Calabria Aperta: “La Giunta a guida Spirlì mette la Film Commission fuori dalla storia dei fondi regionali in Europa”
Non ce la fa proprio la Destra!!
Riscopre l’antico vizio di prendere in mano la pistola quando sente parlare di Cultura.
In relazione alla recente nomina di un direttore per la Fondazione Calabria Film Commission vogliamo esprimere le nostre preoccupazioni e la nostra distanza dall’operato della Giunta Santelli/Spirlì.
Non è bastato aver sprecato 1 milione e mezzo circa di euro per lo spot di Gabriele Muccino, che si è rilevato banale, imbarazzante e incongruo per il messaggio e per la scarsa conoscenza dell’immaginario della nostra Regione.
Non è bastato un commissariamento poco chiaro della Fondazione, che ha interrotto un lavoro riconosciuto nel settore.
Non è bastato l’imbarazzo provocato ai più dalle iniziative romane del Commissario Minoli, mentre in Regione si celebrava il lutto di Jole Santelli, sulle sue intenzioni in Calabria, che favorirebbero un solo progetto di serialità, che rischia di drenare molte risorse europee a discapito della produzione indipendente.
Oggi arriva la nomina di un Direttore della Fondazione commissariata, con un contratto di 5 anni, nonostante ci siano nuove elezioni tra poche settimane, per lavorare con un Presidente che non è chiaro se accetterà di restare.
E il mandato di questo Direttore è chiaro, e lo indica Spirlì, assessore a cui la Santelli non affidò la delega al cinema, forse con qualche motivo.
In Calabria il cinema deve raccontare la realtà, non bisogna mostrare lati negativi, solo “ammore”, senza “malavita”.
In un solo colpo la grandezza del cinema d’autore, dal neorealismo al nuovo cinema contemporaneo, è bandita dalla nostra regione. Con buona pace di De Seta e della tradizione del documentario.
Con una semplice dichiarazione la Regione Calabria mette la propria Film Commission fuori dalla storia dei fondi regionali in Europa, nati per sostenere il cinema indipendente, il documentario, i cortometraggi degli esordi e attrarre la produzione nazionale ed internazionale del cinema contemporaneo.
Primo. Spirlì afferma che la Calabria vuole produrre direttamente cinema, compito che le leggi non assegnano all’ente pubblico, ma alle imprese cinematografiche, che producono e favoriscono innovazione e occupazione di settore.
Secondo. Il cinema in Calabria non sarà più l’Aspromonte di Calopresti, le Anime Nere di Munzi e Criaco, A Ciambra di Jonas Carpignano, e Favino la Coppa Volpi per Padrenostro se la farà per qualche altro film.
Per la Destra il cinema è sole e amore!!!
Chiediamo chiarezza sul futuro degli investimenti per il cinema in Calabria.
Fermatevi! Fermiamoli!
CALABRIA APERTA