La necessità di fermarsi, la bellezza di perdersi
Non mi ha mai del tutto convinto il detto “Chi si ferma è perduto”. Forse perché presuppone un’intrinseca sottovalutazione del concetto di “fermarsi” e un’approssimativa demonizzazione del concetto di “perdersi”; forse perché è una concezione fondata sull’ottimizzazione utilitaristica del tempo a nostra disposizione, anziché sulla sua qualità; o forse, più semplicemente, perché l’idea di vivere in continuo movimento e in perenne affanno mal si concilia con la mia pigrizia (mea culpa).
Ad ogni modo, dal momento che ogni cosa è mutevole e che il tempo passa senza che nulla si possa fare per impedirlo, trovo che sapersi fermare sia un tanto desueto quanto proficuo esercizio per godere pienamente dei singoli istanti, per immortalare la bellezza che ci circonda, per riprendere fiato dalla frenesia quotidiana, per ricordare come basti poco per essere fortunati, per sfuggire agli incessanti richiami del futuro e apprezzare l’irripetibilità del presente.
Molto spesso fermarsi non è una perdita di tempo, bensì un modo per vivere intensamente. D’altronde il mondo ha una tale fretta di inseguire se stesso, che riuscire a rallentarlo di tanto in tanto non guasta.
Quanto poi all’eventualità di perdersi, credo ne sia sottovalutata l’importanza, in quanto il suo significato viene comunemente ricollegato al senso di smarrimento o, addirittura, al fallimento.
Eppure, basterebbe cambiare prospettiva per riscoprire il piacere di perdersi: perdersi per mettere da parte un disegno predefinito e cercare nuove strade da percorrere; perdersi nella meraviglia destata dalla natura; perdersi in una risata liberatoria consumata in compagnia; perdersi nella pace di un tramonto in riva al mare; perdersi nella forza di un sogno a cui non si vuole rinunciare; perdersi nella gioia di fare ciò che più ci piace; perdersi nella magia di uno sguardo o nell’intimità di un abbraccio; perdersi per rimettersi in discussione.
Talvolta, perdersi è il modo migliore per ritrovarsi.
Probabilmente è giusto affermare che chi si ferma sia perduto. Ma forse non è così errato ritenere che chi è incapace di fermarsi rischi davvero di perdersi qualcosa.