Razzismo e ignoranza sorreggono il potere politico in Calabria

Razzismo e ignoranza sorreggono il potere politico in Calabria

Di Pasquale Aiello

Razzismo, arroganza e ignoranza. Sono questi i pilastri che sorreggono il potere politico in Calabria. Spirlì di quà, Spirlì di là, Santelli giù, Santelli sù, Tallini, ‘ultimo’ e anche il ‘cucuzzaro’. Santelli: “Non sono in America, non sono a Roma ma a Catanzaro. Mi hanno rotto i coglioni”. Tallini: “Il fascismo non era razzista, il colonialismo fascista portò la civiltà in Africa”. L’ultima chicca è di Spirlì: “Negro e frocio sono parole che userò fino alla fine dei miei giorni”.

Apoteosi del fascioleghismo. Esaltazione del celodurismo. Roba che si commenta da sola. Le parole sono macigni, specie se pronunciate da chi, purtroppo, sta ai vertici nelle istituzioni ed è consapevole che un certo lessico, a volte, può scatenare anche violenze e discriminazioni. Ma insomma cosa vi aspettavate.

Da gente che fa dell’ignoranza e della sgarbatezza il proprio modo di essere e del razzismo e l’intolleranza la propria guida politica e culturale cosa altro ci si poteva aspettare? E’ chiaro che questo Spirlì, rappresenta solo lui e la sua banda. Chi altro? Ma i sovrani della città eterna hanno deciso che deve far parte, come esterno non eletto, dell’esecutivo calabrese, con buona pace di chi ha ricevuto il mandato dal popolo.

E’ ovvio che dovrebbe andarsene, anzi non avrebbe dovuto essere interpellato affatto, lui e gli altri esterni. Gli eletti, così, diventano solo marionette. Assessore ‘esterno’, ma proprio esterno, alla cultura, di nome e di fatto, poveri noi! Altro che intellettuale. Qualcuno dovrebbe dirgli che ha sbagliato carriera. Non la politica, forse sarebbe stato molto più bravo come ‘majorette’ di avanspettacolo. “Sii il meglio di qualunque cosa tu possa essere” ci dice Martin Luther King.

Loro ce la mettono proprio tutta per essere il meglio di ciò che sono. Purtroppo stazionano alla cittadella-Versailles perché sono stati incaricati dal popolo in modo, lo si spera, del tutto libero e democratico. Ma in sostanza, se la maggior parte degli elettori calabresi li ha voluti con chi prendersela?

Alla lunga verrebbe da pensare che in Calabria il masochismo e l’autolesionismo imperversano, si è sempre pronti a farsi del male, si potrebbe essere un valido oggetto di studio e ricerca per sociologi, psicanalisti, politologi, economisti e chiunque sia interessato all’universo esistenziale e alla scoperta delle mille fisionomie e sembianze del popolo calabrese.

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