Le riflessioni di Aiello sulla situazione orsi in Trentino

Le riflessioni di Aiello sulla situazione orsi in Trentino

Da circa un ventennio gli amministratori del Trentino avevano deciso di riportare gli orsi nei boschi del proprio territorio, sradicandoli dai propri luoghi in Slovenia, attraverso un piano chiamato Life Ursus finanziato con soldi dell’UE.

Il fine ultimo di ripristinare la biodiversità avrebbe potuto essere sostenibile se avessero programmato anche di istruire gli umani a conviverci e rispettarli. Invece pare che sia rimasto soltanto un richiamo, nel grande parco nazionale Adamello Brenta dalle bellezze mozzafiato, per i turisti più audaci, trasformando alcuni poveri orsi in fenomeno da baraccone.

Nei giorni scorsi, è successo, però, che un uomo del posto, mentre correva nel bosco è stato aggredito da uno di quegli esemplari ed è stato ucciso. Ora con tutto il rispetto per chi ha subìto l’aggressione dell’incolpevole orso rimettendoci la pelle e la comprensione assoluta per il dolore dei familiari, bisogna dire altrettanto schiettamente, che l’unico essere vivente che in questa tragedia non ha nessuna colpa è proprio l’orso.

Tutti sanno che gli animali selvatici vanno lasciati liberi di vivere nel proprio habitat, e se comunque li si vogliono governare, va fatto con regole di salvaguardia, rispetto e convivenza tra loro e gli umani, tenendo presente che potrebbe accadere qualsiasi cosa quando si vuole modificare l’andamento della natura o manipolare il mondo animale.

Chiunque, se lo voglia, e non sarebbe male, può anche documentarsi sullo sfruttamento brutale degli orsi da parte dell’uomo, così si potrà scoprire che in tante parti del mondo, questi esseri viventi vengono allevati chiusi in gabbia per fare da rifornimento di ‘bile d’orso’ che gliela si estrae mediante un ‘rubinetto’ apposito collegato con un catetere ancorato alla cistifellea, producendola continuamente con massicce dosi di ormoni.

Pare che il famoso liquido secreto dal fegato sia curativo, anche se sintetizzato come farmaco e largamente diffuso, ma molti popoli lo usano per i propri riti, costumi e perverse superstizioni. Forse nessuno riuscirà mai solamente immaginare la sofferenza dell’animale che, nel migliore dei casi, studi alla mano, impazzisce dal dolore arrivando anche a strapparsi l’intestino con gli artigli.

L’orso del Trentino probabilmente, non aveva nessuna intenzione di aggredire, per il semplice motivo che gli orsi, generalmente pare abbiano paura dell’uomo. Forse intuiscono che sa essere molto più predatore e anche crudele e malvagio. Loro non attaccano, sicuramente ‘non impugnano armi’, solamente si difendono col proprio corpo stesso appena percepiscono rischio, e se uccidono non sanno di farlo.

A differenza dell’uomo. Capita che adesso l’apparato istituzionale di questa regione non sa come giustificare insufficienze e inadeguatezze e scarica, ingiustamente, tutta la propria colpa e inettitudine sull’orso, colpevole solo di fare l’orso. Addirittura si pensa all’abbattimento.

La più semplice delle soluzioni che saprebbe solo di mera vendetta senza nessuna valida motivazione sociale o scientifica che non sia il pretesto ‘potrebbe succedere ancora’. Così il consenso elettorale sarà salvo e i cittadini, specie i turisti, potranno ancora andare per boschi, alla faccia dell’orso cattivo.

Forse, però, peserà molto il fallimento totale del progetto e l’ennesimo spreco di soldi pubblici.

Pasquale Aiello

Foto di Becca su Unsplash

CATEGORIES
TAGS
Share This