Coronavirus, Aiello: “La salute dei lavoratori in secondo piano per avvantaggiare i profitti delle grandi industrie”
di Pasquale Aiello
…”Le persone sono stanche di questa situazione, bisogna riaprire e anche se qualcuno morirà, pazienza”.
Il pensiero dominante della borghesia industriale è racchiuso tutto in questa frase pronunciata da Domenico Guzzini, un imprenditore che produce caffettiere bombate, presidente di Confindustria Macerata parlando delle ricadute economiche della pandemia, nel corso di una conferenza online e a cui i media di regime hanno dato poco rilievo. Sembrerebbe che in seguito, accortosi dell’infelicità della frase esclamata, si sia scusato e dimesso. La salute dei lavoratori, di chi, cioè, produce veramente la ricchezza del Paese, è ancora una volta messa in secondo ordine per avvantaggiare il profitto della grande imprenditoria che pensa esclusivamente al proprio interesse. Il caso di Bergamo a marzo scorso, quando proprio per favorire il profitto, continuando a tenere aperte le attività produttive, si è lasciato correre il contagio in modo del tutto irresponsabile non ha insegnato niente. Nessuno dimentica, infatti, la pressione che è stata esercitata sul governo dai poteri forti della grande industria del nord, con la quale, opponendosi alla chiusura delle fabbriche hanno contribuito non poco alla strage da coronavirus della prima fase della pandemia.
Chiedono sacrifici, i padroni del vapore, dicendo ai lavoratori di essere tutti sulla stessa barca. Ma non è vero. Le loro condizioni non sono quelle degli operai.
I capitalisti, come è in genere nella loro natura, salvo casi eccezionali, sono solo degli sfruttatori, che si concedono il lusso di parlare così perché, a rischiare la salute e la vita ogni giorno nelle aziende e sui cantieri, non sono loro ma i lavoratori, che continuano a lavorare quasi sempre senza misure di sicurezza e specie in questo periodo di pandemia, in molti casi, ancora oggi non hanno le dotazioni dei dispositivi personali per prevenire il contagio da coronavirus. La salute di tutti non può essere sempre sacrificata a discapito del profitto di pochi. Anche Francesco pensa che la semplice libertà economica non deve mai prevalere sulla concreta Libertà di ogni uomo e sui suoi diritti.
Disgraziatamente il mondo del lavoro è regolato dalle leggi del liberismo, il profitto e l’economia di mercato a scapito della salute, della democrazia e della dignità umana. L’unico metro con cui ragiona la classe borghese è quello dei guadagni creati dal profitto, che a sua volta è generato da tutti i lavoratori che quella ricchezza la producono e non possono goderne. Purtroppo in Italia, come nella maggioranza dei paesi occidentali, persiste un sistema puramente capitalista che di conseguenza convalida e supporta tutto ciò. Questo virus ha messo a nudo il nostro modo di essere, i nostri sistemi di vita. Fra la gente regna la confusione assoluta, perché sono ormai cadute convinzioni e teorie consolidate. Solo se si comincia a riflettere seriamente su tutto ciò che sta accadendo si può veramente capire il futuro che si vuole costruire. E’ la più grande occasione per non tornare come prima. Se si vuole continuare a essere schiavi di un potere che annichilisce la vita di ognuno o se sia veramente ora di considerare un cambiamento epocale innescando, questa volta si, un virus che contagi le menti nel senso di apertura verso una rivoluzione che conduca sulla via di un mondo nuovo costruito su lavoro vero e appassionante, che attragga, e non sia più ripugnante perché servile, ma che diventi una autentica celebrazione della Libertà.