Caulonia, Domenico Albanese: “Cagliuso e Cirillo si sono garantiti una maggioranza stabile ma monocolore”
Poco tempo fa, nella fase pre-elettorale, quando ritenevo che tutto fosse ancora possibile, avevo evidenziato la necessità che nel panorama politico cauloniese si affacciasse un nuovo metodo di aggregazione politica, che portasse alla nascita di una grande formazione moderata, liberale e riformatrice.
Ritenevo, in tutta sincerità, che le condizioni per una svolta storica vi fossero tutte:
a) l’ormai inevitabile disgregazione della vecchia maggioranza, colpevole di errori irreparabili;
b) una forza di opposizione che se pure rinforzata restava una scommessa;
c) l’ormai cronica mancanza di dialogo tra le formazioni politiche contrapposte e, in ultimo,
d) un evidente malcontento nella popolazione cauloniese; circostanze, tutte, che rappresentavano uno stimolo verso per un cambiamento radicale.
In questo quadro politicamente incerto, un ruolo chiave avrebbe potuto rivestirlo il Consigliere regionale Salvatore Cirillo, a cui si chiedeva un svolta visionaria e a cui ci si appellava affinché contribuisse alla costituzione di una formazione politica rinnovata e sganciata dalle vecchie logiche di potere cauloniese.
Il sogno, però, è rimasto tale e solo il tempo dirà se si è persa un’occasione o se per il paese sia stato meglio così.
Cirillo, infatti, apparentemente disponibile al dialogo con tutte le forze in campo, è invece rimasto fino alla fine fedele all’originario (e per certi versi ancora inesplorato) patto di ferro con Franco Cagliuso.
Ora, a distanza di un mese dalle elezioni, si potrebbe tentare un’analisi per comprendere come siano andate le cose e per capirne le ragioni.
Che nella competizione non vi fosse partita (non me ne vogliano gli amici della minoranza), si era capito subito.
Invero, mentre la vecchia maggioranza, lacerata da guerre intestine, perdeva progressivamente la bussola, inanellando una serie di errori madornali – frutto di evidenti personalismi e velleitarie ambizioni dei suoi attori – (errori culminati in un affannoso girovagare alla ricerca del jolly, come Diogene alla ricerca dell’uomo), dall’altra parte l’accordo tra l’Officina delle idee e Dipende da Noi, l’innesto di personalità della società civile e la regia del Consigliere regionale, ponevano le basi per una vittoria schiacciante.
Ma se l’esito della competizione elettorale appariva pacifico, al contrario la formazione della squadra vittoriosa non appariva affatto scontata.
I candidati consiglieri, espressione di diverse correnti interne alla coalizione, apparivano, infatti, tutti legittimati (a vario titolo) a sperare in un ruolo da protagonisti.
Il risultato finale, a un primo sguardo, potrebbe sembrare sorprendente.
Tuttavia, la lettura postuma del dato elettorale certifica quello che invero poteva prevedersi immediatamente dopo la presentazione della lista Caulonia Riparte: Franco Cagliuso e Salvatore Cirillo, i quali hanno partecipato attivamente alla competizione elettorale, facendo apertamente campagna elettorale per alcuni candidati, hanno infatti stritolato in una morsa quelli del gruppo Dipende da Noi e gli indipendenti, con l’unica eccezione della bravissima Maria Campisi, risultata la prima eletta con ben 495 preferenze.
Al duo Cagliuso-Cirillo va riconosciuto il merito di non aver sbagliato nulla dal punto di vista tattico, né nella fase della formazione delle liste, né in quella successiva della campagna elettorale
Si è poi proceduto alla formazione della giunta: Andrea Lancia (vicesindaco), Antonella Ierace e Lorenzo Commisso sono tutti di Officina delle Idee, fedelissimi di Cagliuso; Antonella Caraffa è diretta espressione del Consigliere Cirillo.
La maggioranza, pertanto, è avviata ad una stabilità duratura perché tendenzialmente monocolore.
È pur vero, però che ogni affermazione (specie politica) genera, spesso danni collaterali che, anche in questa occasione, non sono mancati.
Mi riferisco in primis al gruppo Dipende da Noi (che pure aveva contribuito al rafforzamento, in campagna elettorale, della leadership del Sindaco), che certamente si aspettava molto di più, finendo invece per incassare una bruciante sconfitta, potenzialmente disgregatrice del movimento.
Se la mancata elezione dell’ex sindaco Ninni Riccio e, per certi versi, anche quella dell’avv. Ilario Circosta, trovano spiegazione nelle dinamiche drogate della campagna elettorale sopra accennate, che non hanno lasciato loro scampo, assolutamente inspiegabile (se non alla luce di un lucido disegno autocratico) appare l’esclusione dalla giunta comunale della consigliera Maria Campisi.
La giustificazione data dal Sindaco francamente non regge: se la scelta della squadra di governo si è basata sulla competenza, senza nulla togliere agli attuali assessori, l’esclusione della dottoressa Maria Campisi non appare giustificata.
Pertanto, il Sindaco e il Consigliere regionale si trovano oggi nella scomoda posizione di dover dare conto del loro operato.
Certo è innegabile che, così come è stata determinata, la maggioranza dà ampie garanzie di duratura stabilità; tuttavia è parimenti vero che la stessa rispecchia una parte ridotta del consenso popolare espressosi alle recenti elezioni.
Gli inevitabili mugugni (manifestatisi sin da subito) di chi – per le ragioni più disparate – non è riuscito ad entrare in consiglio, sono un fardello che la maggioranza (soprattutto il Sindaco ed il Consigliere regionale) dovrà sopportare per lungo tempo e che imporranno alla stessa un’azione amministrativa trasparente ed efficace, onde fugare ogni dubbio circa le scelte che, di fatto, hanno comportato l’esclusione di forze politiche che comunque hanno contribuito, dati alla mano, alla vittoria delle elezioni.
Certo, la gestione del malcontento di chi si è sentito (a torto o a ragione) vittima sacrificale di un premeditato disegno finalizzato a blindare in giunta la squadra del sindaco, non sarà affatto facile.
Ma il duo Cagliuso-Cirillo ha la stoffa – e soprattutto i mezzi – per riuscirci.
In bocca al lupo, dunque, al Sindaco e alla sua squadra.
Buon lavoro.
Domenico Albanese