L’università al tempo del Covid: le prospettive per settembre 2021

La situazione relativa alla pandemia si evolve in maniera inaspettata, dunque è impossibile fare delle previsioni certe. Allo stato attuale delle cose, però, è prevista la riapertura delle università a settembre 2021 con le lezioni in presenza, come confermato dalla ministra Messa. Si tratta quindi di un tassello importante, anzi fondamentale per l’istruzione, che merita un doveroso approfondimento.

Università: a settembre si torna in presenza

Sono stati lunghi mesi di difficoltà, durante i quali gli studenti di tutta Italia hanno imparato a prendere confidenza con le lezioni a distanza. Chiaramente l’università in smart learning non può offrire la medesima esperienza del classico insegnamento in presenza, anche per quel che riguarda il rapporto diretto fra studenti e insegnanti.

Ebbene, la ministra dell’università e della ricerca Cristina Messa ha confermato che a settembre si ritornerà alle lezioni in ateneo e dunque in presenza. Nonostante ciò, verrà mantenuta anche l’opzione dell’insegnamento a distanza in remoto: la DAD, infatti, non verrà cancellata ma integrata in una sorta di “pacchetto all inclusive”. Bisogna comunque specificare che esistono delle linee guida da seguire: il ritorno sui banchi delle università varrà soltanto per le località in zona bianca, e si tratterà comunque di un ritorno graduale.

Nello specifico, chi vorrà potrà continuare a sfruttare il sistema – oramai oliato a dovere – della didattica a distanza. Inoltre, la DAD diventerà uno strumento essenziale per favorire gli studenti lavoratori, di conseguenza assumerà un ruolo diverso rispetto al recente passato. Ovviamente la didattica a distanza diventerà uno strumento essenziale anche per tutti gli studenti che versano in condizioni particolari, e che non possono per un motivo o per un altro recarsi in presenza in ateneo.

Università dopo il Covid: cos’è cambiato fino ad ora?

La DAD ha ovviamente regalato una ventata di aria fresca al settore delle università italiane, sdoganando la possibilità di seguire le lezioni a distanza e di laurearsi da remoto. Si è anche discusso sul futuro delle università, che secondo molti esperti potrebbe virare in modo deciso e definitivo verso il digitale. È chiaro che questa posizione ha polarizzato l’opinione pubblica in favorevoli e contrari, poiché significa cambiare nel profondo la natura di un’istituzione da sempre fondata sulle lezioni in presenza e sul contatto diretto.

Un altro fenomeno che ha subito un arresto a causa dell’emergenza sanitaria, oltre alla didattica in presenza, è stato quello degli studenti fuorisede, che a partire da settembre potrebbe tornare gradualmente alla normalità. Sono numerosi i ragazzi che si stanno attivando per trovare casa vicino ai principali poli universitari delle varie città italiane, in particolare Bologna, Firenze, Torino, Roma e Milano. Di contro, a dispetto della crisi, i prezzi rimangono invariati se non addirittura maggiorati.

Per questo motivo, se si sta preventivando un rientro in prossimità del proprio ateneo, è consigliabile tenere in considerazione questi aumenti e attivarsi quanto prima nella ricerca attiva di un alloggio per il prossimo anno accademico: un buon modo per far fronte a queste spese può essere quello di trovare un lavoro nella città di destinazione oppure, se si ha necessità di reperire un piccolo budget prima della partenza, si può anche approfondire nel dettaglio il funzionamento di un microprestito sui siti di banche digitali che offrono soluzioni che si avvicinano di più alle esigenze degli studenti rispetto a quelle tradizionali. In sintesi, il fenomeno dei fuorisede, seppur con qualche difficoltà, è destinato a ricominciare in fretta.

Per concludere sul tema del futuro a breve termine: i nuovi contagi e le varianti non consentono di sperare in un immediato ritorno alla normalità. In sintesi, in caso di nuove emergenze, la didattica a distanza tornerebbe in supporto degli atenei italiani, ripristinando il sistema delle lezioni in remoto.