Picchiato a Milano poliziotto disabile originario di Locri
“Una breve storia che ha dell’incredibile, percorro con la mia auto corso buenos aires, felice perché da li a qualche minuto riabbraccerò il mio piccolo Thomas per festeggiare il suo settimo mese. Mi fermo al semaforo, l’auto si spegne, batteria a terra. Con molta fatica vista la mia disabilità sposto l’auto quel tanto che basta, invadendo di qualche cm le strisce pedonali, per non intralciare il traffico, accendo le 4 frecce per segnalare l’ingombro ma da li a poco si spengono anche quelle. Chiamo l’assistenza stradale che attiva subito un carro attrezzi per rimuovere la macchina. Mi fermo vicino alla macchina scusandomi anche con le persone che si lamentavano dell’ingombro. Ad un certo punto mentre sono li arriva un ragazzo con la sua bici, si arrabbia perché la macchina è lì e gli da un pugno sul cofano motore, danneggiandolo. Lo fermo e gli chiedo cosa gli salta in mente, ma per tutta risposta mi arriva un pugno sul collo da un terzo uomo. Nonostante i dolori al collo faccio presente che l’auto è in panne e mi mi rispondono che non gliene frega un cazzo e che la macchina dovevo spostarla subito. Va bene essere ambientalista, ma gli estremismi sono sempre e comunque deleteri, specialmente quando sfociano in una violenza gratuita. Di tutta questa storia il trauma cranico è la cosa meno grave…”
Questo è il racconto spiacevole che ha raccontato sui social dopo aver subito gratuitamente violenza fisica e verbale,nonostante la sua disabilità, il Poliziotto Bruno Varacalli, nato a Locri, ma operativo a Milano, è l’esempio che la divisa non è sempre come ci viene descritta, e in questi giorni abbiamo visto un po’ tutti cosa succede nel mondo in generale, riguardo le tante ingiustizie.
Ma stavolta è stato il contrario come questo caso,che per fortuna è finita bene, per modo di dire, poiché Bruno, ha riscontrato, come ha già detto, qualche contusione,e trauma cranico.
Il bene e il male esiste dappertutto, e alla cattiveria seguita dalla violenza gratuita non c’è mai fine,in qualsiasi ambito, e bisognerebbe fare tanto ordine.
Ci auguriamo che si adoperino a fare giustizia e che non restino impuniti, persone come queste sono solo dannose per la società, e vogliamo più buoni esempi come il Polizzotto Bruno, al servizio della società, e come sempre per la società, esso lo dimostra con questi piccoli gesti, donando il suo risarcimento, e non beneficiando, nonostante abbia subito.
Un gesto lodevole, che fa onore a lui come persona, e alla divisa che indossa con rispetto e il sacrificio di un padre di famiglia.
Dopo aver pubblicato l’accaduto,Bruno ha, tempestivamente ricevuto la solidarietà di centinaia di persone,e Bruno ha voluto rispondere a tutti con questo bellissimo messaggio:
“Vi ringrazio tantissimo per la vostra vicinanza.
Voglio precisare che non mi piace rispondere alla violenza con la violenza.
Sono riuscito a mantenere la calma e a gestire la situazione trattenendo i due uomini fino all’arrivo della polizia, anche se volevano allontanarsi.
Usando la violenza avrei dato adito a discreditare ancor di più la mia divisa, sarei diventato automaticamente uno di loro, avrei calpestato tutti i miei principi come uomo e poliziotto.
Quindi la legge farà il suo corso, userò i risarcimenti per una buona causa, in modo da “trasformare” la violenza in opere di bene…
Sono contrario ad ogni tipo di violenza e del non rispetto delle regole, fare valere delle ragioni con il non rispetto delle leggi e del prossimo non avrà mai la mia approvazione, qualsiasi sia il motivo.
Gli estremismi non vanno mai tollerati, la violenza non va mai tollerata, si fomenterà sempre più odio se lo si fa…“
Buona guarigione.
Marianna Femia