Aiello: “Mentre l’attenzione è concentrata su covid e vaccini l’Italia va verso la privatizzazione di beni e servizi pubblici”
Di Pasquale Aiello
Mentre la propaganda di regime con i vari Tg, talkshow e piattaforme diverse, mantiene costante l’attenzione su argomenti importanti, ma ormai di distrazione, nopass-sipass-novax-sivax-terza dose e quant’altro, il potere massocapitalista, nel silenzio assordante di una comunicazione asservita, riprende a far viaggiare i suoi apparati per la realizzazione del progetto di svendere l’Italia intera, partorito dai potentati economici d’Europa, banche, multinazionali e aziende di stato, sul panfilo ‘Britannia’, presente, guarda caso, anche l’attuale presidente del consiglio, allora direttore generale del ministero del tesoro, nell’estate ’92 per aderire ‘whatever it takes’ alla futura moneta unica.
Da allora si continua con privatizzazioni selvagge di beni comuni e servizi pubblici, autostrade, gas, energia elettrica, telefonia e comunicazione, lasciando perfino delocalizzare le grandi imprese che per anni hanno depredato le casse dello stato.
L’unico scopo è quello di ridisegnare la società umana a immagine dei grandi poteri finanziari. Anche il nostro, al pari di quasi tutti gli altri governi occidentali, conferma una linea politica neoliberista che, purtroppo, tende a accrescere le già precarie condizioni delle fasce più deboli, e a divaricare le differenze strutturali tra nord e sud a riprova di una continua amplificazione delle diseguaglianze sociali.
Il rincaro delle bollette e gli aumenti dei prezzi sui beni di prima necessità peseranno soprattutto sui lavoratori precari o col salario bloccato e sui pensionati al minimo. Le pensioni torneranno alla scellerata legge Fornero con eventuale rialzo dell’età pensionabile a discapito di un quanto mai necessario ricambio.
Le modifiche sul reddito di cittadinanza mirano a maggiori restrizioni sui percettori, invece di aggiustare i requisiti e operare rigidi controlli per l’accesso alla misura e fare emergere davvero l’economia sommersa, operando una effettiva ricerca di lavoro vero e una credibile redistribuzione per ridurre così le fortissime disparità sociali.
Non si investe in progetti per la protezione dell’ambiente, non si investe per rendere pubblica una risorsa naturale come l’acqua, con buona pace della volontà popolare, lasciandola nelle mani delle grandi società private che per il profitto sono pronte a favorire sempre più disastri ambientali.
Non si investe nella sanità pubblica perché si pensa ad un rilancio in pompa magna della sanità privata, non si investe nella scuola e nei trasporti e non sono attesi provvedimenti per aumentare il salario di tutti quei lavoratori precari rendendolo dignitoso e abbattere il fenomeno dello sfruttamento.
Si ripropone un vecchio e rischioso disegno di autonomia differenziata che se andasse in porto allargherebbe a dismisura le differenze tra i territori e le realtà sociali. Col petto in fuori e supportato dal ‘partito unico’ del neoliberismo italiano, esperimento esclusivo da repubblica delle banane, senza nessuna opposizione sia politica che sindacale, questo governo, mostra i muscoli e come un carro armato procede spedito sulla rotta indicata dai poteri forti dell’alta finanza, pensa a riforme in linea con i diktat dell’UE, insulta i diritti della classe operaia, scatenando gli idranti contro i lavoratori che scioperano pacificamente senza inseguire impulsi reazionari e lascia mano libera a manipoli di esaltati suprematisti-nazisti infiltrati di compiere scorrerie, di forzare le sedi dei sindacati e distruggere macchine e vetrine.
Difende i profitti della media e grande industria, tutela quelli della borghesia commerciale e reprime con ogni mezzo il dissenso. Sono ammesse solo adulazioni al grande manovratore.
E’, ormai, una deriva autoritaria che potrebbe acuire le disuguaglianze, aggravare la povertà e mettere a rischio la democrazia oltraggiando i diritti di tutti e che può essere ostacolata solo da una mobilitazione della vera Sinistra e dell’intera classe lavoratrice, che sappiano concentrare la lotta sulle vere tematiche del conflitto sociale.