Caulonia, Cosimo Cavallaro: “Acqua e viabilità, due ferite non rimarginabili nemmeno dalla Lega”
di Cosimo Cavallaro
Sono trascorsi tre anni da quando ci siamo rivolti al Sindaco di Caulonia per segnalare, con lettera protocollata al n° 12491 del 17/09/2018,che l’acqua sgorgante dai rubinetti di casa non solo era inutilizzabile, ma somigliava a qualcosa di impronunciabile. Da allora, mentre attendiamo ancora una risposta, il fenomeno si ripete con cadenza sempre più ravvicinata. Ci si alza un mattino e, aprendo il rubinetto, casualmente si percepisce un odore sgradevole, si osserva la schiuma nel lavandino in assenza di sapone e si scopre che per lavarsi viso e denti bisogna ricorrere alla bottiglia di acqua acquistata a caro prezzo. Quali strani fenomeni avvengono nell’acquedotto cauloniese nelle ore notturne rimane un mistero tuttora insoluto. Nel corso di questi anni vane ed inutili sono state le segnalazioni verbali ai rappresentanti dell’autorità locale sortite in un’alzata di spalle accompagnata dal solito balletto delle competenze.
Come spesso accade in questo nostro Belpaese le responsabilità non hanno mai genitori né parenti stretti ma si lasciano alle spalle le immancabili vittime. Ad onor del vero bisogna riconoscere che un addetto dell’acquedotto viene a trovarci una volta all’anno. Si tratta solitamente di un giovane che, armato di penna e di fogli stampati, trascrive i numeri del contatore grazie ai quali potrà essere prodotta la fattura annuale la quale, non solo conosce esattamente il nostro indirizzo e i nostri dati ma, puntualmente, si fa trovare nella buca delle lettere. Se da queste parole si deduce che siamo infuriati, si sappia che non è così perché, come detto, siamo abbandonati a noi stessi e non sappiamo contro chi o contro che cosa dovremmo adirarci. Come una buona parte dei nostri concittadini siamo semplicemente così avviliti e schifati da non riuscire ad imbestialirci e, in attesa che si muova l’inamovibile e che un “responsabile” legga queste righe e si faccia cogliere dalla commiserazione,continueremo a pagare le fatture per la potabilizzazione e lo smaltimento di “non si sa che cosa” emesse dalla SOGERT, ad acquistare l’acqua da bere in negozio e a trasportare bidoni dalle fontane pubbliche per cuocere i cibi. Il tutto, ovviamente, senza aver mai avuto il piacere di visionare un certificato di analisi dell’acqua prelevata al rubinetto e attestante la sua potabilità.
Era il 2019 ed il Covid non aveva ancora manifestato la sua virulenza quando un gruppo di cittadini cauloniesi, probabilmente stanchi di arricchire meccanici per riparare auto e ortopedici per curare lombalgie e dolori articolari vari, firmarono una petizione per chiedere che si provvedesse a manutenere le strade del circondario nel comune di Caulonia. Non sapevano ancora, gli infelici, in quale ginepraio si stessero cacciando. Se, parlando di acquedotto abbiamo nominato il “balletto delle competenze”, in questo caso più che di un balletto bisognerebbe parlare di una vera e propria coreografia organizzata da un corpo di ballo. E mentre ogni artista recita la propria parte le strade, che di burocrazia e di ballo non sanno nulla, si infossano, le buche sprofondano in veri e propri pozzi e le auto rimbalzano su quello che un tempo era l’asfalto con buona pace dei viaggiatori sballottati nell’angusto spazio dell’abitacolo.Percorrere quelle che da sentieri diventarono strade e che ora rischiano di ritornare alle origini senza cambiare denominazione, è un’avventura degna dei più famosi Camel trophy. Peccato che stiamo dibattendo di strade frequentate quotidianamente da comuni cittadini, da un autobus di linea e da tutte quelle vetture utilizzate nei servizi essenziali come le autoambulanze, le volanti e i mezzi della protezione civile e dei vigili del fuoco.E se tutto questo non basta per indignarsi e chiedere urgentemente all’Amministrazione Comunale di utilizzare ogni mezzo disponibile per non disperdere il patrimonio viabile ereditato dai nostri genitori e realizzato a fronte di grandi sacrifici, pensiamo a quanto lievitano i costi di ripristino che dovremo pagare a causa del perdurare di questa condizione.Ho accennato brevemente due tra i tanti argomenti di mala amministrazione o, se si preferisce, di mala politica nei quali versa il nostro comune e non solo, pur con la convinzione che si tratta di urla lanciate nel vortice dell’indifferenza. Eppure,è proprio la Politica che dovrebbe aver compreso quanto la mancata soluzione di problematiche così evidenti e così influenti sulla vita spicciola di tutti i giorni genera un senso di abbandono che spinge sempre più i cittadini a gettarsi tra le braccia dei populisti di destra i quali, pur coscienti delle difficoltà dovute alla burocrazia,alle risorse finanziarie e ai vincoli di ogni genere,promettono soluzioni facili e immediate in cambio del voto. Basta osservare quello che sta accadendo anche nella nostra regione dove un partito come la Lega, che dal mio punto di vista rappresenta la negazione del meridionalismo, ha attecchito cavalcando l’onda dell’anti-immigrazione ed è riuscito a far dimenticare,a chi già soffre di amnesia,che proprio i nostri giovani hanno tuttora la necessità di emigrare per tentare di costruirsi un futuro dignitoso in luoghi più avvantaggiati di questa povera terra del Sud. Per troppo tempo noi calabresi siamo stati sudditi di padroni venuti da lontano e forse è giunta l’ora, alle soglie del ventunesimo secolo, di destarci dal torpore e capire, una volta per tutte, che non di miracoli necessitiamo ma di fatti concreti e di progetti che scaturiscano dalla nostra intelligenza e dalla nostra intraprendenza piuttosto che dalla benevolenza di chi, fino a ieri,ci sbeffeggiava ed ancora oggi si addormenta sognando l’autonomia finanziaria.Se proprio non possiamo farne a meno, aiutiamoli a casa loro.