Codacons: “Se l’autovelox posto sulla S.S.106 era illegittimo si restituiscano agli automobilisti i soldi delle multe”

Codacons: “Se l’autovelox posto sulla S.S.106 era illegittimo si restituiscano agli automobilisti i soldi delle multe”

A seguito di alcune perplessità che osammo manifestare sull’autovelox situato lungo la statale 106 nel comune di Simeri Crichi, fummo investiti da una valanga di polemiche.

Il Comune, accusandoci di uno “schizofrenico attacco all’operato amministrativo”, giunse perfino a minacciare di procedere per il “reato di diffamazione a mezzo stampa” e, addirittura, di chiedere il “commissariamento del Codacons”.

A distanza di qualche mese, ironia della sorte, ad essere “commissariato” fu proprio il comune e, come se non bastasse, il Prefetto decise di sospendere l’utilizzo di quello strumento perché non risultava rispettata la normativa vigente.

Non ci eravamo resi protagonisti, dunque, di un “schizofrenico attacco all’operato amministrativo” o di un’opera diffamatoria, ma avevamo sollevato delle legittime (e, a questo punto potremmo dire, più che fondate) obiezioni – sottolinea Francesco Di Lieto, vicepresidente nazionale del Codacons.

Ora, tralasciando ogni considerazione relativa al fatto che, chi pretende il rispetto delle regole, non può essere il primo ad infrangerle, si pone il problema delle somme raccolte attraverso uno strumento illegittimo.

RESTITUZIONE

L’installazione illegittima di uno strumento automatico per la rilevazione delle infrazioni al codice della strada, comporta l’illegittimità delle sanzioni comminate attraverso il suo utilizzo – continua Di Lieto – con conseguente necessità per il Comune di procedere al rimborso delle somme agli automobilisti.

La legittimazione passiva, a prescindere da rapporti di natura privatistica intercorsi tra il comune e società esterne, è in capo all’Amministrazione comunale, quale unica titolare del diritto di credito oggetto della riscossione. 

In considerazione della sospensione e dei plurimi provvedimenti emessi dal Prefetto di Catanzaro, che ha attestato la non rispondenza dello strumento alle norme vigenti, appare doveroso procedere alla restituzione di tutte le somme pagate dai cittadini nonchè a sospendere le procedure di riscossione di sanzioni comminate con uno strumento non a norma.

Confidiamo che i Commissari Prefettizi siano d’accordo con il Prefetto e che, pertanto, procedano alla restituzione di quanto riscosso attraverso l’uso di uno strumento illegittimo.

Ora, dallo scorso novembre, dopo un’opera di restyling, l’autovelox è ritornato ad essere attivo, anche se soltanto nella direzione di marcia Catanzaro-Crotone.

Ma anche dopo la riattivazione alcune perplessità permangono.

OMOLOGAZIONE 

Il Codacons ha chiesto l’intervento del Prefetto e dei commissari che oggi amministrano il comune di Simeri Crichi, per chiarire se, effettivamente, quell’autovelox sia omologato.

È l’art. 142, comma 6, del codice della strada a prevedere che i dispositivi di rilevamento della velocità debbano essere omologati, laddove impone che “sono considerate fonti di prova le risultanze di apparecchiature debitamente omologate”. 

Quindi omologate e non semplicemente approvate. 

Infatti l’apparecchio presente sulla Statale 106 sembrerebbe in possesso solo di determine di “approvazione”.

D’altronde una determina dirigenziale non è di certo equiparabile ad un Decreto Ministeriale di omologazione (che viene pubblicato in Gazzetta Ufficiale), come previsto dall’art. 192 CdS. 

Abbiamo chiesto ai commissari Prefettizi di sincerarsi circa l’avvenuta omologazione – prosegue Di Lieto – e, in mancanza, di sospendere la riscossione delle sanzioni e fermare uno strumento che non risponde ai requisiti previsti dal codice della strada.

Anche perché oltre il 60% delle sanzioni riguarda veicoli che avrebbero sforato il limite di meno di 10 km/h e tantissimi sono stati contravvenzioni per aver superato il limite di appena 1 chilometro. 

Dinnanzi a questi numeri la correttezza e l’affidabilità della misurazione effettuata dallo strumento assume un ruolo fondamentale.

CONTRATTO

Abbiamo chiesto, ancora una volta, copia del contratto in essere tra il comune e la società che ha fornito l’autovelox.

Sia per comprendere i termini dell’autorizzazione al subappalto per la “gestione integrata del contenzioso promosso dagli utenti della strada davanti al Prefetto, al Giudice di Pace e/o Tribunale …” ed anche per verificare se il soggetto proprietario dello strumento sia differente da chi riceve parte dei proventi delle sanzioni.

Tanto perché sugli atti pubblicati dall’Ente risulta una “confusione” tra due società. Una delle quali balzata agli onori delle cronache per vicende connesse a presunte truffe sull’uso degli autovelox e sulla gestione delle conseguenti multe. 

ORARI DI FUNZIONAMENTO

In base alla vigente normativa l’impiego di postazioni fisse, senza la presenza degli operatori di polizia, non può ritenersi una modalità ordinaria di controllo.

Per questo motivo abbiamo chiesto di conoscere il nominativo del responsabile della gestione dell’apparecchiatura, per verificare la corretta gestione della stessa ed i periodi di attività delle verifiche.

Se lo si lascia funzionare 24 ore al giorno per sette giorni a settimana, senza la presenza di Agenti di polizia, è evidente come non si persegua la prevenzione degli incidenti ma esclusivamente si cerchi di recuperar quattrini.

E qui s’innesca il quesito più intrigante: all’Amministrazione, che riscuote parte degli introiti, sta davvero a cuore il rispetto del codice della strada o utilizza l’autovelox solamente per ripianare le casse comunali?

A tutt’oggi non è dato sapere quali somme siano state destinate, così come impone la legge, per  migliorare  la  sicurezza  stradale.

L’art. 208 del codice della strada stabilisce che: «Una quota pari al 50 per cento  dei proventi spettanti agli enti è destinata: in misura non inferiore a un quarto della quota, a interventi di sostituzione, di ammodernamento, di potenziamento, dimessa a norma e di manutenzione della segnaletica delle strade di proprietà  dell’ente; ad altre finalità connesse al miglioramento della sicurezza stradale, relative alla manutenzione delle strade di proprietà dell’ente, all’installazione, all’ammodernamento, al potenziamento, alla messa a norma e  alla manutenzione delle barriere e alla sistemazione del manto stradale delle  medesime strade”.  

Mi una norma è stata così poco rispettata.

Per rendercene conto – conclude Di Lieto – basta pensare che i comuni calabresi incassano dalle sanzioni oltre 12milioni di euro ogni mese. 

Praticamente ogni minuto che passa finiscono nelle casse dei vari comuni ben 300 euro. Dovremmo avere strade d’oro.

Eppure le condizioni vergognose in cui versano sono sotto gli occhi di tutti.

Ed allora si dovrà convenire come, probabilmente, della sicurezza non importa poi così tanto e gli automobilisti vengono considerati delle galline dalle uova d’oro.

Francesco Di Lieto

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