Caulonia: 14 agosto 1971 – 14 agosto 2021. Intervista ad Ilario Ammendolia
Il 14 agosto del 1971 è una data poco nota ma che segna la storia della Locride durante gli anni delle rivolte che infiammarono l’Italia intera, ce ne parli?
Erano le cinque della sera quando le bandiere rosse si mossero in una calda estate di mezzo secolo fa.
L’Italia era in fibrillazione tra tentativi di golpe militare e di eversione nera e estremismo “rosso”. La provincia di Reggio era sconvolta da fatti molti diversi tra di loro. Poco tempo prima c’era stato il summit di Montalto in cui tutte le cosche della provincia si erano ritrovati in Aspromonte per siglare un nuovo patto tra di loro e con lo “Stato”. Nello stesso tempo i “fascisti” avevano trasformato la rivolta popolare in un pericoloso tassello della strategia della tensione.
Eppure nella Locride, e precisamente a Caulonia centro, ci fu una manifestazione di zona che sarebbe giusto ricordare nella storia della nostra Terra. Si trattava di una iniziativa ILLEGALE perché il governo con un apposito decreto aveva vietato le manifestazioni in tutta la nostra provincia. Un gruppo di “eretici” rispetto alla linea ufficiale della Sinistra, tra cui c’ero anch’io, decise di non accettare lo spirito e la lettera di quel decreto. Eravamo convinti che il contrasto dei disegni eversivi ed oscuri delle forze antidemocratiche non fosse un mero problema di ordine pubblico da delegare alle “forze dell’ordine.
Noi dovevamo essere in prima fila qualunque fosse il rischio da correre o il prezzo da pagare. Pensavamo di partecipare ad nuova Resistenza. Ed in una tale cornice ideologica maturò e si svolse la manifestazione del 14 agosto.
Ovviamente la tensione era altissima. A dire la verità, in quel periodo ogni giorno, ogni momento si viveva come se lo “scontro finale” fosse alle porte.
Come mai venne scelta proprio Caulonia per manifestare?
La manifestazione si svolgeva a Caulonia ma partecipavano ragazzi provenienti da quasi tutti i paesi della Locride. Tanti i “comunisti” ma erano presenti in massa i “collettivi” ed anche gli anarchici ed i socialisti.
Si scelse Caulonia perché sin dalla seconda metà degli anni 60 era stata un formidabile baluardo della “resistenza contadina” all’assurda politica di spopolamento ed abbandono dei paesi e delle campagne che, in questi giorni mostra i suoi frutti maledetti.
Partimmo dalla piazza storica del paese con gli striscioni, le bandiere rosse e e con slogan, alcuni dei quali, oggi, non mi piacciono affatto. Ma allora divoravamo i “testi sacri” di Marx di Lenin ma anche di Marcuse, di don Milani, di Pasolini sino ai Poeti Maledetti.
Con il senno di poi, quali risultati pensi abbia raggiunto quella giovane generazione di cui facevi parte che credeva utopisticamente di poter rivoluzionare la società e la politica? Cosa c’è stato di positivo in quel viaggio che è divenuto poi un naufragio?
Non saprei dire se quelle lotte hanno avuto dei risultati positivi.
Fummo denunciati poco meno di cento persone. Ad alcuni di noi hanno contestato una sfilza così lunga di reati da superare quelli contestati ai partecipanti al summit di Montalto.
Per una parte dello “Stato” profondo, i nemici allora eravamo noi , non “Montalto” .
E se “ci” fossimo ancora sulla scena, i nemici saremmo ancora e sempre “noi”.
Ed in parte lo siamo.
Oltre la metà dei denunciati erano delle ragazze dei ragazzi minorenni.
Le ragazze in minigonna che manifestavano con noi ed erano parte integrante del nostro movimento, rappresentavano già una grande conquista rispetto ai secoli precedenti. I giovani che pretendevano di fare la storia erano già una svolta radicale rispetto al passato.
Ovviamente non tutto era positivo e non tutti i risultati furono felici.
In quegli anni però si ottenne il diritto allo studio, la riforma sanitaria per tutti, la giusta causa dei licenziamenti, l’abolizione delle gabbie salariali, l’abolizione del delitto d’onore, e poi il divorzio e tanto altro ancora. Merito di tante persone che hanno tenuto le piazze anche nei momenti di pericolo ma anche dei socialisti e dei cattolici democratici che erano al governo. Probabilmente grazie alla vigilanza popolare fu sventato il golpe dell’Immacolata che sarebbe dovuto scattare l’8 dicembre di quell’anno. Ogni generazione vuole mettersi in viaggio e la nostra meta fu l’Utopia. E quando questa sparì dall’orizzonte ognuno intraprese una sua strada. A volte sbagliata. Ma chi può giudicare?
I prezzi pagati furono altissimi ma non tanto per le denunce all’autorità giudiziaria (che negli anni furono molte ed ingiuste) per i ricatti e le persecuzioni (che ci furono) quanto per il doloroso contrasto con il mondo che ci aveva “partorito” e ci voleva bene, per la messa in discussione di solide amicizie, per l’incomprensione nelle nostre stesse famiglie.
Ormai i ricordi cominciano a lasciarci ma voglio solo raccontare che quando giunse in paese, rigorosamente scortato, ‘l’ avvocato che si sarebbe fatto carico della nostra difesa legale, eravamo ad attenderlo un centinaio di persone. Nel momento del suo ingresso nella nostra sede, un “compagno” anziano si alzò in piedi col pugno chiuso: “Un saluto ai compagni ”. Cento persone scattarono in piedi come fosse un sol uomo, cento pugni chiusi si alzarono come volessero conquistare il cielo.
Scene di un tempo ormai lontano.
Poi, quando sembrava che il cielo stesse per colorarsi di rosso scesero le nuvole grigie e scesero anche nel nostro animo.
Così, mi assalgono i dubbi.
Forse (e sarebbe atroce) abbiamo bruciato nel fuoco della ideologia e di una passione infinita (che sconfinava nel fanatismo) i nostri anni più belli. Certamente abbiamo fatto dono della nostra gioventù ad una “causa” che sembra fuori dalla Storia. Mi piace pensare che, comunque, siamo stati marinai su “un battello ebbro”(R) che ha fatto naufragio e noi ancora cerchiamo disperatamente l’isola della salvezza.
Ci resta il ricordo del viaggio, le profondità delle acque, la bellezza dei paesaggi i colori degli indimenticabili sogni svaniti…in un’alba infuocata.