Cavallaro: “Cosa pensano gli elettori di Caulonia Riparte, arruolati nella destra berlusconiana e antimeridionale?”
Di Cosimo Cavallaro
Quando ho letto su Ciavula l’articolo di Giovanni Maiolo grazie al quale si scopre che parte della giunta di Caulonia, Sindaco in testa, ha aderito a Forza Italia quasi non volevo crederci. Se lo avessi saputo prima o lo avessi potuto prevedere, non avrei certamente scritto la “lettera aperta al Sindaco di Caulonia” dal momento che ho sempre ritenuto una pura perdita di tempo interloquire con i rappresentanti e/o i simpatizzanti di un “Partito Azienda” nel quale, come dice la parola stessa, si deve eseguire, pena il licenziamento, quello che decide il padrone proprietario: esattamente il contrario della Democrazia che riguarda la Politica con la P maiuscola.
Ho sempre diffidato delle liste civiche considerandole “specchietti per le allodole” e spesso utilizzate dai partiti come “liste civetta” non per vincere le elezioni ma per togliere voti allo schieramento avverso. Ora, alla luce di questo episodio (i cui effetti, sia per il metodo utilizzato dai protagonisti che per lo scompiglio degli equilibri in consiglio comunale, saranno evidenti soltanto in futuro), la domanda nasce spontanea: “cosa pensano gli elettori di ‘Caulonia Riparte’ del fatto di ritrovarsi arruolati nella destra berlusconiana”? Se da un punto di vista formale è legittimo che gli amministratori comunali eletti in una lista a-partitica aderiscano ad un partito quanto, questa scelta, è da ritenersi eticamente corretta se fatta post elezioni?
Forse c’è un aspetto importante che sfugge all’attenzione della maggioranza dei cittadini democratici. L’insieme di questi “giochetti” politici, dai cambi di casacca alle fandonie propagandistiche abbondanti nelle campagne elettorali e quotidianamente su tutti i social, hanno tutti un unico scopo: generare stanchezza e confusione negli elettori per costruire una maggioranza di qualunquisti (chi non ricorda “L’uomo qualunque” di Giannini?) che, sempre più, tenderanno ad allontanarsi dalla Democrazia rinunciando a votare e tuffandosi nel proprio individualismo.
È una tattica consolidata di pura destra che ha trovato una sponda enorme nel post ’68 (allora venne chiamata “Riflusso”), un metodo non fascista ma che del Fascismo ne ricalca le finalità. Ed è proprio questo il fenomeno pericoloso per la Democrazia che dovrebbe allarmare tutti i democratici a iniziare dalla Sinistra la quale persevera nella ricerca di una convivenza “soffice” che non ottiene altro risultato se non quello di potenziare le forze sociali che traggono il maggiore vantaggio dall’allontanamento dei cittadini dalla politica.
Sì, perché difendere le istanze dei meno abbienti (quelli che una volta venivano chiamati “proletariato”) è molto più faticoso che tutelare quelle dei più ricchi (sul concetto di “ricco” occorre una precisazione: non c’è nessuna negatività nei confronti della ricchezza. Nessuna “invidia” come sostiene da anni il fondatore di Forza Italia. L’unica annotazione che ci permettiamo, avendo perso l’innocenza da anni, è che tra le tante modalità per diventare ricchi, ve ne sono alcune che fanno a pugni con l’etica.
Ai lettori il compito di approfondire questo concetto qualora lo ritenessero necessario.) che sono in pochi e più coesi in quanto hanno un patrimonio finanziario da difendere, cosa che manca ai poveri. Se, grazie a questi tatticismi, si arrivasse a portare alle urne meno del 30% del corpo elettorale la sconfitta definitiva della Sinistra sarebbe un fatto quasi certo con sommo gaudio dei conservatori e buona pace della Democrazia.
Ma ritornando al fatto in sé, come cittadino cauloniese se avessi espresso la mia preferenza al sindaco Cagliuso (e indirettamente l’ho fatto, fidandomi della sua biografia, attraverso i consigli elargiti a chi mi chiedeva lumi anche se non ho votato nel mio comune di nascita essendo residente in Piemonte), oggi mi sentirei in profondo disagio nello scoprire che, grazie al mio voto, ho avvantaggiato quelle forze politiche che meno rappresentano le istanze di un paese del Meridione d’Italia in questo momento storico.
“Che ci azzecca”, direbbe chi ricorda che fu proprio Berlusconi a sdoganare la peggiore destra italiana per infoltire le proprie fila, “la destra antimeridionale e populista con un paese del Sud, inaridito dall’emigrazione, che di tutto necessita tranne che di una classe dirigente capace di escogitare soluzioni esclusive del ceto benestante?”. È possibile che, ancor oggi, si possa pensare che affidare il proprio destino ad un ricco, una specie di re Mida, è conveniente perché farà arricchire tutti coloro che lo circondano? E se anche fosse vero, dal momento che risulta praticamente impossibile aumentare il volume della torta da spartire, chi dovrà accontentarsi di una fetta più piccola per incrementare quella dei cortigiani “eletti” alla corte del re?
Sarebbero ancora molte le domande che bisognerebbe porsi prima di prendere decisioni che cambiano il corso della nostra storia ma, personalmente, ho smesso di credere nelle favole fin da bambino ovvero da quando, non per arricchirmi ma per sopravvivere, sono stato costretto ad abbandonare la mia adorata terra d’origine. Ed ora, alla luce della mia veneranda età, mi rincresce, mi annoia e mi deprime enormemente scoprire che, ancora una volta, il mio paese tradisce le mie aspettative e per un piatto di lenticchie è disposto a regalare parte della propria dignità a coloro che per lunghi anni hanno sbeffeggiato e sfruttato i suoi figli, sparsi nel ricco Nord, per meri interessi personali.
In bocca al lupo Caulonia.