I vaccini anti Covid-19 sono efficaci e sicuri anche per i bambini

I vaccini anti Covid-19 sono efficaci e sicuri anche per i bambini

Questo articolo si inserisce all’interno del progetto “Campagna informativa e di sensibilizzazione on line sul tema della vaccinazione contro il Covid-19” realizzato dalla Società Cooperativa Sankara e finanziato dalla Fondazione Nazionale delle Comunicazioni.

In Italia i vaccini Comirnaty (BionNtech/Pfizer) e Spikevax (Moderna) possono essere somministrati al di sotto dei 18 anni di età a partire dai 12 anni. Dal 1 dicembre 2021 l’AIFA, l’Agenzia Italiana del Farmaco, ha approvato la somministrazione di Comirnaty, il vaccino a mRNA di Pfizer-BioNTech, anche nella fascia di età 5-11 anni. L’approvazione è avvenuta in seguito ai dati sulla sicurezza ed efficacia raccolti nei mesi di sperimentazione. La sperimentazione, che ha portato all’approvazione, ha coinvolto 2.268 bambini, di cui 1.517 hanno ricevuto il vaccino (due dosi da 10 microgrammi a distanza di 21 giorni) e 751 il placebo. Dalle analisi, oltre all’estremo profilo di sicurezza, è emerso che il vaccino ha avuto un’efficacia nell’evitare di sviluppare sintomi da Covid-19 del 90,7%. Efficacia estremamente elevata, quindi.

La necessità di sottoporre anche i bambini alla vaccinazione contro il Covid-19 è chiara se si riflette sul fatto che questi hanno modo di vivere una vita comunitaria intensa, grazie alla frequenza scolastica e alle attività extrascolastiche. Tale circostanza, unita alla diffusione della variante Omicron, estremamente contagiosa, rende i bambini particolarmente esposti, dando al virus la possibilità di diffondersi facilmente anche tra i più piccoli.

Una delle critiche mosse alla vaccinazione nei bambini è che il numero di ospedalizzazioni pediatriche è basso. I dati dell’ISS – l’Istituto Superiore di Sanità – ci dicono che, dall’inizio della pandemia, nella fascia 6-11 anni, si sono registrati oltre 263mila casi, 1453 ricoveri in reparti ordinari, 36 ricoveri in Terapia Intensiva e 9 decessi (dati all’1/12/2021). In termini generali, dunque, circa 6 bambini su 1.000 vengono ricoverati in ospedale e circa 1 su 7.000 in terapia intensiva. Nelle ultime settimane il numero di contagi in questa fascia di età è nettamente in crescita.

Pertanto, anche se in misura minore rispetto all’adulto, pure nell’ età infantile l’infezione da Sars-CoV-2 può comportare dei rischi per la salute. Inoltre, non è possibile escludere la comparsa di complicazioni quali la sindrome infiammatoria multisistemica – una malattia rara, ma grave che colpisce contemporaneamente molti organi – e quello che viene definito “Long Covid”, cioè la comparsa di effetti indesiderati a distanza di tempo.

Ancora, la possibilità concreta che i bimbi siano asintomatici o paucisintomatici, non esclude l’eventualità di produrre conseguenze nefaste; infatti, nel momento in cui si infettano, i bambini permettono al virus di arrivare in famiglia, dunque di contagiare i genitori o i nonni che presentano rischi nettamente maggiori, specie se non vaccinati o se ancora non si sono sottoposti alla dose booster.

A differenza degli adulti, nella fascia di età 5-11 anni, la vaccinazione è somministrata con un dosaggio pari ad un terzo. La vaccinazione avviene in due dosi a tre settimane di distanza l’una dall’altra. Dunque, la composizione del vaccino è identica a quella somministrata agli adulti, cambia però il dosaggio. Non bisogna temere un indebolimento del sistema immunitario nei bambini a seguito della vaccinazione anti-Covid, infatti il sistema immunitario dei bambini è pronto a reagire a possibili pericoli già dalla nascita e i vaccini hanno la funzione di “insegnare” al sistema immunitario a riconoscere l’agente infettivo prima dell’eventuale esposizione, contribuendo così a rafforzarlo.

La Commissione Tecnico Scientifica di AIFA sottolinea un particolare che è degno di considerazione: “Oltre ai benefici diretti, la vaccinazione dei bambini comporterebbe un aumento della copertura vaccinale dell’intera popolazione e, quindi, una maggiore protezione anche per i soggetti più fragili di tutte le età, soprattutto se conviventi con i bambini“, ma soprattutto: “oltre all’efficacia nel prevenire il contagio e le relative conseguenze, la vaccinazione comporta benefici quali la possibilità di frequentare la scuola e condurre una vita sociale connotata da elementi ricreativi ed educativi, che sono particolarmente importanti per lo sviluppo psichico e della personalità in questa fascia di età“.

Forse è questo l’elemento maggiormente meritevole di riflessione. L’avvento della pandemia e le sue conseguenze hanno determinato una contrazione degli spazi vitali di tutti, ma particolarmente colpiti sono stati i bambini: la chiusura di asili, scuole, attività sportive e ricreative, l’allontanamento da figure di riferimento come i nonni e gli amici, il confinamento all’interno delle mura domestiche, hanno modificato la qualità della vita e gli equilibri compromettendo il benessere dei più piccoli. E nonostante i bambini sembrassero meno vulnerabili agli effetti sistemici del virus, il loro benessere psicologico ed emotivo è stato intaccato quanto e forse più di quello degli adulti.

Dobbiamo riflettere su tutto questo e sul fatto che noi adulti, con le nostre scelte, abbiamo la possibilità di agire sugli eventi o, almeno, di provarci. Abbiamo il dovere di restituire ai più piccoli quella libertà colorata di speranza tipica della loro età e per farlo abbiamo un’unica arma: il vaccino.

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