La morte dell’umanità
L’ha inseguito e gli ha spaccato in testa il bastone con cui si aiutava a camminare, l’ha pestato e infine l’ha ucciso strangolandolo.
Aika aveva 39 anni, era nigeriano e venditore ambulante, come molti migranti.
Pare stesse chiedendo l’elemosina, perché il suo lavoro non bastava a campare se stesso, la moglie e il figlio.
È morto, Aika, per mano di un assassino salernitano.
C’è chi ha filmato e fotografato, ma nessuno è intervenuto, al massimo ha urlato “basta, così lo uccidi”.
E Aika è morto, due volte.
Se l’episodio si fosse verificato al contrario, con ogni probabilità, qualche “patriottico” leader della destra italiana avrebbe scritto e urlato qualcosa, aggiungendolo alla collezione di una campagna di aggressione e menzogne contro i migranti che va avanti da anni e che ormai ha scavato in profondità, nelle viscere di una comunità culturalmente sempre più povera, sempre più violenta.
Invece silenzio.
Aika è morto, assassinato per futili motivi.
E c’è solo un assordante silenzio.
Ciao Aika, ci dispiace.
Troppo.
Michele Piras