L’amaro Rupes di Roccella ottiene un altro importante Premio Internazionale
Altro importantissimo Premio Internazionale per Rupes che succede alla Medaglia d’oro 2020 al Concorso American Awards categoria Spirits e alla World Liqueur Awards 2020 con Rupes e Miglior Liquore del Mondo 2021 con la bottiglia Gold .
Silver Medal nella competizione Spirits Selection by Concours Mondial de Bruxelles a Rupes Black Edition dalla bottiglia scura dal design elegante ed accattivante, curata nei dettagli con etichetta in serigrafia stampata sul vetro con leghe pregiate con 32% vol. di alcole.
L’edizione 2021 si è svolta dal 21 al 24 ottobre ed ha visto gareggiare più di 1000 campioni registrati il 1 ° luglio 2021 rendendola un’edizione eccezionale della selezione di spiriti. Con il sostegno del CMB, la “Selezione di distillati del Concours Mondial de Bruxelles” è ora diventata l’evento internazionale che premia le bevande spiritose provenienti da tutto il mondo.
Il concorso sceglie rigorosamente rinomati assaggiatori riconosciuti per la loro competenza, provenienti da tutte le regioni del mondo. Le giurie riuniscono Master Blender, acquirenti, importatori, educatori WSET qualificati, giornalisti e scrittori rispettati del mondo degli spiriti. Più di 100 assaggiatori internazionali di 28 nazionalità rappresentano una diversità che contribuisce all’unicità dell’evento e a una maggiore obiettività dei risultati.
L’amaro Rupes non è un amaro qualsiasi. Dietro ai sentori di un’alchimia che racchiude origini affascinanti legate ad un preciso contesto storico, si fonde l’attuale realtà di un’azienda in continua crescita che con orgoglio ed attaccamento al territorio, quello calabrese, continua ad evolversi stupendo con novità e meticolosa cura della clientela che non rappresenta un mero e semplice attore commerciale, ma un pubblico a tutti gli effetti che continua a far parlare di Calabria per un prodotto d’eccellenza.
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La leggenda di Rupes
Erano i primi decenni del Diciannovesimo Secolo.
La carestia si mostrava con il suo vero volto attraverso la fame. Braccianti e artigiani erano alle strette, vessati dai signorotti delle terre e dalle tasse.
Il giovane Vincenzo viveva a Roccella, ai piedi della rupe. Commerciava beni di prima necessità caricando sulle spalle la sua merce per rifornire i paesi limitrofi. Sottobanco, solo agli amici più fidati, vendeva uno stomatico di infusi d’erbe in distillato, estratto personalmente durante la notte ai piedi della rupe in cui viveva, per non destare sospetti ad occhi indiscreti. Degli ingredienti e della modalità di realizzazione custodiva gelosamente la ricetta tramandatagli dalla cara madre.
Fu in una di quelle notti mentre intento a distillare che conobbe Pietro, un giovane avvocato di Roccella di distinta e buona famiglia che si incontrava per discutere, insieme ad altri amici della riviera, all’ombra della notte, a due passi dalla piccola distilleria abusiva.
Vincenzo, diffidente inizialmente, accettò di far provare il suo infuso che continuò a portare di notte per alcuni anni. Non osò mai chiedere di cosa si dialogasse in quegli incontri segreti, neppure quando la confidenza fu maggiore. Aveva intuito, però, che i giovani erano poeti, sognatori, portatori e testimoni di una morale tollerante e rispettosa nei confronti di tutti gli uomini e della loro dignità. Qualche volta, dopo aver lasciato l’infuso d’erbe da degustare, sentì in lontananza Pietro chiamare il liquore “Rupes”, alzando i calici all’esclamazione “Evviva la Liberà”; “Evviva la Patria”.
Non capì mai perché Pietro e i suoi amici da lì a poco pagarono quegli incontri con la vita, giustiziati pubblicamente.
Custodì gelosamente il segreto di averli incontrati e, per paura, non produsse più il Rupes tanto caro a quei giovani.
Passarono molti anni e Vincenzo, poco prima di lasciare la vita terrena, alla fine del XIX secolo, fece in tempo a strappare un’ultima promessa al figlio, non prima di avergli raccontato di quei giovani e del loro sogno di Libertà: “La ricetta di Rupes dovrà essere tramandata ma il racconto di quegli incontri dovrà rimanere un segreto almeno per un secolo”; quasi aleggiasse ancora la paura di quel Regno despota e prepotente, ormai retaggio del passato.
La promessa fu mantenuta. Quella ricetta fu custodita gelosamente e tramandata da padre in figlio per quattro generazioni.
Oggi, grazie alla passione per il commercio di Vincenzo, esiste nella Locride un’importate realtà imprenditoriale.
Rupes fonde le sue radici con la grande storia italiana che ebbe inizio da un piccolo paese delle Calabrie, dall’incontro tra un semplice commerciante con alcuni giovani dagli alti ideali.
Per celebrare la memoria dell’antenato che quasi due secoli fa avviò l’attività di famiglia, si è deciso di ridare vita al “Rupes”, affidando la ricetta ad un’affermata distilleria italiana che da 75 anni si distingue nel settore e utilizza erbe officinali calabresi di alta qualità.
Oggi Rupes racconta dell’incontro di Pietro con Vincenzo in una notte di quasi due secoli fa; ci piace pensare che tra quei brindisi si formò l’ideale d’Unità tanto cara ai precursori dei moti che da lì a poco resero l’Italia Libera.
Oggi Rupes ci parla di semplicità, raffinatezza, fermezza ed allo stesso tempo di grandi gesta.
Oggi, L’Amaro Rupes regala al palato un piacere quotidiano, dal sapore tutto italiano.
Ufficio Stampa