Caulonia al tempo dei nonni: Le fiumare
Fiumara è un termine con il quale, soprattutto nell’Italia meridionale, si indicano corsi d’acqua (torrenti o fiumi) dal corso breve, caratterizzati da un letto ampio e ciottoloso, capaci di portare grandi quantità di acqua durante l’inverno e pochissima acqua durante la stagione estiva. Altra caratteristica delle fiumare è quella di non avere una sorgente fissa: essa infatti può trovarsi più a monte o più a valle a seconda del periodo.
Caulonia è collocata in mezzo a due fiumare: l’Allaro a est e l’Amusa a ovest.
Le sorgenti dell’Allaro si trovano nei comuni di Fabrizia, Mongiana e Serra San Bruno. Una di esse è la cosiddetta Gurna Nigra (in italiano: Pozza Nera), attorno alla quale molte leggende popolari. La fiumara scorre accanto al centro abitato di Nardodipace per poi entrare nel territorio del comune di Caulonia e sfociare nel Mar Ionio. Tra il Comune di Nardodipace e il punto in cui è ubicato il convento di Sant’Ilarione (Caulonia) il percorso è caratterizzato da strette gole. Tra il 1951 e il 1953 l’Allaro esondò creando enormi disastri al comune di Caulonia.
La fiumara Amusa scorre nel territorio di Caulonia e sfocia nel Mar Ionio. Anticamente nota con il nome di Busa e poi Musa, fa parte, insieme all’Allaro e al Precariti, del complesso montuoso del Monte Mammicomito.
La presenza delle due fiumare è sempre stata estremamente importante per Caulonia, perché ha favorito la vegetazione e, in tempi ormai lontani, consentiva di lavare assiduamente abiti e biancheria e di dissetare gli animali.
Al fiume per lavare i panni.
In passato, per fare il bucato era necessario portare i panni al fiume, dove venivano risciacquati dopo essere stati lasciati in acqua calda e cenere all’interno di una vasca di creta per circa ventiquattr’ore.
In riva al fiume i panni venivano strofinati utilizzando grandi pietre. Dopodiché avveniva il risciacquo nel fiume e, infine, i capi d’abbigliamento venivano lasciati asciugare al sole.
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