“L’italiano tipo” secondo il Prof. Francesco Violi

“L’italiano tipo” secondo il Prof. Francesco Violi

Di Francesco Violi

Tra pregi e difetti non è facile definire un Italiano di oggi, ma ben lungi da fare una rassegna completa e approfondita dei tipi che potremmo incontrare, proviamo, con un po’ di ironia, a individuarne i tratti, cioè a descrive noi stessi. Per età e per professione.

Se sei bambino, come tutti i bambini del mondo, cerchi di scoprire cose nuove e di divertirti ogni giorno, sia correndo dietro un pallone sia studiando a scuola;  se sei studente responsabile, una delle  paure che hai è quella  di non essere all’altezza dello studio che devi affrontare. Tutti gli studenti hanno l’ossessione del voto, anche quelli che studiano poco e disturbano durante le lezioni.

Se sei un operaio hai sempre paura di non trovare o di perdere il lavoro che hai, ti lamenti di prendere troppo poco rispetto all’impegno e alla fatica che fai.

Se sei un artigiano temi che il tuo lavoro non sia apprezzato e che devi pagare troppe tasse.

Se sei un lavoratore dipendente, (statale o privato ), hai l’ossessione di non arrivare a fine mese, imprechi contro l’aumento del costo dei beni, e se sei, in particolare, un insegnante conti sempre gli anni che ti mancano alla pensione, non perché ti sei stancato  degli studenti o dell’insegnamento, ma degli adempimenti burocratici che sono di contorno .

Se sei un padre, ti chiedi cosa hai sbagliato nell’educazione di un figlio scapestrato che magari non saprà mai badare a se stesso, o ti preoccupi, quando va via di casa,  per quello che gli può succedere. Ti preoccupi se non ha un lavoro, se non studia o se ha un lavoro che non gli piace, se va in giro di notte a divertirsi e a sprecare denaro e frequenta compagnie sbagliate.

Se sei un Indiano, che lavora nei campi, devi risparmiare per mandare  quanti più soldi possibile ai famigliari che hanno bisogno, anche a rischio della vita:  non puoi spendere 2,50 euro per il fanalino della bici!

Se sei straniero, in genere, più che il lavoro e il mettere qualcosa fra i denti,  ti chiedi cosa hai sbagliato per essere trattato cosi, che colpa hai se sei nato in un paese povero: ( non è che qui in Italia non ci sono problemi di povertà!) ,  ti guardano storto, non ti rinnovano il permesso di soggiorno anche se hai un lavoro! Che colpa hanno i tuoi figli, nati qui, per non essere considerati cittadini di questo paese?

Per quanto riguarda la vita sociale  e i diritti e i doveri, il cittadino Italiano ha un rapporto problematico con le istituzioni: conosce e pretende il rispetto dei diritti che ritiene importanti per lui, se ne infischia dei diritti degli altri, conosce i doveri ma spesso trasgredisce, o vorrebbe farlo, a discapito altrui, in poche parole cerca scorciatoie perché si sente più furbo. Pretende servizi:  pulizia degli spazi pubblici, strade efficienti, ospedali che funzionano, così  poste, scuole, parcheggi, spazi verdi ecc. ma è il primo a minarne, con il suo comportamento, l’efficienza.  

Spesso è smemorato, dimentica, quando viaggia,  sacchetti di plastica nelle piazzuole di sosta… Poverino, ma presto provvederà lo “stato”, con le telecamere istallate ovunque ormai,  a restituire al “legittimo proprietario” gli oggetti smarriti, ovviamente con qualche dispiacere per lui. 

L’Italiano ha una idea molto approssimativa dell’ambiente  e della sua salvaguardia, bada solo all’ambiente dentro casa,  usa in modo spropositato il condizionatore quando fa caldo e il riscaldamento quando fa freddo.

In istruzione e cultura, gli italiani si stano uniformando al resto del mondo, studiano e leggono poco, si affidano, per ogni cosa che non sanno o non sanno fare ,  al cellulare e alla banca dati di internet;  Il GPS sostituisce il loro senso di orientamento quando viaggiamo.   Lo smartphon  è sempre pronto in ogni istante a rivelare cosa succede nel mondo e a rivelare al mondo cosa facciamo e dove siamo.

È la nostra conoscenza effimera che scarica dati e notizie che non fanno parte  del nostro bagaglio culturale, che non possono essere controllate e rielaborate con razionalità per essere acquisite e comprese perciò  svaniscono quando si cambia pagina. Cerchiamo i giochi, le cose più assurde che altri fanno per attirare la nostra attenzione e, in qualche modo ci strappano una risata; nello stesso tempo  assorbiamo la pubblicità palese e occulta che ci fa desiderare cose che magari non useremo mai e mai compreremmo con il senno di poi.  La nostra generazione è cresciuta con il cinema e la TV il videoregistratore, le cassette a nastro per la musica, poi è venuto il tempo dei CD e del computer della foto digitale del navigatore satellitare. Nell’immaginario dei giovani di adesso ormai esiste solo il telefono cellulare che con le sue APP ha sostituito tutto il resto.

E in politica come se la cavano gli Italiani? 

A differenza di qualche decennio fa quando vi erano politici di professione, nel bene e nel  male, gli italiani si schieravano con questo e quel partito e facevano di tutto per eleggere il leader più congeniale alle loro aspettative, salvo poi ricredersi per le delusioni a cui andavano incontro  una volta eletto il soggetto.

Gira e rigira, ormai, il 60% degli italiani non va a votare, perché, tutti  dicono. “ I politici son tutti fatti della stessa pasta e una volta eletti badano a loro stessi e al potere e non a servire il popolo e la nazione nel suo complesso”.

E un politico al potere cosa pensa?  a cosa da importanza  nell’esercizio della sua funzione? Dipende

Se il politico è di Destra o di Sinistra. Se di Sinistra è ossessionato dai “diritti universali”, che possano valere in ogni luogo del mondo. Se di Destra, invece,  sono ossessionati dai “ reati universali”,  li cercano ovunque, tra la povera gente, tra le “devianze” giovanili, tra i migranti stranieri, vorrebbero imporli anche fuori dall’Italia anche se non hanno alcun potere,  ignorando che altri popoli hanno altre sensibilità e altri usi e costumi e intanto cancellano dal codice penale i reati (abuso d’ufficio)  che potrebbero commettere loro stessi, che già sono al potere,  per avere carta bianca su tutto, cioè più potere ancora! 

E se sono di centro?  a che cosa sono sensibili i centristi? Sono una categoria non ben definita che oscilla tra le posizioni di potere e l’opposizione senza fare scelte precise. Essi sono perfettamente ignorati sia dall’una a dall’altra parte, tanto ormai contano poco, perfino i giornalisti li ignorano.

Cosa si aspettano invece, i cittadini dai politici? Un politico non deve realizzare le promesse che ha fatto durante la campagna elettorale, esse sono impossibili da realizzare e, molto spesso, dopo qualche mese da quando sono state fatte, diventano completamente inappropriate alle situazioni, alle vicende e ai  problemi che cambiano rapidamente. Egli dovrebbe saper individuare i bisogni e i problemi che assillano tutte le persone, tutte le categorie:  lavoratori, operai, impiegati, medici, avvocati, disoccupati, giovani, studenti, e persino immigrati,  dovrebbe dare precedenza in base alla gravità del problema e in base al  numero di persone che ne subiscono le conseguenze.

Non fallisce se non riesce immediatamente a risolvere  il problema, ma, interessandosi, dà una speranza ad un gruppo di persone affinché la loro situazione di disagio possa prima o poi essere risolta. Poi deve passare al problema successivo e procedere allo stesso modo: Non deve, necessariamente cercare il capro espiatorio, ( a volte non c’è !) non deve inventarsi un nuovo reato ogni volta che c’è qualcosa che non va, tanto il codice penale è abbastanza nutrito e, se ci sono responsabilità penali, ci pensa che è preposto a tal compito.  

Il politico al potere , invece , è attratto dalla  fatto di cronaca  clamoroso, dallo scoop giornalistico, si interessa del fatto perché ciò lo pone in vista, al centro dell’attenzione, prende provvedimenti a volte inutili per farsi pubblicità, campagna elettorale perenne, per intenderci, ignorando i veri problemi e la gente che soffre in silenzio.

Il partito al potere sceglie un problema da risolvere, cerca di far passare l’idea che la soluzione di quel problema sia la panacea  di tutti i mali  o la maggior parte dei mali che incombono sulla popolazione. Quando sono stati al potere la Lega e i Cinquestelle, poiché le idee politiche tra gli schieramenti non si intersecavano molto, hanno scelto due temi da portare avanti: la Lega ha portato avanti la lotta ai migranti, mentre i Cinquestelle,  il reddito di cittadinanza. Ai Cinquestelle non fregava niente della lotta all’immigrazione clandestina, mentre la Lega tollerava, per il quieto vivere, il reddito di cittadinanza. Alla maggioranza degli italiani non portavano benefici né l’uno ne l’altro.

Ora che è al potere la Lega con Fratelli d’Italia, uno dei temi più dibattuti è il ponte sullo stretto che la lega con il suo leader vuole realizzare, presentandolo come soluzione di quasi tutti i problemi dei Calabresi e Siciliani: si creerebbero, per anni,  tantissimi posti di lavoro durante la costruzione, si realizzerebbe un collegamento stabile tra le due sponde non soggetto (si spera) alle bizzarrie del tempo che a volte ritarda il trasporto con i traghetti e si alleggerirebbe il traffico pesante a Villa S. Giovanni e Messina. Tutto legittimo e reale ma non è la soluzione della maggior parte dei problemi dei Calabresi e dei Siciliani!

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