A Camini la prima tappa di un progetto europeo per dare voce alle comunità interculturali
Un book digitale e una mostra itinerante per raccontare cosa significa essere “spazi di accoglienza” (welcoming spaces)
Migrazione e sviluppo locale, questo l’importante tema al centro del bando “Seed Money Proposal 2021 – Migration and Societal Change”, lanciato dall’Università di Utrecht, che vede vincitori la Eurocoop servizi Jungi Mundu di Camini, il Dipartimento di Sociologia e Diritto dell’Economia dell’Università di Bologna e un network internazionale guidato dalla stessa università olandese. L’obiettivo è sostenere progetti interdisciplinari capaci di esplorare, appunto, il legame tra migrazione e sviluppo locale. Il progetto, oltre che in Italia, si svolgerà in Olanda, Spagna, Polonia e Germania, e in ognuno di questi Paesi vedrà la collaborazione tra ricercatori, fotografi e soggetti del terzo settore che lavorano sul tema dell’integrazione e della valorizzazione interculturale. In Italia, la località scelta è Camini, dove grazie alla Eurocoop Jungi Mundu, guidata dal presidente Rosario Zurzolo, l’accoglienza, l’animazione culturale e lo sviluppo sostenibile locale sono realtà già avviate.
Coordinatori del progetto, inserito nel programma più ampio “Welcoming spaces” (spazi d’accoglienza), finanziato dalla Commissione europea per il 2020-2024, sono Melissa Moralli, Pierluigi Musarò, Alice Lo Monaco, collaboratrice la dottoranda Chiara Davino, tutti provenienti dal dipartimento di sociologia e diritto dell’economia dell’Università di Bologna.
L’obiettivo è documentare in che modo è possibile contribuire alla rinascita delle aree interne europee (che soffrono lo spopolamento e la carenza di infrastrutture), divenendo appunto “spazi di accoglienza” e inclusione per i migranti, come ha già dimostrato Camini, borgo interno rivitalizzato dai progetti di accoglienza.
Il 15 e 16 marzo, secondo quanto previsto dal progetto, all’insegna della condivisione e dell’inclusione, quattro beneficiari del progetto di accoglienza di Camini (Wahedi Abdul Jabar dall’Afghanistan, Mohamed Meftah Manel dalla Libia, Ayoub Rofaida dalla Siria, Owusu Tony dal Ghana) e tre persone del posto (Chiara Mosciatti, Fabio e Felicia Passarelli) hanno preso parte al workshop, a cura del tutor Oreste Montebello, per riflettere attraverso storytelling, fotografie e dibattiti aperti su che cosa significa essere “welcoming” per un paese situato in un’area interna e per i suoi abitanti.
Camini è la prima tappa di questo progetto che vedrà, a conclusione delle varie tappe, la realizzazione di un book digitale con le immagini raccolte in tutte le realtà coinvolte e l’allestimento di una mostra itinerante che partirà a settembre prossimo da Madrid per
proseguire poi a Varsavia, Bologna e di seguito altre città dei Paesi coinvolti, portando così la voce delle comunità interculturali in giro per l’Europa.
Ufficio Stampa