“Caulonia al tempo dei nonni”: Il mulino

“Caulonia al tempo dei nonni”: Il mulino

Il mulino è uno strumento che produce lavoro meccanico derivante dallo sfruttamento di una forza (prodotta dall’energia elettrica, dal vento, dall’acqua o dalla spinta animale/umana). Tale attività è utilizzata per esempio per la macinazione, frantumazione, pressatura e schiacciamento dei cereali di vario tipo, nonché per la produzione di farina o altre materie prime. Il termine designa anche la struttura che ospita la strumentazione del mulino, il cui conduttore è chiamato mugnaio.

Prima che fosse possibile utilizzare l’energia elettrica, il mulino veniva azionato sfruttando l’energia dell’acqua o del vento per far funzionare la macina. Nell’antichità si ricorreva invece all’impiego della forza umana o di quella animale; in virtù di ciò, vi è chi impropriamente sostiene che la parola “mulino” derivi da mulo. Nel periodo pre-industriale si diffuse l’utilizzo dell’energia dell’acqua, captata da una ruota a pale, o di quella del vento. Dalla seconda metà del Novecento la maggior parte degli impianti è mossa dall’energia elettrica, sebbene siano in funzione alcuni mulini antichi per motivi turistici o culturali.

Il frantoio (“U troppitu”).

Il frantoio è il luogo dove vengono portate le olive destinate alla produzione di olio di oliva e nel quale si svolgeranno tutti i processi di lavorazione.

Nella Caulonia di un tempo, esso era costituito da una vasca di pietra e da due grandi ruote, anch’esse di pietra e messe in movimento con l’ausilio dei buoi o degli asini, che schiacciavano le olive. La pasta delle olive veniva sistemata nelle “fiscole”, sotto una pressa azionata dalla forza delle braccia.

In generale, il frantoio può essere definito tradizionale (o a ciclo discontinuo), che è caratterizzato da presse e macine in pietra, oppure a ciclo continuo, ossia con un impianto moderno.

All’interno del frantoio, dopo aver accuratamente lavato le olive con acqua, si svolgono le seguenti fasi di alla preparazione dell’olio:

Frangitura: le olive integre vengono trasformate in pasta oleosa;

Gramolatura: ha lo scopo di “disemulsionare” l’olio presente nella pasta e far sì che le gocce d’olio si aggreghino tra loro. Per raggiungere questo risultato, occorre smuovere con movimenti lenti la pasta e scaldarla alla temperatura massima consentita, che si aggira intorno ai venticinque gradi;

Estrazione con Decanter: le olive, una volta frante e trasformate in pasta, arrivano al separatore centrifugo, il decanter. Questo permette di separare tra loro le tre fasi presenti nella pasta (olio, acqua, sansa) per mezzo della forza centrifuga. In seguito si separa l’olio dalla sansa, sottoprodotto formato dai residui della polpa e dai frammenti di nocciolino.

A questo punto, l’olio è pronto per essere commercializzato.

Photo by Denise Jans on Unsplash

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