Elezioni politiche: Nicola Irto risponde a Ilario Ammendolia

Elezioni politiche: Nicola Irto risponde a Ilario Ammendolia

Caro Ilario,
intanto voglio ringraziarti per avermi scelto come interlocutore nell’ambito della riflessione che, se non capisco male, hai avviato per decidere, come, perché e per chi, votare.

Hai ragione, è necessaria una seria “fatica” per le scelte da fare. La situazione è complessa e mai la posta in gioco è stata tanto alta per il nostro Paese e il Mezzogiorno. E’ la prima volta che andremo a votare con nella mente il rumore delle bombe di una guerra che interroga così da vicino la nostra Repubblica e la coscienza di ognuno di noi. E nonostante questa complessità non mi pare, sul punto hai ragione, che vi siano una discussione e un dibattito adeguati.

Mi chiedi, ma la tua è una richiesta retorica, argomenti per scegliere di votare Pd, andando oltre il “ritornello” di dover bloccare la destra che s’affaccia nel Paese. Personalmente (ma è solo un inciso) credo sia importante bloccare questa destra che si propone di tagliare le radici su cui cultura, sacrifici e sangue hanno fondato la Repubblica. Ma capisco la tua polemica con il “ritornello” perché anche tu, come me, sei convinto che al di là delle apparenze sia forte e robusta la cultura Repubblicana e che ci si debba, quindi, concentrare sul resto.
Per questo passo direttamente agli altri argomenti che poni cominciando da quello dell’Autonomia differenziata.  Sono decisamente contrario alla sua realizzazione in questa fase storica. E le parole sono importanti: non “in questo momento politico”, ma “in questa fase storica” e tu sei uno di quelli che capisce la differenza abissale tra i due concetti.

Per essere chiari: l’Autonomia delle regioni non è realizzabile fin quando le regioni del Paese, tutte le regioni del Paese, non avranno condizioni di partenza sostanzialmente uguali. E’ inaccettabile dire: facciamo andare avanti chi è avanti e può. Sappiamo tutti che chi è avanti e può ha usufruito di condizioni di favore il più delle volte fondate su rinunce a cui il Mezzogiorno è stato costretto. Se non si hanno uguali condizioni di partenza, l’Autonomia differenziata non è accettabile.

Ma questo progetto, ti faccio presente, è parte decisiva della destra italiana e dei suoi contorni. Per la Lega, Salvini e gruppi potenti del Nord, l’Autonomia è il cuore del progetto che inseguono. Per questo mi sembra inadeguato fermarsi alla stanchezza del “ritornello” contro la destra che oggi ha una molteplicità di volti e progetti unificati dalla voglia di favorire chi è più avanti lasciando indietro chi è più indietro (vedi tutte le teorizzazioni della flat tax).
Vale per strati e  classi sociali. Ma è così anche rispetto ai territori.

Insomma, guai a sottovalutare i rischi che vengono al Paese dalla destra che, al di là di differenze profonde al proprio interno, ha preso piede.
Sia chiaro, nello stesso centrosinistra, a tratti perfino in alcune zone del Pd, ci sono zone di debolezza rispetto a un progetto che valorizzi l’intero Paese anziché sue parti. Ma questo è altro e cosa diversa dal progetto Salvini-Forza Italia e varie che tenta perfino di prendere molti voti nel Sud, voti da usare, in gran parte, per schiacciare, ancor di più, il Mezzogiorno.

Questa riflessione, mi pare, rivela il volto più rapace della destra. Salvini, e quel che resta di Forza Italia, fanno dell’Autonomia uno dei punti forti del loro programma e per il Sud, per regioni come la Calabria, sarebbe un disastro pronto a riversarsi sull’intero Paese, Centronord compreso, riducendolo in frammenti. Mi ha molto colpito, nelle sere scorse, una trasmissione in cui la ministra Gelmini, che ora ha lasciato Forza Italia per trovare collocazione nel partito messo insieme da Calenda-Renzi, ha vantato il suo lavoro a favore dell’Autonomia precisando che il partito in cui ha trovato collocazione, si impegnerà per garantirla in tempi rapidi.
So anche, caro Ilario, che questa sarà una partita complessa, perché ottenere l’Autonomia è uno degli obiettivi centrali che tiene insieme l’intera coalizione di centrodestra che pare (dico pare) molto forte. Anche io sono convinto, come mi sembra lo sia tu, che quella dell’Autonomia differenziata, cioè la vera e propria nascita di uno Stato federale che sostituisca la nostra Repubblica, sarebbe oggi un guaio irreparabile per il Mezzogiorno e la Calabria.

Mi chiedi anche (e ti chiedo scusa se semplifico) quale posizione io abbia rispetto al giustizialismo che ha preso piede nel paese e mi ricordi l’esempio della commissione d’accesso nel Comune di Scilla. Io credo che il principio dello scioglimento dei consigli comunali per combattere le mafie abbia fatto cilecca e sia stato sostanzialmente inutile. Del resto, se molti Consigli comunali sono stati ripetutamente sciolti è segno che lo scioglimento non sana eventuali condizioni di inquinamento. Insomma, la legge sullo scioglimento dei consigli comunali per mafia, io credo, vada cambiata in modo radicale. Sono i mafiosi, o a chi a loro si rivolge per chiedere sostegno elettorale, che vanno perseguiti e cacciati dai consigli comunali, in modo che non possano inquinare le istituzioni. Esperienza e storia, del resto, ci dicono che a nulla serve colpire nel mucchio se non a indebolire comunità già infragilite da situazioni di difficoltà sociali e da presenze mafiose.
Su tutto il resto,  sai quanto me (hai fatto il sindaco di un Comune importante come Caulonia per anni), quanto siano complesse le vicende della politica. E’ ingiusto e ingeneroso il dibattito che s’è scatenato sulle candidature. Un parlamento ampiamente amputato (quindi con meno posti a disposizione dei partiti), un’esigenza crescente di presenza femminile (crescerà in futuro fino a promuovere un meccanismo sostanzialmente paritario i sessi in tutte le istituzioni facendo largo ai giovani) hanno imposto tagli e scelte dolorose.

In questo quadro carico di difficoltà, anche in Calabria il Pd ha fatto, assumendosene le responsabilità, le scelte necessarie.

Caro Ilario, scusami se ti ho utilizzato per mettere in evidenza e fare entrare nel dibattito argomenti che mi sembrano di grande importanza. In ogni caso, se decidi di votare Pd e ci dai una mano, faresti quel che mi aspetto da intellettuali (e politici) come te.
Buon lavoro, Nicola

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