I problemi del sindaco di Riace, Antonio Trifoli, con la grammatica italiana
Che i leghisti siano bravi ad urlare “Prima gli italiani” e mai “Prima l’italiano” è risaputo e il sindaco di Riace evidentemente non fa eccezione, considerato il suo difficile rapporto con la grammatica.
Sono sovranisti ma non con l’italiano, che viene continuamente stuprato.
Nell’ultimo post su facebook il sindaco di Riace, Antonio Trifoli, si esibisce in una meravigliosa dimostrazione di quanto abbiamo appena affermato inserendo a caso puntini di sospensione al termine delle frasi.
Alle elementari ai bambini viene spiegato che i puntini di sospensione sono tre e non quattro, dieci o venticinque. Tre, solo tre, semplicemente tre. Non aumentano all’aumentare delle frasi. Invece il sindaco di Riace al termine della prima frase ne mette quattro, al termine della seconda cinque e al termine della terza ben sei, in un crescendo comprensibile solo a lui (e probabilmente agli altri leghisti meridionali, ai no vax, ai terrapiattisti e a tutti quelli che bazzicano dalle parti della Lega Nord, che sui social usano punti di sospensione a profusione).
Sempre ai bambini delle elementari i maestri di italiano (Prima gli italiani!) spiegano che i puntini di sospensione indicano che si lascia un discorso in sospeso (si chiamano puntini di sospensione appositamente, pensate!) mentre il punto si utilizza per terminare una frase.
Speriamo che questa breve spiegazione possa tornare utile al sindaco di Riace per evitare, nelle comunicazioni pubbliche, di continuare a fare pessime figure.
W l’Italia, gli italiani e la magnifica lingua italiana.