta ed immotivata.
Camera del Lavoro Cgil Cosenza