Cavallaro: “Eccezionale rinvenimento a Caulonia! Avvistato un salame enorme in località Marano”
di Cosimo Cavallaro
Questo è un vero finto appello!
Ho ricevuto una richiesta di aiuto dal mio amico, del quale non intendo fare il nome, conosciuto da molti
come quellochenonsifaicazzisuoi in quanto proveniente dal secolo scorso, il quale, allarmato, mi ha segnalato l’urgenza di rintracciare uno sconosciuto, molto ma molto distratto, che ha smarrito sul ciglio della strada un salame enorme.
Il poveretto era così preoccupato per il futuro del salume destinato alla putrescenza (non ho capito se
intendesse riferirsi all’odore nauseabondo causato dall’imminente marciume dell’insaccato o a quello
emanato da colui che lo aveva perso per strada), che avrebbe voluto chiedere aiuto alla carta stampata ma, essendo terrorizzato dai tanti giornalisti, che utilizzano la penna senza connetterla col cervello (non tutti ma una nutrita schiera), ha pensato bene di parlare di questo evento eccezionale soltanto con i conoscenti meno zelanti. Quelli, tanto per intenderci, meglio conosciuti come quellichesifannoicazziloro, come se questo mondo ospitasse solo coloro che pensano di non dover chiedere mai aiuto a nessuno, e che, manco a dirlo, rappresentano la maggioranza, sia politica che popolare del nostro Belpaese.
Ovviamente, poiché noi figli del secolo scorso non siamo nati ieri e non prendiamo per oro colato tutte le
balle che sentiamo quotidianamente da un po’ di tempo a questa parte, non ho creduto una sola parola sulla eccezionalità del salame perso per strada, costringendo il tapino, non potendo dimostrarlo diversamente, a mostrarmi la fotografia che propongo. Inutile chiedergli se la avesse scattata usando l’oggetto del desiderio più palpeggiato da grandi e piccini, donne e uomini, da circa cinque anni a questa parte: lo smartphone o, per i più tecnologicamente dissennati, l’iPhone. Usando il pollice e l’indice della mano destra, quelle dita che un tempo si usavano prevalentemente per manipolare oggetti minuti privi di touchscreen LCD antiriflesso (schermo a cristalli liquidi sensibile al tatto), ho ingrandito l’immagine e osservato con più attenzione quel simil cilindro oblungo di color nero fumo.
Non c’è voluto molto per capire che il mio amico aveva preso un abbaglio; che quell’involucro era, in realtà, qualcosa di non commestibile. Somigliava sì ad un salume ma anche a un’altra cosa, poco nobile e alquanto dissacrante, che comincia sempre per s ma continua con tr e finisce per onzo! La firma indelebile di uno dei tanti cinghiali automuniti che utilizzano le strade, i boschi, i campi e quant’altro di accogliente madre natura ci ha regalato, per collocare, senza né ritegno né vergogna, i propri escrementi. Un comportamento egoistico e pericoloso simile a quello dei tanti guerreggianti di questa Terra che, con compulsiva ignoranza, si scannano tra loro lanciando bombe e incendiando tutto l’incendiabile producendo tonnellate di anidride carbonica sul pianeta già esausto.
Quando il mio amico ha capito che l’involucro del suo salsiccione era costituito da un budello di polietilene, il cui contenuto era più puzzolente del sacchetto stesso, ha tirato un lungo respiro di sollievo e, facendo spallucce, cercò di ostentare contentezza per lo scampato pericolo (non era più necessario rintracciare il padrone del salame affinché lo recuperasse). Ma sul suo viso, non ancora abbronzato, era evidente la smorfia dipinta da un amaro sorriso.