Caulonia, Maria Campisi: “Basta con la non condivisione delle azioni amministrative!”
“Non conosco la via infallibile verso il successo. Ma una fallibile verso l’insuccesso: accontentare tutti”. La lezione di Platone quanto mai oggi torna ad essere attuale e, personalmente, sono da un lato combattuta dal desiderio di raccontare delle personalità conosciute in questa mia esperienza politico-amministrativa di un anno, con esclusioni e vicende ormai note, e dall’altro in alcuni momenti, sarei propensa a lasciar perdere per il profondo senso di scoraggiamento. Poi però ripenso al fatto che mi sono candidata in una lista civica animata costruttivamente da un senso del FARE, con nobili propositi a partire dall’ascolto (rispetto alla convinzione che in politica vince chi urla più forte o chi furbo si fa) e mettendosi invece proprio al servizio di un’intera comunità, anche per tentare di ricucire un tessuto sociale sfibrato e logorato da anni di dis-amministrazione. I cittadini, nel corso dei decenni, si sono abituati a rapportarsi in modo errato con l’amministrazione pubblica: credono che i propri diritti, spettanti per legge, siano concessioni e favori personali da parte degli amministratori; oppure pensano di sottrarsi a doveri che stanno alla base della vita civile solo perché non ritenuti tali. Ecco perché il mandato dell’amministratore, oggi più che mai, deve essere chiaro e trasparente nel ruolo e nelle funzioni. Leggo gli ultimi messaggi di persone che mi stanno spontaneamente dimostrando la loro vicinanza:
“In tanti saremmo contenti di vederti a lavoro… Saremmo felici di poterti essere d’aiuto per quel poco che possiamo… Non sarai sola nel cammino che farai… crediamo che le cose possono cambiare… Sei importante per quelli come noi che pensano al domani… Serve il tuo impegno per cambiare… occorre abbandonare vecchie logiche e trovare nuovi stimoli… Una tua impronta potrebbe segnare un nuovo cammino… Non avere paura… Sii orgogliosa della tua battaglia etica… Metti in campo la tua forza e la tua energia… Trova la forza e la voglia di andare avanti verso i traguardi che meriti…ecc.”
Mi capita spesso di parlare di etica, ritenendola alla base dei sani rapporti sociali ed economici. Chi parla di etica non è un debole, al contrario è una persona forte, altrimenti parlerebbe il politichese come fanno tutti… Ai carissimi e sorprendenti amici (come a tutti coloro che continuano a volermi bene in questa mia intensa esperienza), vorrei dire che fin da ragazzina ho sviluppato il senso dei sacrifici (prima di 7 figli e con un padre scomparso troppo giovane) e il mito politico era per me l’ultimo dei pensieri.
Esso obbliga in virtù di un’appartenenza a un gruppo o a una categoria particolare, non in virtù di agrafoi nomoi iscritti nel cuore di tutti gli uomini e vincolanti per ogni tempo e per ogni luogo. A generare tale empatia non è un imperativo razionale ma il racconto di un’origine, di una rete di legami, di un destino da compiere. E il mio non ha a che fare con le logiche del potere come finora sono state intese: i miei legami sono in realtà quelli con la gente onesta e umile, legami indissolubili di rispetto e stima.
La mia origine è nobile (mi riferisco all’animo e non al cognome) seppur di questo termine si abusa collegandolo a possedimenti e beni materiali. E il mio sentire e vivere nella società è improntato a principi di lealtà, intraprendenza, condivisione, sussidiarietà, difendendo a spada tratta i valori in cui credo. La comprensione dei bisogni di una comunità è una missione per me e non mi consente di variare il mio modo di essere o agire su logiche diverse da quelle dettate dalla mia coscienza.
Non dubito che ho una strada da percorrere, certamente tutta in salita, affacciandomi al mondo politico con tale disarmante schiettezza. Ben venga la lungimiranza e la saggezza di amministrare un paese, ma basta con la spregiudicatezza del passato e la non condivisione delle azioni amministrative!
Maria Campisi