Codacons: “La grande tangente sull’acqua. Nel silenzio generale i calabresi pagano 200 milioni di tariffe illegittime”
In una città perennemente senz’acqua l’unica iniziativa assunta dall’Amministrazione consiste nei perentorei post sui social – oramai divenuti divertenti – per annunciare la puntuale “improvvisa” interruzione della somministrazione di acqua potabile (?).
Nessun rispetto per Catanzaro e per i suoi abitanti, da sempre umiliati e offesi, per la cronica mancanza d’acqua e tutto questo per non indispettire SoRiCal, ovvero il padrone dell’acqua in Calabria.
Nessuna voglia di tutelare i cittadini sottoposti a continui disservizi derivanti da una rete infrastrutturale fatiscente.
Nessuna voglia di stare dalla parte dei “sudditi” che, quelle rare volte che vedono uscire del liquido dal rubinetto, si ritrovano una poltiglia di color marrone.
Ma come possiamo ipotizzare che il sindaco di Catanzaro possa mai rivolgere i suoi strali contro quella società di cui egli stesso è stato il massimo esponente.
Chissà forse domani potrebbe ritornarci in sella… e quindi zitto e acqua in bocca.
Anzi solo zitto, perché l’ acqua, come dicevamo, non c’ è.
Eppure qualcosina da contestare a Sorical ci sarebbe viste le somme che i cittadini di Catanzaro versano, indirettamente, alla società proprietaria dell’ acqua – sostiene Francesco Di Lieto, vicepresidente nazionale del Codacons.
In fondo i Cittadini di Catanzaro sono stati costretti a pagare ben 15 milioni di euro in più per le tariffe illegittime.
Una “tangente” che – grazie a complicità diffuse – passa sotto silenzio, stante l’assoluta indifferenza della politica calabrese.
Tutti i comuni Calabresi impongono ai cittadini somme determinate in maniera illegittima. E ciò perchè, nonostante la competenza per determinare gli aumenti delle tariffe idriche sia dello Stato, in Calabria gli aumenti sono stati decisi con atti della Regione o direttamente da SoRiCal.
Una illegittimità sottolineata dalla Corte Costituzionale, dalla Corte dei Conti e, addirittura, dal Comitato di Consulenza Giuridica della Giunta Regionale, che ha sollecitato la Regione al ripristino della legalità tariffaria stabilendo che SoRiCal avrebbe dovuto operare dei conguagli in favore dei Comuni calabresi per quanto versato in più rispetto alle tariffe legali”.
“Si tratta di una vera e propria truffa, perpetrata nel silenzio generale e con complicità diffuse – prosegue Di Lieto – che ha portato i calabresi a pagare tariffe maggiorate per 200 milioni di euro.
Perché il Sindaco Abramo non agisce nei confronti di SoRiCal affinché vengano restituite alle casse comunali tutte quelle somme imposte in maniera illegittima ai cittadini catanzaresi ?
Perché il Sindaco Abramo non agisce nei confronti di SoRiCal perchè venga indennizzata una città costretta a convivere con una cronica mancanza d’acqua ?
Se vuole davvero farlo, siamo pronti a sostenerlo in questa battaglia di civiltà.
I presupposti ci sono tutti.
Basti guardare agli obblighi cristallizzati nel Testo unico dell’Ambiente.
Basta rileggere la sentenza n. 246/2009 della Corte Costituzionale.
Occorre “solo” la volontà politica di tutelare Catanzaro e la Calabria.
Già, tutelare la Calabria.
Ma come diceva sorridendo il ministro Giancarlo Giorgetti, magari pensando proprio al suo leghista di Taurianova, della Calabria non importa niente a nessuno, soprattutto ai Calabresi.
Ed allora è “normale” che in Cittadella ed a palazzo De Nobili si preferisca tacere.
Un silenzio che ha il sapore della complicità e dell’ignavia e che, sicuramente, è estremamente conveniente.
Un silenzio inquietante quello del primo cittadino che, guarda caso, sulla poltrona più alta di SoRiCal è stato designato dalla politica regionale.
Eppure Abramo rivendica con orgoglio di aver soddisfatto ogni credito vantato di SoRiCal.
Credito gonfiato da tariffe illegittime per come sancito dalla citata sentenza della corte costituzionale.
Ma in Calabria quando si tratta di spalmare sui cittadini le “porcheria” della politica siamo imbattibili.
E poi, sulla grande truffa dell’acqua non c’è destra o sinistra, sono tutti dalla stessa parte.
E così non rimane che confidare in San Vitaliano.
E su di lui bisognerà confidare su parecchie cose.
Sulla prevenzione incendi, sulla pulizia di tombini e caditoie, sulla gestione degli appalti comunali …
Praticamente San Vitaliano assurge a sindaco ombra di questa città.
Ma, tornando all’acqua, il santo ci perdonerà se riteniamo che i catanzaresi siano “cornuti e mazziati” infatti non solo si trovano perennemente senz’acqua ma devono, addirittura, pagare il costo della dispersione, delle enormi perdite e falle di una rete colabrodo e, come se non bastasse, finanche una tangente da 15 milioni di euro per aumenti illegittimi.
Praticamente siamo considerati – per dirla alla Don Bastiano – una massa di pecoroni invigliacchiti, sempre pronti a inginocchiarci, a chinare la testa davanti ai potenti.
In nessun altro paese normale verrebbe negato il bene essenziale per eccellenza, tra l’altro venduto a peso d’oro.
Amministratori “per bene e onesti” – per usare le parole del Procuratore Gratteri – non avrebbero esitato a chiedere conto a quel carrozzone chiamato SoRiCal e pretendere rispetto per i propri cittadini.
Ma in Calabria viviamo ai confini della civiltà ed un posto in Cittadella val bene una messa.
Buon ferragosto.
Francesco Di Lieto