Tragedia della funivia, Jasmine Cristallo: “La vita umana prima del profitto”
La tragedia della funivia del Mattarone rimette al centro, in maniera drammatica, l’importanza e l’irrinunciabilità della sicurezza, sorveglianza e rigorosa applicazione delle procedure sugli impianti e sul lavoro.
Se qualcuno se ne fosse dimenticato, non si sta parlando di merce e materie prime, ma di vite umane. Le morti provocate dalla caduta della funivia, si potevano evitare? Le indagini non sono ancora finite, ma, in queste, ore emergono elementi che, se confermati in sede giudiziaria, ci consegnerebbero un quadro agghiacciante rispetto alle responsabilità delle tre persone fermate nella notte.
“C’erano malfunzionamenti nella funivia, è stata chiamata la manutenzione, che non ha risolto il problema, o lo ha risolto solo in parte. Per evitare ulteriori interruzioni del servizio, hanno scelto di lasciare la ‘forchetta’, che impedisce al freno d’emergenza di entrare in funzione”.
Secondo gli inquirenti, il ‘forchettone’, (divaricatore che tiene distanti le ganasce dei freni e che, in caso di rottura del cavo trainane, dovrebbero bloccare il cavo portante) non è stato rimosso e questo per “evitare disservizi e blocchi della funivia”, che ,da quando aveva ripreso servizio, presentava delle “anomalie”.
La corsa “senza freni” alla ripartenza e all’incasso non può derogare l’obbligo, assoluto e primario, alla sicurezza. Non è accettabile la rimozione dei sistemi di sicurezza in nome della sicurezza del profitto !
Jasmine Cristallo