Codacons: “Con la crisi legata al Covid-19 cresce il numero di calabresi che si rivolge ai compro-oro”
Con la crisi legata al Covid-19 cresce il numero di Calabresi che si rivolge ai compro-oro per ottenere liquidità vendendo o impegnando i propri oggetti preziosi, al punto che oggi, rispetto al periodo pre-coronavirus, il ricorso a tali strumenti è cresciuto del +50%, come evidenziato anche dalle organizzazioni del settore. Un vero e proprio business che nel 2020 raggiungerà soltanto in Calabria quota 45 milioni di euro. Business che non è immune da speculazioni a danno degli utenti.
In un momento di grave crisi economica in cui tantissime famiglie hanno subito un depauperamento del reddito e necessitano di liquidità per pagare rate e bollette, la vendita di preziosi costituisce uno strumento rapido e senza troppi passaggi burocratici per ottenere subito il denaro necessario per far fronte alle esigenze quotidiane e ai bisogni essenziali – si legge in una nota del Codacons.
Dalle segnalazioni ricevute, tuttavia, sembrerebbe che molti operatori stiano approfittando dell’evidente stato di necessità dei cittadini, acquistando oro, gioielli e oggetti preziosi a prezzi ben al di sotto rispetto al loro reale valore. Come il caso di una ragazza che, dopo aver perso il lavoro, ha deciso di cedere un ricordo di famiglia per ottenere poche centinaia di euro.
Nonostante tali beni, com’è noto, mantengano il loro valore nel tempo.
Abbiamo sempre guardato con diffidenza questo settore anche perché riteniamo che alcune di queste attività non siano altro che avamposti della criminalità organizzata – sostiene Francesco Di Lieto, vicepresidente nazionale del Codacons – tanto che a volte risultano coinvolte in indagini per i reati di ricettazione, riciclaggio ma anche usura ed evasione fiscale.
Il tutto grazie anche a una normativa pressoché lacunosa.
Un vorticoso giro di danaro contante a fronte di preziosi la cui provenienza non viene preventivamente accertata, che rischia di trasformare queste attività in gigantesche “lavatrici”.
Il boom dei “compro-oro” finisce quindi per essere lo specchio della crisi, sia economica che delle regole – prosegue Di Lieto.
Per queste ragioni il Codacons ha avviato un monitoraggio sulle attività del settore, in particolar modo sui compro oro, al fine di acquisire maggiori elementi conoscitivi ed avviare, se del caso, iniziative volte a tutelare i consumatori danneggiati da eventuali comportamenti illeciti, denunciando le speculazioni alla Guardia di Finanza.
In tal senso l’associazione ha pubblicato alla pagina https://codacons.it/preziosi-covid/ un modulo di segnalazione attraverso il quale i cittadini possono denunciare in modo totalmente anonimo gli operatori che hanno speculato sul loro stato di necessità, sottostimando il valore dei beni ceduti. Segnalazioni raccolte anche al numero di assistenza Codacons
Francesco Di Lieto
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