Nei seggi elettorali non devono esserci i crocifissi
Durante le consultazioni il simbolo della confessione cattolica sarà presente in molti seggi elettorali. L’UAAR continua a ritenere tale presenza incompatibile con il supremo principio costituzionale della laicità dello Stato, e continua — e continuerà — a battersi in sede legale perché questo principio trovi finalmente un’applicazione concreta.
A partire dal 2005 l’UAAR invita i soci, i simpatizzanti e i cittadini a compiere un piccolo gesto civico, chiedendo loro, laddove trovino un crocifisso affisso nei seggi elettorali, di chiederne la rimozione.
La richiesta è motivata sia dalla sentenza della Cassazione del 439/2000 (con cui fu prosciolto uno scrutatore che si era rifiutato di svolgere il proprio incarico perché era presente il crocifisso), sia dal pronunciamento del 10 aprile 2006 della Corte di Appello di Perugia, che ha legittimato la decisione di un presidente di seggio (il prof. Franco Coppoli) di rimuovere il crocifisso dal proprio seggio. La sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo sul crocifisso nelle aule scolastiche non ha in alcun modo interessato la materia elettorale, che resta pertanto pienamente valida. La legittimità della richiesta di rimozione, in quanto basata sulla libertà di coscienza a sua volta tutelata dalla laicità dello Stato, è nuovamente ribadita e confermata anche nella sentenza del tribunale di Modena nella causa n. 40322/2012 del dicembre 2016.
L’UAAR si rende conto che interpretazioni arbitrarie e/o illegittime possono sempre aver luogo, e per questa invita preventivamente chi volesse chiedere la rimozione del crocifisso a non rispondere alle provocazioni e di informare l’associazione di quanto accaduto ai seggi.
Al fine di far rimuovere il crocefisso dalla parete del seggio elettorale suggeriamo la seguente prassi:
- Prima di recarsi al seggio, stampare il presente documento e, possibilmente, anche il citato pronunciamento della Corte di Appello di Perugia. Ancora meglio, vi consigliamo di scaricare il kit elettorale in formato *.zip (45 Kb).
- Prima di aver votato, chiedere educatamente al proprio presidente di seggio un colloquio riservato.
- Far presente al presidente di seggio che il crocifisso è il simbolo di una religione specifica (non più di Stato dal 1984) e che, pertanto, la sua presenza vìola il supremo principio costituzionale della laicità dello Stato.
- Informare il presidente di seggio della suddetta sentenza del tribunale di Modena nella causa n. 40322/2012 del dicembre 2016, che legittima la richiesta di rimozione in quanto basata sulla libertà di coscienza a sua volta tutelata dalla laicità dello Stato, e del suddetto pronunciamento della Corte di Appello di Perugia del 10 aprile 2006, in particolare del passaggio in cui si sostiene «l’opportunità che la sala destinata alle elezioni sia uno spazio assolutamente neutrale, privo quindi di simboli che possano, in qualsiasi modo, anche indirettamente e/o involontariamente, creare suggestioni o influenzare l’elettore».
- Nel caso si rifiutasse di togliere il crocifisso argomentando a suo modo il rifiuto, si consiglia di pretendere che il presidente di seggio metta a verbale la seguente dichiarazione:
DICHIARAZIONE DA FAR METTERE A VERBALE
Data: __________________________
Io, sottoscritto (cognome e nome), ho constatato la presenza di un crocifisso appeso a una parete all’interno del seggio elettorale ubicato in (indicare numero del seggio e indirizzo dello stesso).
Ritengo che la presenza, all’interno di un seggio elettorale, di un simbolo religioso di una specifica confessione, privo quindi di valore laico e universale, sia in palese contrasto con il supremo principio costituzionale della laicità dello Stato, sancito dalla Corte Costituzionale con la sentenza n. 203/1989 e successive, e confermato, nel caso specifico, dalla sentenza della Suprema Corte di Cassazione n. 439/2000.
La presenza del simbolo religioso è altresì in contrasto con il pronunciamento della Corte di Appello di Perugia dello scorso 10 aprile 2006, in particolare con il passaggio in cui si sostiene «l’opportunità che la sala destinata alle elezioni sia uno spazio assolutamente neutrale, privo quindi di simboli che possano, in qualsiasi modo, anche indirettamente e/o involontariamente, creare suggestioni o influenzare l’elettore».
Alla mia richiesta di rimozione del crocifisso il presidente di seggio, Sig. (cognome e nome), ha opposto un netto rifiuto.Il Cittadino (firma per esteso)
- Si consiglia di far verbalizzare, in calce all’istanza di rimozione del crocifisso, anche la seguente formula di diffida:
Poiché in seguito alla qui sopra verbalizzata richiesta il Presidente del seggio non ha tuttora provveduto a rimuovere il crocifisso dall’aula in cui si svolgono le operazioni elettorali, il sottoscritto elettore diffida formalmente il medesimo Presidente del seggio a provvedere nel senso richiesto, avvertendolo che in caso contrario agirà giudizialmente o in sede amministrativa per far accertare l’illegittimità del rifiuto di provvedere.
- Il presidente di seggio non è obbligato a far sottoscrivere la verbalizzazione anche all’elettore.
- Nel caso il presidente di seggio si rifiutasse perfino di far mettere a verbale la dichiarazione, gli si deve ricordare che la norma di cui all’art. 104, comma 5, del d.P.R. n. 361/1957, punisce con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa sino al controvalore di quattro milioni di lire il segretario dell’ufficio elettorale che rifiuta di inserire nel processo verbale o di allegarvi proteste o reclami di elettori.
- Se nonostante ciò il presidente di seggio persistesse nel non voler verbalizzare la dichiarazione, sarà possibile presentare un esposto nei suoi confronti.
- Al ritorno, qualora al seggio ci si sia imbattuti in un crocifisso, si chiede la cortesia di avvisare l’UAAR, inviando un’e-mail a soslaicita@uaar.it, con la quale fornire un succinto resoconto della vicenda.
UAAR – Unione Atei e Agnostici Razionali